Remavo più forte che potevo. Io e Katrina facevamo a gara per accaparrarci quell'onda che apparentemente sembrava perfetta. Ne superai una non surfabile passandole sotto. Ero in netto vantaggio sulla mia concorrente, ma sapevo che non dovevo mollare. Appena vidi l'onda abbastanza vicina mi girai, continuavo a remare forte e quando sentii la spinta dell'acqua sulla tavola, mi alzai. Ormai era mia. Feci un paio di snap e carpai di nuovo. Dopo un aerial e un floater, trovai il tubo per chiudere la mia performance. Il telecronista che si meravigliava, gli spettatori che applaudivano, Katrina che mi lanciava sguardi pieni d'odio, la trombetta che annunciava la fine del contest che suonava ed io con un sorriso a trentadue denti. Scorsi Denise e Nate saltare e abbracciarsi dalla gioia, accanto a loro: Mike. Il mio allenatore, con uno sguardo fiero e pieno di orgoglio nei miei confronti che mi fece stringere il cuore. Avevo soddisfatto i miei amici, ed ero riuscita a soddisfare me stessa. Uscimmo tutte dall'acqua e subito dopo aver lasciato la tavola a riva, sulla sabbia bollente, andai da Denise e Nate. Mi abbracciarono e si congratularono con me, quando mi staccai da loro, finalmente vidi Mike. Dopo pochi secondi di silenzio e di sguardi mi disse, gioioso:
"Sei stata mitica!" Ed io senza aggiungere altro gli saltai al collo.
"Merito tuo!"
"No, Alexa, appena hai cavalcato la tua prima onda, ho capito che eri nata per surfare, e la gara di oggi mi ha dato la conferma: sei stata la miglior partecipante. Le altre surfano da più tempo di te, ma tu hai stupito tutti!" Mi abbracciò ancora.
Una voce al microfono proveniente dal tendone ci invitò a raggiungerlo. Stavano per decretare il vincitore e mentre io tenevo le dita incrociate e stringevo gli occhi, pregando andasse tutto per il meglio, Mike mi sussurrò: "comunque vada, sono fiero di te e di quello che hai fatto lì dentro." Indicò il mare. Io non risposi, ma accennai un sorriso.
Il signore sull'impalcatura, con un po' di suspence nel suo tono di voce, cominciò a fare i nomi delle prime tre.
"Terza, Katrina Turn!" Lei salì sul podio e tenne in mano la sua piccola coppa di bronzo.
"Seconda, l'ex campionessa in carica, Susan McLorn!" A lei diedero un trofeo più grande, argentato. Mentre apriva la busta dentro cui c'era il nome della vincitrice, Mike mi strinse una spalla, agitato, ed io stritolavo ancora le mie dita tenendole incrociate. Il mio cuore perse di un battito e il mio respiro accelerò, sul volto mi si dipinse un sorriso ancora più grande del precedente, quando disse: "E prima, se pur facendo parte di un'altra categoria, Alexandra Watson!"
Ero paralizzata, ma mi feci largo tra le altri concorrenti frustrate e salii sul podio anche io, sfoderando uno dei miei miglior sorrisi e la mia coppa d'oro all'aria.
Appena scesi, Nate non si contenne più e mi baciò sulla guancia, mentre Denise urlava semplicemente. Mentre festeggiavamo la mia vittoria, notai due occhi puntati su di me e li incrociai. Ci misi un po' a distogliere lo sguardo, poichè erano così belli. Mi tenevano in gabbia ed io non sapevo come uscirne, o non volevo uscirne. Erano celesti e blu, un misto di sfumature. Si dice che gli occhi siano una finestra sull'anima, ma i suoi erano talmente brillanti e illuminati dal sole che non riuscii a capire cosa provasse. Finalmente distolsi lo sguardo da lui, se pur contro la mia volontà e con qualche fatica. Posai lo sguardo sul corpo perfetto, ricoperto in parte da tatuaggi. Aveva una scritta sul braccio e una sul petto. Sull'avambraccio sinistro c'erano dei disegni che così lontano non capivo. Tornai a puntare gli occhi sul suo volto, aveva dei bei lineamenti. Non l'avevo mai visto da quelle parti, doveva essersi appena trasferito a Malibu. Poi fu lui a distogliere lo sguardo da me, tornando a rivolgere le attenzioni a Jessica, la troia della nostra scuola, che doveva aver saputo dell'arrivo di questo nuovo ragazzo, perché la vidi flirtare con lui spudoratamente e lui stare al gioco. Non sopportavo Jessica, e ora nemmeno quel ragazzo. Se la tirava troppo, per i miei gusti.