4° Capitolo.

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Volevo urlare quello che sentivo,

ma sono rimasto zitto per paura di non essere capito.



La mia esibizione è finita e mi hanno costretto anche a presentare Benji e Fede. Ha ricevuto più urla ed applausi la mia presentazione che le canzoni che ho cantato.

Penso che sia meglio così, non sono stata molto sotto osservazione almeno e le fan dei due ragazzi neanche mi hanno considerata. Sarà che Laura Pausini è passata di moda.

Mi metto in un angolo ad ascoltarli, una volta che salgono sul palco tutte si alzano per avvicinarsi, accalcarsi al palco e tentare almeno per un attimo il contatto con i loro idoli. È un palco modesto, dopotutto, ma un'ottima idea per fare un qualcosa di più intimo. Penso sia bello creare un rapporto con i propri fan, e loro lo fanno nel modo più giusto. Sulle note della chitarra di Benji, cerco con lo sguardo Danielle che, sono sicura avrà iniziato a sclerare non appena ha scoperto che al locale si sarebbero esibiti anche loro. Chi l'avrebbe mai detto.

Io prendo posto un po' più distante, non conosco neanche le canzoni e mischiarmi tra la folla mi farebbe sentire un'estranea. Mi soffermo più volte a guardare Benji e a ripensare a quanto successo prima. Un incontro di poco conto, sicuramente, ma inaspettato. Sarà per questo che ci ritorno più volte con la mente durante la serata. Scuoto poi la testa e mi costringo a smettere. Ritrovo Danielle quando sono a metà del mini concerto, quando tutta sudata si affretta a raggiungere il bagno. La fermo afferrandola per un braccio e sono già indecisa se dirle o meno quanto accaduto.

- Finalmente ti trovo! Stavo per chiamare chi l'ha visto.

- Iris! Scusami, sai com'è, ero impegnata. Ho fatto il due in uno. Io ti adoro!

Mi abbraccia, stringendomi a sé. Fortuna che è felice. Non oso immaginare la sua reazione quale sarà non appena le racconterò tutto. Lo faccio senza esitare, magari le farà piacere.

- Ho incontrato Benji prima.

- COSA?!

- Si, insomma. Ero nel retro a provare delle canzoni e ci siamo come dire..scontrati

- Non ci posso credere! Ti ha parlata?

Sta iniziando a perdere il controllo, ora come la calmo?

- No, mi ha mandata a fanculo.

Mi fissa. Seria.

- Maddai, Danielle! Scherzavo. Si. Abbiamo parlato. In realtà ora ho anche il suo numero.

- No dai, non prendermi per culo eh.

- Non sto scherzando.

Esita qualche secondo, ma vedendomi fin troppo seria cede e mi crede. Proseguo.

- Dice che ci sarà una piccola festa a casa di Fede più tardi e ci ha invitate. Però credo lo abbia già dimenticato quindi non andremo.

- Tu sei matta! Andremo eccome!

- No Danielle, ti prego. Non ho voglia di socializzare stasera.

- Non mi lascerai mica da sola? Non mi puoi fare questo! Avrò l'occasione di conoscerli, di parlarci. Ti supplico.

Cedo ai suoi occhi. Tiro un sospiro, rassegnata.

- Sei peggio dei bambini. E va bene, ci andremo.

- Ti adoro!

Mi abbraccia di nuovo, entusiasta. Ed io, scherzando, la scosto.

- Si okok, va bene. Ma per oggi basta abbracci. Ne ho abbastanza.

Mi sorride, ed esco all'esterno del locale e lei non perde un millisecondo per ritornare tra la folla scalpitante. Fortuna che non mi costringa a restare accanto a lei. L'aria dentro è diventata irrespirabile, si potrebbe morire ed io sto sudando tantissimo. Anche i capelli mi si sono appiccicati al viso.

