«Grazie,Blaine! Lo apprezzo»
«Fareidi tutto per i miei mozzi, devi solo chiedere» rispose lui.
«Mipiacerebbe una birra, a questo punto» Blaine si alzò in piedi discatto.
«Nonc'è problema, ma manca qualcosa nella frase» replicò, rimanendofermo, in attesa.
Liamci mise qualche istante a capire, poi sorrise.
«Mipiacerebbe una birra, capitano» Blaine ricambia il sorriso.
«Miocapitano sarebbe stato meglio,ma per adesso può bastare. Sei unmozzo alle prime armi, è ragionevole che tu debba ancora abituarti»
«Laringrazio della magnanimità, Capitano» ironizzò Liam.
«Dinulla! Ma dov'è finita Jessa?» Blaine uscì dalla stanza perandare a prendere una birra.
«Credoche se anche provassimo ad indovinare, le possibilità di averragione sarebbero irrisorie. E' un cavallo impazzito, ma checavallo!» rispose Liam, alzandosi dal letto.
Blainerise, ed in quel momento suonarono alla porta. Liam raggiunse Blainenell'ingresso.
Quest'ultimoaprì il portone.
Davantia loro si trovarono due poliziotti, un uomo e una donna.
«Salveragazzi. Cerchiamo Blaine Carter, sappiamo che abita qui» esclamòl'uomo.
«Sonoio, agente. Cosa c'è?» rispose preoccupato.
Lapoliziotta estrasse le manette.
«Ladichiaro in arresto per aggressione e tentato stupro ai danni diSimone Whittaker. Quello che dirà in questa sede potrà essere usatoin tribunale contro di lei». «Ci deve essere un errore!» protestòLiam.
«Nonè vero niente! Non l'ho nemmeno toccata!» disse Blaine, nelpanico.
«Devoammanettarla. Non opponga resistenza, sarebbe solo peggio» esclamòla poliziotta, senza prestare attenzione a quanto diceva.
Blainesi mise in posizione per farsi ammanettare.
«Glieloripeto, agente, non ho nulla a che fare con quanto mi ha detto»continuò a dire Blaine, nel tentativo di difendersi.
«Neparlerà col suo avvocato, noi dobbiamo soltanto portarla incentrale» spiegò il poliziotto.
Liamsi mise accanto all'amico.
«Vengocon te. Tranquillo, andrà tutto a posto» «Grazie, Liam.» glidisse Blaine « Anche se non credo sia così»
Eranole undici di sera, e Jessa era da sola in casa. Stava guardando unapartita di basket, con una birra in una mano e una canna nell'altra,ed era completamente rilassata.
Suonaronoalla porta.
Jessasbuffò, scocciata, ma si alzò per andare ad aprire.
Davantia lei trovò Hannah, con un'espressione arrabbiata.
Jessala squadrò da testa a piedi, e le piacque ciò che vide: quellaragazza aveva stile.
Lesorrise.
«Ciao!Chi stai cercando?» le chiese gentilmente.
«Cercoil mio ragazzo, Liam. Non mi risponde da un paio d'ore, vorreisapere che fine ha fatto» replicò Hannah, asciutta.
«Nonc'è al momento. Vuoi entrare ed aspettarlo qui?» Hannah spiòverso l'interno, e fece una faccia schifata. Poi guardò Jessa.
«Dovreiaspettarlo seduta su uno di quei divani da quattro soldi?» chiesecon tono acido.
Jessasi scrollò nelle spalle.
«Perquanto mi riguarda puoi pure restare in piedi, basta che mi faiseguire la partita!»
Hannahentrò nell'appartamento, e diede un'occhiata in giro, indecisa sudove sedersi. Nel frattempo Jessa si accomodò di nuovo sul divano, eriprese a fumare.
Dopoqualche istante Hannah si avvicinò al divano, estrasse dalla borsaun asciugamano e lo poggiò sul posto accanto a Jessa. Esaminòancora la superficie, poi finalmente prese posto.
«Fammicapire, cosa accadrebbe se il tuo prezioso fondoschiena dovessetoccare per sbaglio un divano da poveracci come questo? »
STAI LEGGENDO
NOTTI PROIBITE A NEW YORK ( buio, lotta, luce, narrativa generale, lgbt, gay)
General Fictionhttps://www.amazon.it/dp/B0CY2RKY48 Quattro ragazzi, che tra una festa e l'altra, cercano di inseguire ognuno il proprio sogno, e di trovare la persona giusta Il protagonista è Liam, un ragazzo che vuole diventare un pittore famoso, e si tra...