9.

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Quando tornai in pista, Chad era scomparso, perciò mi misi a ballare con Denise.
"Nate?" Chiesi scatenandomi in pista con lei.
"In una delle camera di sopra." Alzammo gli occhi al cielo all'unisono e scoppiammo a ridere. Eravamo tutt'e due ubriache, ma di me non c'era da meravigliarsi. Sentii qualcuno venire dietro di me e palparmi il sedere, mi girai di scatto, spaventata e mi ritrovai davanti Benjamin Butler.
"Ehi, Alexa." Disse a pochi centimetri dalle mie labbra. Improvvisamente si fecero spazio nella mia mente tutti i ricordi di quella notte in cui David ha tentato di stuprarmi, ma Luke é accorso subito da noi e l'ha praticamente massacrato. Il respiro cominciò a farsi più pesante e lui mi strinse a se mettendomi le mani sul sedere.
"Benjamin, lasciami." Intimai scostandomi da lui, per quanto possibile.
"Perché?" Biascicò. Era chiaramente ubriaco. "Qui tutti vorrebbero fare come me." Sollevò le sopracciglia su e giù. "Ma tuo fratello ci minaccia se anche solo ci avviciniamo a te."
"Bene, perciò lasciami." Mi dimenai tra le sue braccia e contro il suo petto. Posò lo sguardo sulla mia scollatura ed io cercai di coprirla, anche se senza risultato.
"Benjamin! Porca puttana!" Urlai. Nessuno parve ascoltarmi. Stavo respirando a fatica, cercai con tutte le forze di non pensare a David e a quando mi toccava.
"Non ti scaldare, Alex. Voglio solo divertirmi un po' con te ora che non c'é tuo fratello." Trasalii.
"Cazzo!" Gridai di nuovo, ma invano. Lui posò le sue labbra sulle mie e entrò con forza con la lingua nella mia bocca, ora riuscivo a respirare anche di meno. Lo spinsi con forza sul petto, ma lui aveva ancora la sua lingua nella mia bocca. Non sapevo cosa fare. Lo spinsi di nuovo, però mi prese i polsi e li bloccò con una mano sola. Ma allontanai il più possibile da lui, ma mi seguì. Il resto fu tutto molto confuso, io caddi a terra e qualcosa mi sorresse da dietro, vidi la figura di Benjamin a terra e sopra di lui non potei non riconoscerlo: Nate che lo teneva per il colletto della maglietta e gli faceva sbattere la testa a terra forte, a ogni colpo lui gridava per il dolore. Nessuno sembrò accorgersi di niente. Erano tutti sbronzi. Dietro di me si trovava Denise.
"Stai bene, Alexa? Ti giuro, ho cercato di fermarlo, ma non mi ha ascoltato, perciò ho chiamato Nate." Mi abbracciò ed io cercai di non piangere lì davanti a tutti. Volevo sfogarmi, non per quello che aveva fatto Benjamin, ma per i ricordi che, contro la mia volontà, mi vennero in mente. Appena mi staccai dall'abbraccio andai subito a bloccare Nate, avrebbe potuto farsi male.
"Nate!" Gli posai una mano sulla spalla e lo allontanai da lui. Benjamin aveva il naso sanguinante e si posò il palmo della mano sopra, rialzandosi a sedere. "Merda, Nate! Ma che cazzo! Perchè?"
"Ah, mi chiedi anche il perché? Brutto stronzo! Ti ho visto baciare Alexa e lei che ti spingeva! Sei un bastardo!" Fece per riavvicinarsi a lui ma io lo bloccai.
"È tutto okay." Lo abbracciai.
"Sicura?" Mi accarezzò la schiena.
"Si. Grazie. Sei il migliore, ma ora lascialo stare, finirai nei guai." Gli baciai il petto. Nonostante io stessi andando in pezzi, mi convinsi che fosse tutto a posto. Ma quando sentii gli occhi pizzicarmi, corsi via da lui e mi rifugiai dietro un albero, in modo tale che nessuno possa vedermi piangere.
Mi asciugai le lacrime, ma non feci in tempo che me ne sgorgarono altre. Denise e Nate comparvero affianco a me e non dissero nulla, quando mi distesi sul prato, cercando di calmarsi. Loro fecero lo stesso.
"Lui... Mi stava toccando dappertutto. Dappertutto, dico. Cercavo di liberarmi da lui, ma mi aveva immobilizzata a terra... Non riuscivo a muovermi... Lo vidi levarsi la cintura dei pantaloni... Intanto mi toccava in qualsiasi parte del mio corpo... Non riuscivo a reagire... Ero paralizzata dalla paura... Sapevo cosa stava per fare... Ma nonostante questo non riuscivo a muovere un dito... Per fortuna... Arrivò... Arrivò... Arrivò Luke..." Singhiozzai. Era la prima volta che raccontavo in prima persona quello che avevo provato e cos'era successo. Quasi tutti lo sapevano, ma io non lo avevo raccontato a nessuno. Denise pianse con me, ma i suoi singhiozzi erano piú leggeri, soffici. I miei erano isterici. Nate mi abbracciò e così anche Denise. Rimanemmo per tutto il resto della festa lì, distesi sul prato. Cercarono anche di distrarmi, ma la sigaretta era l'unica cosa che mi rilassava. Il fumo scompariva sopra le nostre teste e dal prato sembrava andasse verso le stelle. La sensazione di fresco un po' mi liberò dai pensieri, ma quando Nate e Denise non mi lasciarono un attimo... Allora si, che capii che cos'era la vera amicizia.

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