•VI•

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Era un mercoledì pomeriggio quando gli scrissi. Aprii il pc, andai su messagger e cercai Antony. Gli chiesi di vederci prima possibile e, se non chiedevo troppo, da soli. Lui rispose dopo circa mezz'ora e accettò.
Questa volta l'appuntamento era in un posto più 'sicuro' e indiscreto: il parco dietro casa di sua nonna dove passava i pomeriggi da bambino, perlomeno questo è ciò che mi disse quando gli chiesi dove ci trovavamo.
Ci incontrammo alle 16:00, faceva abbastanza caldo ma tirava un'arietta che mi faceva svolazzare tutti i capelli biondi.
Appena lo vidi questa volta non mi sorrise, sembrava ancora offeso per la volta precedente, ma speravo che mi desse tempo per spiegargli ciò che era successo, e per fortuna fu così.
Gli raccontai dell'incidente, del mio trasferimento a Roma 5 anni prima e del fatto che avessi perso la memoria. Quando finii di raccontare mi aspettavo una sua reazione, invece lui, come se fosse normale, iniziò a raccontarmi la sua storia da quando aveva 15 anni, fino a quel pomeriggio. Non lo fermai mai, lo lasciai parlare per tutto il tempo, come lui con me poco prima.
Mi raccontò del suo sogno di diventare calciatore che era diventato realtà, del suo esordio in prima squadra poco tempo prima, della sua ragazza con cui stava da più di un anno e del progetto che aveva di aprire una scuola calcio.
Restai a sentirlo ammirata e attenta, ma quando finì non mi riuscii a trattenere e gli feci la domanda per cui principalmente ero lì:«Cosa hai a che fare con me?» e intanto tirai fuori la nostra foto abbracciati dalla borsa.
Lui sorrise e prese la foto in mano, non parlò per qualche secondo e continuò a guardare quell'immagine. Lo guardai e mi accorsi che aveva gli occhi lucidi allora gli chiesi cosa ci fosse che non andava e lui disse con voce tremante:« Vedi Alisia, questa è la panchina dove ti ho baciata la prima vol..»
Non riuscì a finire la frase che si commosse, preso dai ricordi probabilmente.
Non sapendo cosa dire in quel istante, me ne restai zitta a guardarlo.
Antony era stato il mio primo amore.
Non ricordavo niente di lui, eppure lo avevo trovato.

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