Parte 26

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Liamlo guardò negli occhi, deciso.

«Hodetto di non preoccupartene e non lo dicevo tanto per dire.Piuttosto, pensiamo a bere. Fra mezz'ora al massimo il timonieredella tua nave mentale sarà ubriaco, e non sarai più triste».

«Vabene, basta che la smetti di copiare le tue battute da Scrubs! Un pòdi originalità, che diavolo!».

Blainegli sorrise, e si rivolse al barista.

«Duewhiskey doppi e senza ghiaccio per favore».

«Notocon piacere che la moderazione è la più prepotente tra le tuequalità» notò Liam, sarcastico.

«E'quello che bevono i veri uomini di mare», puntualizzò lui. « Inqualità di capitano, non posso certo bere roba da donnette».

Liamgli tirò un pugno sul braccio.

«Equesto non include il graziosissimo Manhattan che ti ha preparatoJessa l'altra sera per quale motivo?».

«Soloun uomo totalmente sicuro della sua mascolinità può bere un drinkdel genere!» replicò Blaine, con un ampio sorriso.

Inquel momento il barista porse loro i due whiskey e Liam e Blaineavvicinarono il bicchiere per brindare. Liam si guardò intorno evide due ragazze nell'angolo del locale.

«Chifinisce per ultimo dovrà limonare con quella stramboide all'angolo»propose poi, indicando una ragazza giapponese seduta su undivanetto.

Avevaocchi grandissimi e una ciocca di capelli di un azzurro splendente.Stava bevendo un cocktail con un'amica bassina, piuttosto tozza econ il volto butterato.

«Seti riferisci all'asiatica potrei anche starci ma con la ragazza-pusproprio no», replicò Blaine.

Liamlo guardò scocciato.

«Crediche io sia un idiota?» gli chiese con tono acido.

Blainegli sorrise e alzò di più il bicchiere «Ok, vada per lagiapponese. Tre, due, uno...via» Liam e Blaine bevvero tutto d'unfiato ed il primo a terminare il bicchiere risultò Liam.

Liamsi alzò in piedi e parlò a voce alta.

«Chiè il più forte? Chi è il più forte?» chiese sfottendo Blaine.

Blainelo guardò deluso.

«Immaginoche debba dire: Liam» esclamò lui a malincuore.

Liamsorrise.

«Si,direi proprio di si! Tocca a te, maschione» Blaine sorrise dirimando, e si rivolse al barista.

«Altridue, per favore. Ne avrò bisogno».

Jessasi muoveva nervosamente sull'uscio di casa mentre Hannah era fuoridalla porta del ragazzo che doveva rimorchiare per lei, in attesa dibussare.

«Miraccomando, cerca di sembrare più multietnica possibile, o potrebbenon rivolgerti la parola e sbatterti la porta in faccia».

Hannahla guardò male.

«BastaJessa! Non è migliore di noi solo perché è un ibrido razziale,semmai il contrario».

Jessala ignorò, e continuando ad oscillare sulla porta, pronta arientrare.

«Chefaccio, sto dentro o fuori?» chiese lei nel panico, giocherellandocon i suoi lunghi capelli biondi. « E se non gli piacessi? Poidovrei rigargli la macchina e finire nei guai come al solito esinceramente mi sono stufata di essere sempre la ragazza che rischiadi finire in carcere!».

«Calmati,Jessa!» la rassicurò Hannah « Con quelle tettone è praticamente impossibile che tu non gli piaccia!»

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