Mentre aspetto che tutto finisca, mi accendo una sigaretta. Sono consapevole di quanto possa far male, non solo alla mia salute ma anche alla mia voce. È solo che ultimamente sfogo così: facendomi male. Mi siedo su un muretto e ricomincio a pensare a tutto ciò che ho lasciato a Napoli.
C'è tutta la mia vita lì. Ci sono tutti i miei sogni che, in un modo o nell'altro, ho dovuto riporre in un cassetto. C'è chi mi ha cresciuto, chi mi ha appena conosciuto e chi, invece, avrebbe voluto conoscermi. Ho lasciato felicità e dolore lì. Ma, i ricordi continuano a seguirmi, tormentarmi. Come se scappare da loro non bastasse.

Insomma, è una vita che non mi appartiene più ormai. Che mai mi apparterrà e che nessuno saprà. Qui sono nuova. Non sono la ragazza fidanzata di un maniaco psicopatico di cui tutti ora devono avere pietà, non sono la ragazza che si sforza ogni giorno di migliorare le sue abilità musicali consapevole che non arriverà mai da nessuna parte, non sono la ragazza timida che ha paura di esporsi e dichiarare le sue idee, non sono quella che subisce e non ha la forza di reagire.
Non sono nulla di tutto questo. Qui non sono la stessa Iris che ero lì.

E adesso ho paura. Paura di ricominciare tutto da zero, come se non fossi io. Di mentire, di inventare una nuova storia della mia vita. Paura di ritornare a conoscere persone, di correre il rischio di essere ferita, ancora. Di fidarmi della persona sbagliata o di non fidarmi più. Paura di perdermi di nuovo, di non sapere più cosa fare della mia vita. Di non avere più un obiettivo. Di spegnermi.
Ho paura. E, mentre ci penso, la mia sigaretta si è consumata tra le dita senza essere fumata. La getto e la spengo con il piede.

Dopo poco la porta a specchio del locale si apre, e ne escono alcune ragazze, probabilmente sulla quindicina che mi riportano alla realtà: io sono a Modena e sono una ragazza forte. Sono Iris e nessuno può mettermi i piedi in testa.
Quelle ragazzine sono felicissime e stringono tra le mani i loro autografi, altre invece riguardano la foto scattata sul cellulare. Spensierate, emozionate. Qualche piccolo commento di esaltazione e poi vanno via. Non ci spero più ormai di andare alla festa. Mi si è messa una malinconia addosso che l'unica cosa da fare è andare a casa e nascondersi sotto le coperte, al buio, con le cuffie nelle orecchie. Ma, lo squillo del cellulare mi dice che non posso.

È Benji, ha mantenuto la parola. Assurdo.

- Pronto?

- Ti sei già dimenticata di me?

La sua voce squillante mi fa sorridere, quasi mi rianima.

- Per niente.

Non sono una che se la tira, quindi non ho motivo di fingere che sia diversamente. È vero, sono fredda nei rapporti con le persone, o almeno, lo sono diventata con il tempo. Non amo essere in stanze affollate e sì, odio le festa. Ma, non mi credo nessuno. Non sono nessuno.

- Perfetto! Noi qui abbiamo finito, dove sei? Dai che andiamo tutti a festeggiare!

Probabilmente ha bevuto, è troppo euforico. D'un tratto sento qualcun altro che urla dall'altro capo del telefono. È Fede, ne riconosco il timbro di voce ma soprattutto il tono che utilizza nel rivolgersi a Benji.

- Ben, sbrigati che ci aspettano in macchina!

- Arrivo, arrivo.

Sbuffa scocciato dall'interruzione. Dopo qualche secondo di attesa, in cui aspetto con il cellulare all'orecchio, ritorna a parlare con me.

- Iris, devo lasciarti. Vi aspettiamo a casa di Fede!

- Ok, a dopo.

E riattacco, andando alla ricerca di Danielle.


- to be continued.


Sometimes the hardest thing and the right thing are the same. || BenjieFede FF.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora