Capitolo 17.

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Eren's pov.

"Io ti piaccio?"

Mi lasció spiazzato.
Non seppi cosa rispondere, iniziai ad avere paura, paura d'aver sputato qualcosa di amaramente sbagliato perdendolo per sempre e non avrei voluto di certo.

Abbassai lo sguardo.
"Io... io non lo so."
Optai per una mezza verità.

"Ho capito, sei ancora ubriaco."
Aggiunse.

"Cosa? Oh... bhe..."
Arrossii, mi aveva facilitato il tutto, forse nemmeno lui avrebbe voluto saperlo veramente.

"Ti va di fare qualche tiro al canestro invece di starcene qua?"
Non mi aspettai una simile richiesta lasciandomi in uno stato confusionario.

"Sì... SÌ certo"
Realizzai parola per parola.

Rientrammo in palestra. Lo vidi afferrare un pallone iniziando ad eseguire qualche palleggio avanzando verso di me. Ancora la testa mi doleva, ma non mi sarei di certo tirato indietro. Tutto ciò che mi serviva in quel momento sarebbe stato giocare. Gli corsi incontro tentando di sfilargli il pallone dalle mani, ma niente da fare, fu impossibile.

"Sbaglio o non riesci a prendermi il pallone?"
Mi guardò con aria maliziosa e provocatoria.

"Certo che ce la faccio."
Strinsi i pugni e mi fiondai sul ragazzo.

Tentai di prenderglielo ma il risultato fu leggermente diverso dalle mie aspettative.

Caddi a terra.

Vidi Levi abbozzare un lievissimo sorriso, era davvero bello.

"Vuoi restare a terra per sempre?"
Chiese con il pallone sottobraccio.

"Mi alzo, mi alzo."
Risposi in modo divertito ed affaticato.

Mi alzai con non poca difficoltà continuando poi a giocare.
Levi fece qualche canestro, più che altro per sfizio, lo trovai molto agile.

"Complimenti!"

"Tsk, non ho bisogno dei tuoi complimenti moccioso."
Mi puntò uno sguardo divertito.

"Come sei permaloso"
Risposi alla provocazione in modo ironico, ricevendo di conseguenza uno sguardo piuttosto tagliente, poi ad un tratto, sentimmo la porta della palestra aprirsi leggermente, quasi timidamente.

"O no."
Disse quasi in un sussurro il corvino con lo sguardo perso verso la porta.

"Cosa... cosa succede?"
Chiesi preso da un attacco d'ansia.

Un branco di ragazze, probabilmente cheerleader, stava varcando la porta della palestra per la loro lezione.

Appena videro Levi in divisa, ovvero una canottiera verde con dietro il simbolo della squadra che gli mostrava le braccia, quelle braccia forti e muscolose, le ragazze iniziarono ad urlare e corrergli incontro, il corvino invece assunse un'espressione alquanto impaurita.

"LEVII"
Urlò una.

"HEICHOU"
Continuò un'altra.

Lo fecero cadere a terra.
Non potei non trattenere una risata.

"Levi che ci fa con un ragazzino?"
Chiese la prima puntandomi uno sguardo schivo.

"Levi venga con noi!"

"Sii venga!"

"Toglietevi dalle palle."
La sua voce maschile risaltò fra quelle delicate e squillanti delle ragazze.

"Waaa è sempre così scontroso"
Sembrava che le ragazze amassero il comportamento del capitano, più le respingeva e più loro finivano per desiderarlo.

𝐌𝐲 𝐂𝐚𝐩𝐭𝐚𝐢𝐧  ➢ ᴇʀᴇʀɪ   *in revisione*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora