Capitolo 3.

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Eren's pov.

Le lezioni passarono velocemente, sopratutto avendo la testa completamente altrove. Subito dopo mi diressi in palestra, la mia Chiesa, il mio tempio dove mi avrebbe aspettato il mio ormai giornaliero allenamento sotto i consigli attenti e minuziosi di Armin.
È così che passai le ultime due settimane e i risultati non si fecero attendere.

Mi sentivo pronto, ero convinto di riuscire ad entrare nella squadra, conoscere il capitano e magari anche prendere il suo posto un giorno, quello sì che sarebbe stato soddisfacente, tutti mi avrebbero venerato come un Dio.
È solo questo che vuoi? Essere riconosciuto come un Dio? Non avrai mica dei problemi di autostima?
Scacciai subito dopo quei pensieri forti come un destro in pieno viso.
In effetti un bel colpo lo presi indipendentemente dal mio subconscio, distraendomi e lanciando male il pallone che rimbalzando sul canestro mi finì in piena faccia facendomi perdere i sensi.

Sentii la voce ovattata di Armin, tutto sfocato, ed infine il buio.

"Si riprenderà presto è stato solo un grande spavento..."
Sentii delle voci a cui non riuscii collegare un viso.

"Infermiera è sveglio!"
Sentii un'altra voce.

"Uh?"
Mugugnai.

"Eren!"
Vidi Armin e Mikasa precipitarsi verso di me.

"Ragazzi sto bene, sul serio... mi fa solo male il viso... ma che è successo?"
Tentai di mettermi seduto aiutandomi con le mani puntate sul lettino dell'infermeria tremendamente morbido e imbottito.

"Hai preso una pallonata in faccia..."
Mi riferì il biondo tentando di camuffare una risata con una mano davanti la bocca.

"Cazzo..."
Mi toccai la parte dolorante scorgendola senza troppo stupore gonfia e tremendamente sensibile.

Mi guardai attorno in cerca di uno specchio, una volta trovato sul muro sinistro affianco al mio letto ci vidi riflesso il mio viso, avevo un occhio aleggiato da una presenza violacea, il livido si stava appena formando, segno che i colori sarebbero mutati orribilmente.
La dottoressa mi spiegò che il colorito tanto sgradevole sarebbe andato via a breve, ma non prima d'aver passato tutte le fasi di colorazione, dal viola al giallo ocra e così via, tirai un mezzo sospiro di sollievo.

"Ci hai fatto prendere un bello spavento Eren..."
Ammise il biondo riprendendo la sua serietà, si passò una mano fra i capelli portandoli leggermente indietro.

"Scusate ragazzi..."
Ammisi fissandomi ancora all'interno dello specchio circolare squadrando quell'occhio quasi irriconoscibile.

"A cosa stavi pensando?"
Riprese Armin.

"Mh?"
Chiesi confuso, ero talmente distratto dalla mia figura e dai miei pensieri che non sentii minimamente il biondo.

"Sì insomma, fino a qualche tiro prima eri impeccabile poi tutto d'un tratto BOOM, per terra. A cosa stavi pensando o meglio... a chi?"
Mi chiese Armin assumendo un'aria maliziosa.

Maledetto lui e le sue stupide deduzioni perfette.
Pensai.

"Nulla, sul serio... mi sono solo distratto pensando alla... alla selezione, sì..."
Dissi grattandomi nervosamente un braccio in preda al disagio.

"Secondo me non ce la racconti giusta"
Continuò il biondo assottigliando gli occhi.

"Dai ragazzi... mi fa ancora male la testa..."
Mi inventai una scusa massaggiandomi le tempie.

"Mh... d'accordo..."
Finì lui scettico.

Con non poca fatica mi alzai dal letto fasciandomi con una benda che mi ricoprì per intero l'occhio.

𝐌𝐲 𝐂𝐚𝐩𝐭𝐚𝐢𝐧  ➢ ᴇʀᴇʀɪ   *in revisione*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora