•XIV•

157 10 1
                                    

La mattina dopo andai al centro, volevo trovare casa sua.
Iniziai a vagare tra i nostri messaggi per trovare l'indirizzo, mentre cercavo apparve l'avviso di una sua chiamata, risposi.
Mi chiese di vederci, diceva che aveva una cosa mia da darmi, io accettai senza pensarci.
L'appuntamento era per le 15 circa, sempre nel quartiere sperduto dove viveva la nonna.
Volevo rivederlo, dopo la lettera non sapevo bene che aspettarmi, anche se a dire il vero un suo abbraccio mi sarebbe servito.
Alle 15:10 ero arrivata in quei vicoli, di lui nessuna traccia. Pochi minuti dopo lo vidi arrivare, aveva una giacca nera e dei jeans scuri; teneva in mano un quaderno rosa e nero con un laccio sul lato. Mi avvicinai abbastanza intimidita per salutarlo con due baci sulla guancia, ma lui, più alto di me, non si chinò e fece come a ignorare il mio saluto, così lasciai perdere.
Mi guardò negli occhi, poi abbassò lo sguardo e ponendomi il quaderno disse:«Questo è tuo. Forse non ti ricordi di noi, ma leggendo questo magari potrai immaginare ciò che siamo stati..»
Presi il quaderno in mano e gli sorrisi:«In che senso è mio?» Lui arricciò un po' il naso:«Le cose lì dentro le hai scritte tu, tanto tempo fa. Me lo desti quando ci lasciammo. Dentro c'è tutta la nostra storia vissuta da te»
Feci per rispondere ma lui scosse la testa come a dire no, non so perché e si voltò per andarsene. Lo presi per il braccio:«Dove vai?!»
Mi scostò:«Devo andare.. Buona lettura»
E si allontanò con passo lento e calmo.
Rimasi in mezzo alla strada con quel quaderno in mano, così mi diressi verso la macchina e tornai da zia.
Arrivata a casa mi sedetti sul letto e iniziai a leggere ciò che c'era scritto, ciò che io avevo scritto. Parlava, o meglio, parlavo della nostra storia, di quanto lo avevo amato. Raccontavo dei nostri pomeriggi insieme, dei baci di fretta sotto casa e di ogni litigata che finiva con un bacio. Del suo sogno di cui mi parlava tanto, dei viaggi che volevo fare.
Dicevo anche della nostra fine però.. Di quanto avevo sofferto quando mi lasciò e di quanto mi mancasse. Lessi tutto quello che non sapevo della nostra storia, dell'odio che provavo verso di lui quando decise di finirla su due piedi.
Nell'ultima pagina c'era una frase che però non era scritta da me: "ti ho già fatto abbastanza del male.." L'aveva scritta lui con una penna nera.
Tutto si fece più chiaro, le parole della sua lettera avevano più senso.
Mi aveva abbandonata tanto tempo prima, ma non era mai cambiato, era rimasto il solito stronzo che preferiva avere una a settimana.
A quel punto riuscii a capire le ultime righe messe in quella lettera: non voleva farmi star male ancora, o almeno così interpretai il tutto.
Forse aveva ragione, forse avrei dovuto lasciar perdere tutta quella storia, non avrebbe portato a niente. In fondo lui aveva la vita dei suoi sogni, tutte le donne che voleva, io non c'entravo niente e sarebbe stato stupido sperare in un finale assurdo.
Mi sentii confusa, come quando sei sdraiata, ti alzi in piedi di colpo e per un secondo non vedi più niente.

North StarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora