17.

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La mattina mi svegliai presto, molto prima di Luke, e scesi in salone. David non c'era, ma seduta intorno al tavolo c'era la figura china di mia madre, che si muoveva violentemente. Stava piangendo, con singhiozzi sommessi.
"Ehi, mamma" mi sedetti accanto a lei, e quando alzò lo sguardo mi sembrava di non riconoscerla. Aveva due occhi gonfi e rossi, circondati da chiazze viola, il labbro era rotto, e dal naso scendeva sangue secco.
"Oh merda" mormorai. Non l'avevo mai vista così. Certo, quel bastardo le faceva male ogni volta che voleva o che andavano male i suoi "affari", ma questa volta doveva aver reagito veramente male per qualcosa e se la sará presa con tutta la forza possibile su mia madre.
"Ascoltami, non ti devi preoccupare di me, okay?" Mi prende il viso tra le mani "voi dove scappare! Ascolta Luke. Siamo in guai seri. Oggi non devi uscire per nessuna ragione. Promettimelo."
"Ma ho gli allenamenti di surf"
"Non ci andare. È pericoloso"
"È pericoloso anche stare qui, non credi? Potrebbe tornare da un momento all'altro."
"Fuori lo è di più... e comunque,lui è qui fuori" mi fissò intensamente negli occhi ed io sussultai.
"Perché non devo uscire?"
"Non è importante" scosse la testa e levò le mani dal mio viso.
"Si che lo è!" Mi alzo di scatto dalla sedia "non mi dite mai un cazzo! Sono all'oscuro di tutto!" Gridai.
"Calmati." Si alzò insieme a me e mi poggiò le mani sulle spalle.
"Non posso calmarmi. Sai, vero, che potremmo essere ammazzati da un momento all'altro da quello stronzo?"
"Si"
"E questo perché? Perché ti sei messa con lui!" Urlai ancora più forte e rovesciai il tavolo.
Sento dei passi provenire dalle scale.
"Alex? Alex stai bene? Che ti ha fatto quel..." cominciò Luke ma si fermò davanti alla scena di mamma con la mano al petto ed io accanto al tavolo rovesciato.
"Che è successo?"
"Niente! Non é successo niente!" Mi stava assalendo la collera. Mi diressi verso la porta di casa. Al diavolo i pantaloncini del pigiama, al diavolo tutto!
Uscii di casa e mi ritrovai contro la schiena di David. Merda.
Si girò e mi fisso come de fossi un alieno e sopratutto in grossi guai.
"Quella puttana di tua madre non ti ha detto di non uscire?" Notai subito la pistola che teneva in mano e mi feci prendere dall'ansia.
"Non parlare di lei così!" Ebbi il coraggio di dire.
"Vattene dentro!"
"Me ne vado, ma non dentro" corsi per qualche metro, finché non sentii i capelli tirarmi. Mi aveva preso e cominciava a tirarmi le ultime ciocche.
Mi rigirai e sferrai un pugno sulla pancia di David, che non si fece per niente male.
"Lasciami!"
"Puttana come tua madre. Devi fare quello che ti dico io." Mi sbattè contro il muro. Provai un dolore atroce, che mi fece urlare. Ovviamente Luke uscì di corsa da casa e puntó un dito contro David. Il resto non fu molto chiaro. Sentii soltanto degli spari, e di colpi fui atterra. Quando finirono, il peso morto sopra di me si allevvio e vidi Luke tendermi una mano frettolosamente.
"Stai bene?" Mi chiese anzimando.
"Brutti stronzi! Non gli ho presi per colpa vostra!"
Poi ci ritrovvammo a correre dentro casa e a salire in camera, Luke mi disse di preparare alla svelta uno zaino e io, controvoglia lo feci.
Che cos'era appena successo? Avevano appena sparato, ecco cosa. Avevamo appena assistito a una sparatoria. 

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