Capitolo 26.

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Eren's pov.

Era uno degli ultimi giorni in quel noioso paesino. Nel pomeriggio andai con i miei genitori a fare un giro delle bancarelle abusive appostate lì in cerca di fortuna e di qualche malcapitato in ritardo con i regali di Natale.
Mi fermai in una che incideva frasi e parole su qualsiasi tipo di oggetto.
Venni catturato dalla facilità con cui l'uomo incideva, era delicato e preciso.

"Scusi..."
Iniziai tornando alla realtà.

"Salve mi dica pure."
L'uomo interruppe il suo lavoro per alzare lo sguardo.

"Vorrei far incidere su uno dei vostri anelli una parola."
Dissi intento a squadrare gli oggetti presenti con le mani dentro le tasche per l'eccessivo freddo.

"Certo, mi dica"
Si mostrò subito molto gentile e professionale.

"Heichou"
Dissi, ma bastò poco a farmi rendere conto che quello che feci sarebbe stata un'idea stupida.

"C-come? Temo di non averla capita"
Chiese preso alla sprovvista.

"H-e-i-c-h-o-u"
Gli scandii le lettere pensando che ormai era tardi per tornare indietro.
L'uomo allora iniziò il lavoro da me richiesto e le incise con perfezione.

"Eren che hai preso?"
Sobbalzai facendomi quasi perdere l'anello dalle mani.

"N-nulla mamma."
Risposi sbrigativo.

"Mh... eppure sono sicurissima di averti visto prendere qualcosa"
Mi guardò con aria pensierosa.

"Mamma non ho preso nulla, andiamo."
La allontanai alla svelta spingendola per le spalle via dalla bancarella.

Si fece sera e tornammo all'albergo.
Mio padre andò a dormire presto, mentre mia madre restò alzata e bussó alla porta di camera mia.

"Eren... posso disturbarti?"
Lo chiese da fuori della camera con la guancia premuta sulla porta.

"Certo"
Affermai esasperato ma anche intenerito dalla sua preoccupazione.

Si affacció sul ciglio.
"Posso parlarti?"
Chiese con invadenza.

"Parlarmi? Di che cosa?"
Chiesi un po' ansioso.

Entró definitivamente in stanza mettendosi seduta sul letto affianco a me.
"In questi giorni ti ho visto abbastanza assente."
Iniziò giocando nervosamente con le mani.

"È una tua impress-"
Non mi fece finire.
"C'è qualcuno e lo so, non ti ho mai visto così, neanche quando stavi con la tua ex fidanzata."
Mi confidò.

"Mamma... era alle medie."
Dissi esasperato passandomi una mano sul viso.

"Oh... come passano gli anni."
Guardó per aria per poi appoggiare una mano sulla mia gamba.

"Mamma, le persone cambiano, crescono e capiscono più cose."
Iniziai abbastanza incerto.

"Perchè mi dici questo?"
Non le risposi, mi limitai ad abbassare lo sguardo.

"Perchè ti ostini a girarci intorno? Dimmi chi è"
Insistè lei.

"Te lo direi se ci fosse qualcuno."
Mentii.
Non mi sentivo ancora pronto a dirle una cosa simile, nonostante fossimo molto legati come madre e figlio.
La vidi uscire dalla stanza sospirando.

Levi's pov.

Nel college non c'era quasi nessuno e tutto quel silenzio era tremendamente rilassante, anche se, a distanza di due giorni sarebbero tornati la maggior parte degli studenti.
Colsi così l'occasione per andare in palestra.

𝐌𝐲 𝐂𝐚𝐩𝐭𝐚𝐢𝐧  ➢ ᴇʀᴇʀɪ   *in revisione*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora