•XI•

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Quando arrivai da mia zia non le diedi troppe spiegazioni, avevamo un rapporto abbastanza stretto quindi appena entrai mi guardò come se avesse già capito che qualcosa non andava.
La raccontai tutto, della lettera che avevo scritto a Nicholas, di Antony e della confusione che avevo in testa in quel momento.
Le dissi anche che non sapevo cosa fare della mia vita perché sentivo che tutto stesse andando a rotoli senza che io facessi niente.
Mi abbracciò e disse:«Ali, sai che io ti ho sempre sostenuta in ogni tua scelta, ma questa volta devi cavartela da sola.. Prendi in mano la tua vita!»
Aveva ragione, dovevo prendere in mano la mia vita e farne ciò che volevo, una volta per tutte.
Passammo il pomeriggio tra una chiacchiera e l'altra, mi invitò a rimanere a dormire alcuni giorni e io accettai senza esitare.
Nicholas provò a chiamarmi varie volte così risposi a uno dei suoi tanti messaggi, scrissi solo che non doveva cercarmi, che avevo bisogno di tempo per me e per capire; non rispose.
Quella sera mangiammo sedute sul divano mentre guardavamo un film, mi sentii rilassata e in pace, perlomeno fino alla pausa pubblicitaria del film..
Il faccione di Antony apparve sullo schermo, pubblicizzava una bevanda energetica. Sussultai e lei intuì che si trattasse proprio di lui. Si mise a ridere e disse che non era poi cambiato così tanto da quando glie lo avevo presentato tanti anni prima. Non so se si aspettasse che ridessi, ma io rimasi seria, quasi leggermente offesa. Fece per dirmi qualcos'altro ma mi alzai e andai in camera da letto, non volevo sentire altri commenti su di lui.
La mattina dopo mi svegliai presto, non so perché, così andai in cucina per fare colazione e accesi la TV. Presi i cereali e il latte, mi sedetti e iniziai a mangiare mentre ascoltavo le notizie del Tg. Ascoltavo le notizie quando partì un servizio sulla Nazionale, era un'intervista ai giocatori in prospettiva della partita che ci sarebbe stata la sera; Chiedevano cosa si aspettassero, come si sentivano e cose così. Arrivò il momento di Antony e il giornalista disse:«Mariani, tu che sei di poche parole, cosa ti aspetti da questa partita? Secondo te si può vincere?»
Lui restò impassibile e senza guardare la telecamera disse:«Se io ho ritrovato la mia stella, tutto è possibile, anche vincere questa partita»
Stavo per strozzarmi con i cereali, non riuscivo a credere che lo avesse detto davvero. Spesi la televisione e andai in camera di corsa, pregavo di non aver lasciato a casa il blocchetto con i biglietti.
Dovevo andare alla partita, a fare cosa ancora non lo sapevo, ma dovevo andarci.

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