Il giorno del torneo arrivò e Ingrid sentì un dolore ai muscoli per tutta la mattinata scolastica.
Le lezioni finirono e tutti gli studenti iscritti alla gara si radunarono in palestra, dove il professore di educazione motoria iniziò il discorso per inaugurare l'attività.
La ragazza rimase da sola per tutto il tempo, ma quando si suddivisero le squadre dovette avvicinarsi ai suoi due compagni di classe; si scambiarono uno sguardo fugace e un fuggevole saluto.
Poi tutti gli studenti andarono negli spogliatoi per cambiarsi i vestiti con le tute da ginnastica e, proprio in quella occasione, Ingrid cercò di cominciare un discorso con Alice, ma la ragazzina non rispondeva a nessuna delle domande della compagna.
"Ti prego, perdonami."la supplicò Ingrid a un certo punto:"Se facciamo gioco di squadra possiamo vincere il torneo!".
"E da quando ti interessa la vittoria di questa gara?"Alice si girò e se ne andò.
Fuori dagli spogliatoi le squadre si divisero.
"Squadra della seconda B! Tutti qua!"urlò un ragazzo col braccio alzato, il caposquadra.
Tutti i compagni si radunarono intorno al segnale.
Ci fu di nuovo un discorso di incitazione; infine tutti allungarono le braccia verso il centro del cerchio, in quel momento Ingrid sfiorò la mano della sua amica.
Le due compagne si guardarono serie, poi la ragazza in nero accennò un timido sorriso. Alice rimase seria, ma si vedeva, nei suoi occhi, gioia e felicità che si mischiavano per il ritorno della sua amica.
La gara iniziò, creando un atmosfera di ansia e di tensione tra gli studenti
Ogni partita durava venti minuti, così, ben presto, fu il turno della squadra della seconda B.
Tutti gli studenti si sistemarono sul campo da pallacanestro per riscaldarsi.
"Fra un minuto si comincia!"gridò il professore.
Ingrid si guardò intorno smarrita in cerca di Mirko, ma non riuscì a trovarlo. Respirò profondamente e si diresse verso la panchina dove aveva appoggiato la sua bottiglia. Si sedette e bevve un sorso d'acqua.
"Mi cercavi?"una voce maschile accanto a lei la interruppe:"Ragazza del parco?".
La ragazza girò lentamente la testa e, appena vide il viso di Mirko, si voltò di scatto dall'altra parte:"Da dove sei arrivato?"balbettò imbarazzata.
"Dal fondo della palestra. Ragazza del parco, non mi hai visto?"il compagno si schiarì la voce:"Come stai?".
"Come sempre, credo..."borbottò ancora Ingrid.
"Ce la farai. Hai fatto canestro ieri sera.".
"Sì, però grazie a te, perché mi hai..."la ragazza tossì.
"Perché ti ho?"Mirko insistette divertito.
"Perché mi... hai capito. Devi tormentarmi sempre?".
La voce del professore li interruppe:"Si inizia la partita!".
Ingrid tornò nel panico; si alzò, ma venne fermata dall'amico:"Ragazza del parco, ce la farai. Se avrai bisogno di aiuto, cercami.".
La ragazza rimase ferma imbarazzata:"Non ho bisogno di aiuto.".
Il compagno si mise a ridere:"Lo so, lo so.".
La gara iniziò.
Tutti i giocatori iniziarono a correre per il campo, rincorrendo la palla e cercando di lanciarla verso il canestro.
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La Ragazza Del Parco {in revisione}
Teen FictionIngrid era una ragazza diversa dalle altre, tutti la ritenevano fredda e senza un cuore. Ma forse uno ce l'aveva, visto che durante il suo percorso scolastico incontrò persone che riuscivano a vedere del buono in lei. E una di queste, inoltre, le fe...