Il Modello.

18

Non é possibile. Questo davvero é un sogno.
Perché, come ci é riuscito...
Come ha fatto a uscire di prigione quel malato.

Rileggo ancora sto dannato foglio e mi viene l'istinto omicida.

Lei é MIA!

No, non puó. Lo uccido giuro.
Non so cosa fare. Sto sudando freddo.
Cammino, anzi corro per casa sua e alla fine decido di amdare dalla polizia. Non so che altro fare.

Vado dai carabinieri e spiego loro l'accaduto ma non mi capiscono.

"Signore lo so che é preoccupato ma no..."

"Non me ne frega un cazzo delle tue fottute 24 ore io voglio che muovi quel fottuto culo ora! CHIARO?"

"Ma scusi..."

"Ma un corno! Io sono un famoso modello e ti pago quanto vuoi ma tu ora muovi quel culo a cercare la mia ragazza. ORA! MARCH!"

Il poliziotto si alza finalmente da quella dannata sedia e va parlare con qualcuno.
Torna da me e mi chiede di raccontare tutti i dettagli che su questa storia e li porgo il biglietto lasciato.

Lo mettono in uno di quei sacchetti piccoli per le prove e lo fanno analizzare. Non capisco perché tanto lo so chi é il maledetto.

Ormai sono passate ore da quando mi chiedono le stesse cose e non hanno ancora fatto niente.

Stanco di sta cosa prendo e me ne vado a casa a farmi una doccia e penso a dovr potrebbe essere andato.

Non credo poteva andare molto lontano.

Pensa Naythen, pensa. Dove potrebbe averla portata quello psicopatico.

Non vuole solo lei ma anche me perché lo sbattutto in carcere.
Vuole farmela pagare.

E sa come ferirmi.

E se volesse me e non lei?

Corro nell'unico posto che ricordo avendo in mente un obbiettivo ben preciso. Quello di trovare Jennifer.

Mezzora dopo arrivo lí e entro dentro nonostamte i ricordi che mi pervafono sono talmente forti da peovocarmi un forte disgusto.

Faccio una smorfia di riluttanza rivedendo gli accaduti dell'altra volta.

Ricordo tutto cosí chiaro. E mi sale un nervoso surreale.

Inizio a guardare in giro. Entro in tutte le stanze ,una a una, nella speranza di trovare qualcosa anche se, non ho la minima fottuta idea di cosa.

Alla fine mi rimane solo una stanza. Quella stanza. La stanza in cui la torturata fino a farla entrare in coma.

Quel fottuto ...non ho parole per descriverlo.

Mi faccio coraggio ed entro.
Tutto é uguale a quella volta. Le chiazze di sangue, le catene, tutto.
Sento il mio corpo percosso da mille brividi.

E sento la rabbia salire ma cerco di calamermi altrimenti non arriveró lontano.

Mi guardo intorno e cerco con lo sguardo qualcosa che possa aiutarmi ma mi arrendo sedendomi a gambe incrociate per terra e con le mani tra i capelli.

Proprio in quel momento noto una freccia bianca sotto di me.
Ma questa c'era?

La seguo e indica la finestra. Lì sotto era incatenata Jen.

Provo a guardare il posto nella speranza di trovare qualcosa ma niente cosí mi appoggio alla piccola finestra sbarrata non sapendo piú cos fare.