Capitolo 52.

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Levi's pov.

Eravamo ufficialmente entrati in finale.
La tensione si faceva sentire da parte della squadra.
Certo, non era la prima volta che arrivavamo ad un certo livello, ma la tensione rimaneva nonostante tutto.

Gli allenamenti e gli studi erano sempre più pressanti non lasciandomi spazio per nessun tipo di svago, per giunta stava finendo l'anno, mancava poco più di un mese.
Quella giornata però, dopo gli allenamenti avrei voluto staccare da tutto.

Avevo promesso ad Eren che avremmo passato una serata insieme e da quella volta nel pullman non lo feci mai.
Mi dispiaceva, ma c'erano cose altrettanto importanti.

Stava pulendo svogliatamente non notando il mio sguardo puntato sul suo.

"Ohi moccioso."
Richiamai la sua attenzione.

Sobbalzó leggermente girandosi verso la mia direzione.

"Dimmi"
In lui si accese una piccola luce di speranza.
Speranza di poter restare con me.

"Pulisci per bene."
Dissi, riportando lo sguardo su dei documenti.

"Oh... sì certo."
Notai una punta di delusione e rassegnazione nelle sue parole.

"Tutto okay?"
Chiesi, sbirciando dal lato del foglio.

Mi ignorò.

Continuai a fissarlo in cerca di una risposta che non arrivò.
Così decisi di avvicinarmi tendendogli una mano sulla sua.
Il ragazzo guardava a terra a pugni stretti che stringevano con nervoso il manico della scopa.

"NO CHE NON È TUTTO OKAY."
Sbottò.

Lo guardai stupito.
Non spiccicai parola aspettando che si sfogasse.

"Non trovi mai del tempo per me. PER TE SONO SEMPRE PIÙ IMPORTANTI QUEI CAZZO DI COMPITI O DOCUMENTI. Sono il tuo ragazzo... fanculo..."

L'ultimo commento non era riferito a me.
Lo disse fra sè e sè calciando un prodotto per la pulizia qualche metro più avanti.

"Mi dispiace, ma devi capire che certe cose sono importanti."
Tentai di farlo ragionare.

"Più importanti del tuo ragazzo?!"
Chiese incredulo.

"No idiota, era solo per questa settimana. Ho avuto esami, verifiche e questioni inerenti alla squadra tutte assieme, è stato impossibile trovare tempo per altro."
Continuai.

"Se davvero ci tenevi il tempo lo avresti trovato lo stesso."

Restai spiazzato.
Ero nervoso quanto lui.
Perché non capiva?
Eppure una parte di me mi ripeteva avesse ragione.

Mi limitai ad abbassare lo sguardo.
"Mi dispiace, sul serio."

"Sul pullman quella volta mi promisi di trovare del tempo per me, di stare insieme una sera a fare... beh... cose... hai capito."
Gesticolò per farmi capire.

"Lo so."

Avevo molto lavoro, ma non potevo trascurarlo.
Era il mio cucciolo -in tutti i sensi-, non avrei potuto lasciarlo in disparte.

"Mi dispiace... dimmi che posso fare."
Dissi poi in segno di resa.

"Stai con me."
Mi rispose semplicemente.

Mi ricordai dei documenti ancora impilati sopra la scrivania da ordinare, poi guardai il ragazzo e fanculo, non resistetti.
Lo presi a mò di sacco di patate e lo portai fuori dalla palestra ormai vuota chiudendola alle mie spalle.

𝐌𝐲 𝐂𝐚𝐩𝐭𝐚𝐢𝐧  ➢ ᴇʀᴇʀɪ   *in revisione*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora