37° Capitolo.

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" E, invece, neanche si erano dovuti cercare, questo è incredibile, 

e tutto il difficile è stato riconoscersi.

Riconoscersi, una cosa di un attimo, il primo sguardo e già lo sapevano.

Questo è il meraviglioso. 

Non si è mai lontani abbastanza per trovarsi, mai. "


Benji.

Avevo bisogno di prendere aria, così sono uscito per fare un giro. Tutto d'un tratto la stanza d'albergo era diventata una gabbia di cui tentavo di liberarmi, da cui dovevo assolutamente scappare.

Qualcosa mi dice che mia madre è andata via con qualcuno, quel qualcuno. 

Perché dev'essere così? Perché deve funzionare tutto stramaledettamente male? Perché le persone che più ami devono andarsene, abbandonarti, sparire? Perché il mondo deve girare al contrario?

Perchè?

Se c'è una cosa che odio di più della gente è la loro noncuranza verso gli altri. Verso chi li ama, chi tenta di proteggerli. Si, anch'io sono stato così per un periodo di tempo, ma so benissimo che se una persona riesce a farmi perdere la testa, so dare il cuore intero. E no, non avrei mai il coraggio di abbandonare da un giorno all'altro chi mi ama. 
Mia madre che motivo aveva di lasciare la famiglia? Che motivo aveva di dileguarsi da un momento all'altro? Nessuno, appunto. 

Un po' come Iris. 

Forse questo è il prezzo da pagare per tutte le volte in cui mi sono comportato da perfetto coglione facendo soffrire le persone? Sto per caso scontando tutta la gente che ho fatto soffrire? E' una sorta di purgatorio o cosa? 

Da quando sono uscito dall'albergo ho perso il conto di quante sigarette ho iniziato a fumare. Il pacchetto è quasi vuoto e ricordo di averlo comprato solo ieri. Ne metto in bocca un'altra.

Non posso farci niente, sfogo così. 

Cammino a testa bassa. Chissà, forse la mia soluzione mi verrà servita dalla strada.

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Incontrare Federico mi ha resa nervosa. Ora mi ritrovo a vagare per la città senza una meta, come se stessi scappando di nuovo. Eppure, credevo che Milano sarebbe stata la città che mi avrebbe salvata definitivamente. In cui mi sarei fermata, in cui non avrei più corso via da nessuno.

Invece no. Dev'esserci sempre qualcosa a rovinarti i piani. Sempre qualcuno a mettersi in mezzo e sfasciare tutto. 

Com'era bello quando nessuno mi conosceva, quando nessuno sapeva la mia storia, quando a malapena ricordavano il mio nome. Com'era bello nascondersi nell'incognito, dietro un sorriso, dietro una frase fatta. Dietro qualche banale segnale.

Nessuno badava a me. Era bello. O, almeno, mi convincevo che lo fosse.

Ho acceso e spento almeno tre sigarette da quando sono andata via da quel bar ed il mio passo è diventato così veloce da essere vicino alla corsa. Temo che possa avermi seguita, ma stranamente non mi guardo indietro. In ogni caso è Fede, non uno psicopatico e la cosa non mi preoccupa più di tanto.

Non è vero che ho sbagliato. Non è vero che non sarei dovuta andare via. Non è vero che gli altri ne hanno sofferto. Non è vero che avevano bisogno di me. Non è vero che mi sono comportata male. Non è vero che è stata una mancanza di rispetto nei loro confronti. Non è vero che io sono una fifona e so solo fuggire.

Sometimes the hardest thing and the right thing are the same. || BenjieFede FF.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora