•I•

459 23 6
                                    

«Signorina, lei ha avuto un'amnesia retrograda.»
Silenzio.

L'estate a Roma era sempre troppo afosa, faceva caldo e la sera l'aria era quasi appiccicosa.
Io e Nicholas eravamo ad una festa, il suo migliore amico faceva il compleanno e ci aveva invitato. Non ho mai avuto una passione per le serate rumorose e piene di alcol in realtà, ma per fare contento Nicholas ci andai anch'io. Alle 2:30 erano tutti ubriachi ormai, nell'aria c'era puzza di fumo e la musica si confondeva con gli schiamazzi delle persone brille.
Mi chiedevo come mai le persone avessero bisogno di bere per divertirsi, ma non riuscivo a trovare una risposta.
Ero seduta su un divano rosso opaco in disparte dagli altri e nessuno sembrava accorgersi della mia presenza, così decisi di andarmene.
Avvertii Nicholas ma lui era talmente ubriaco che capì poco e niente di ciò che gli dissi. Non mi arrabbiai con lui, dopo una giornata di lavoro così lunga, non avevo nemmeno le forze per prenderla sul personale.
Presi la mia borsa a tracolla e me ne andai, cercando di evitare persone che ballavano, o almeno ci provavano.
Volevo solo tornare a casa e starmene sul divano a vedere un film, ma decisi di prendere la strada più lunga per camminare un po' sul lungotevere.
Lo facevo spesso, era un posto che sentivo mio e mi piaceva immaginare che lo fosse davvero.
Mentre camminavo, un leggero venticello estivo mi spostava i capelli biondi dal viso e il rumore degli alberi, perlomeno nella mia testa, sembrava coprire quello delle automobili. Ho sempre sostenuto che Roma di notte sia completamente un'altra città. Non intendo dire che di giorno non lo fosse, certo, ma con il calare del sole, cambiava completamente aspetto.
Mentre passeggiavo ed ero immersa nei miei pensieri, quali non saprei esattamente dirlo, un cartellone pubblicitario attirò la mia attenzione più degli altri.
Eravamo a luglio, i mondiali erano iniziati da una settimana circa e gli sponsor si erano affrettati a trovare volti noti per pubblicizzare i loro prodotti. Bastava guardarsi intorno per accorgersi che le strade erano completamente tappezzate di manifesti pubblicitari enormi; ma quello aveva attirato la mia attenzione in modo particolare e la cosa mi stupiva notevolmente, dato che ero solita camminare a testa bassa.
Per un secondo mi chiesi se non fosse il prodotto pubblicizzato ad avermi fatta incuriosire così tanto, ma esclusi subito quell'ipotesi dato che non mi pareva di avere una passione per gli scarpini da calcio.
Allora, a quel punto, focalizzai la mia attenzione sul volto ti quel ragazzo. Aveva degli occhi verdi enormi, labbra carnose e capelli di un castano chiaro.
Me ne stetti lì per circa un quarto d'ora a fissarlo, ma senza trovare il motivo della mia attenzione verso di lui.
Avevo smesso di seguire il calcio del tutto diversi anni prima, non guardavo nessuna partita e sapevo a malapena che l'Italia si era qualificata per gli Europei.
Presi il cellulare dalla borse, feci una foto al cartellone e mi incamminai nuovamente, incuriosita da ciò che era appena accaduto.
Arrivata a casa mi feci una doccia fredda e subito dopo accesi il computer, volevo capire.
Mi misi una vestaglia a cuoricini rosa e blu e mi sdraiai sul divano letto che c'era in salotto.
Cercai su Google i convocati per la Nazionale e iniziai a vagare un po' tra i risultati. Dopo circa mezz'ora e una ventina di nomi e volti a me sconosciuti, uscì lui, il ragazzo della foto.. Un certo Antony Mariani, perlomeno questo è ciò che il sito riportava. Aprii una nuova pagina Google e scrissi il suo nome per leggere qualcosa in più e capire come facessi a conoscerlo.
"Nato a Roma, figlio di un pugile, A. Mariani è una vera promessa del calcio.", diceva il sito della gazzetta regionale.
Mentre ero intenta a leggere articoli su articoli, rientrò Nicholas, erano le 4 passate e non me ne ero neppure resa conto. Puzzava tremendamente di alcol e fumo, ma anche sta volta non dissi niente. Spensi il pc e mi diressi in camera dove Nicholas si era allungato. Non mi disse niente e io lo stesso.
Si addormentò subito, probabilmente per il troppo alcol bevuto. Io restai ancora sveglia per circa mezz'ora, rannicchiata nel mio angolo di letto a pensare a quel cartellone, poi mi addormentai.

North StarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora