7° Capitolo.

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Per tutta la vita, andare avanti

cercare i tuoi occhi negli occhi degli altri

far finta di niente, far finta che oggi

sia un giorno normale.



Rientrando in casa, Danielle subito accorre da me preoccupata, fa lei le veci di mia madre ormai.

- Che succede?

- No, chiedo io a te che succede! Non mi rispondi al cellulare, non mi avvisi, non mi dai tue notizie. Credevo fossi scappata di nuovo.

Agita le mani al vento, gesticolando preoccupata. Per quanto possa essere pesante, ha ragione. Avevo completamente dimenticato di avvisarla e non avevo controllato il cellulare per tutta la giornata.

- Hai ragione Danielle, scusami. Ti spiegherò tutto.

Porto una mano dietro al capo, mentre con l'altra tiro il cellulare dalla borsa notando l'accalcarsi di chiamate e messaggi e mi affretto a darle spiegazioni. Dalla sua espressione, si aspetta un qualcosa di plausibile.

- Sono stata con Benji.

Sgrana gli occhi, ma mi lascia continuare, pare già rilassare l'espressione così le spiego per filo e per segno ciò che è successo. Quello che evito di raccontare è ciò che ho provato io, anche perché so che passerà presto. È questione di ore e dimenticherò tutto.

Sarà stata una semplice reazione, un banale momento di smarrimento. Dopotutto era tanto che non uscivo con un ragazzo, diverso da Francesco, intendo.

Non c'è niente di cui preoccuparsi, mi rassicuro mentre risalgo in camera.

Danielle.

Ultimamente Iris mi preoccupa sempre più spesso. Quando abitavamo lontane facevo fatica a starle appresso e tenere sott'occhio tutti i suoi movimenti. Ora, che vive con me, mi fa impazzire. È vero che è cresciuta, che ha la mia stessa età e che sa badare a se stessa ma io non posso far a meno di proteggerla. È come una sorella e non potrei mai immaginare che le accadesse qualcosa di male.

Mi sento sollevata ora che è tornata a casa e quasi mi dispiace dover uscire per il mio appuntamento e lasciarla sola, ma non posso proprio dar buca a Bryan. Ho già rimandato a causa della sua assenza che mi ha lasciata inquieta.

Bryan è un ragazzo che ho conosciuto da poco, a lavoro. Era un cliente abitudinario della libreria in cui lavoro come commessa. Ci vedevamo quasi tutti giorni, ed in uno di quelli ci siamo soffermati a parlare sul libro che aveva acquistato: un classico inglese per cui vado pazza. Non potetti far a meno di commentare il suo acquisto e da lì, pare mi abbia notata. O, almeno, ha iniziato a guardarmi con occhi diversi.

Un giorno mi fece recapitare in negozio un mazzo di rose con un bigliettino, su cui c'era scritto un luogo di incontro ed un orario con la frase "sarei molto felice se venissi".
Mi sembrava tutto così magico, proprio come nei film. Non potevo di certo perdere un'occasione del genere. Così feci ed andai. 

Dopo quel nostro primo appuntamento, a quanto pare ne stanno seguendo di altri. È un ragazzo veramente dolce e gentile, uno di quelli che quasi non si incontra più alla nostra età.
Proprio quello che ogni padre vorrebbe accanto alla propria figlia: un gentleman d'altri tempi.

Sento bussare il campanello, è lui. Avviso Iris che esco, e mi rassicura che mi avviserà qualsiasi cosa succeda. Lo spero.

A volte mi sento stupida a comportarmi così, ma non posso farne a meno, lei è sempre imprevedibile.
Ma, questa sera cercherò di liberare la mente e trascorrere un piacevole appuntamento.

Bryan mi fa trovare in macchina un mazzo di fiori, tutti coloratissimi. È sul cruscotto, dal lato del passeggero, in modo che possa vederli appena entro. Tipico di lui.
A volte è un po' troppo esibizionista, ma non tutti possono essere perfetti. 

- Sei una meraviglia.

Mi sorride e si allunga a salutarmi con un bacio sulla guancia. Fosse per lui si sarebbe già spinto oltre, ma sto tirando un po' le redini, non voglio mi veda come una facile, né voglio essere presa in giro. Prima ho bisogno di scoprire che tipo è, ho già ricevuto troppe batoste dai ragazzi. Sarà colpa della mia ingenuità?

- Grazie.

Arrossisco, e guardo i fiori. Lui mi incalza, senza perdere tempo.

- Sono per te. Sono bellissimi proprio come lo sei tu.

Devo ammettere che troppi complimenti spesso mi imbarazzano, e non dico altro per quasi tutto il viaggio in macchina. Succede spesso così tra me e lui, è come se non avessimo molti argomenti di cui parlare, come se li avessimo terminati tutti, nonostante ci frequentiamo solo da poche settimane. Mi porta in un ristorante, di lusso, vicino al mare, in cui sono ad accoglierci già all'entrata alcuni camerieri vestiti a puntino. Non so perché, ma tutta questa situazione mi turba. Non sono per niente a mio agio.

- Allora? Cosa prendi da mangiare?

Mi chiede scorgendo lo sguardo fuori dal menù. Finalmente si è accorto che sono seduta anch'io al tavolo.

- Non so, tu cosa prendi?

Non mi risponde subito, è troppo occupato al guardare il cellulare, chattare con chissà chi e navigare sui social. Anzi, non mi risponde proprio. Leggermente innervosita mi alzo, spingendo di colpo la sedia dal tavolo, un po' troppo rumorosamente. Lui alza gli occhi per quel mio gesto poco galante e pare inorridirsi.

- Vado un attimo in bagno.

Mi fa un cenno con un finto sorriso, per poi riabbassare lo sguardo al cellulare non appena mi sono allontanata. Raggiungo il bagno, confusa, distrutta. Non so cosa mi prenda. Quel ragazzo pare proprio non faccia per me, ed invece, continuo a starci insieme. Continuo a convincermi che sia quello perfetto. Perché è perfetto, ma forse fin troppo. Mi do un'occhiata allo specchio, e mi soffermo ad osservare i miei capelli. Una chioma lunga, rossiccia mista al castano, ricade sul lato della spalla destra in modo poco naturale. Devo aver aggiunto troppa lacca, pare che neanche si muovano. 
Passo le dita all'interno, scuotendoli un po' con entrambe le mani. Tutta questa perfezione inizia ad avvilirmi. Voglio che qualche ciocca si perda disordinatamente sul viso.

 Poi esco con in testa gli stessi pensieri con cui ero entrata.

- Danielle?

Sento una voce maschile dietro di me, incerta, ma ostento a riconoscerla. Mi volto e trovo Federico, con il suo inconfondibile ciuffo biondo, avvolto in uno bellissimo smoking nero. O forse era lui a renderlo tale?

- Federico, ma cosa ci fai qui?

Sorrido, visibilmente contenta di incontrarlo per caso in una serata fin troppo noiosa per essere continuata.

- Sono con mia sorella

Fa un sorriso un po' imbarazzato, portando una mano dietro al capo. Non faccio altre domande private, ma quella fatta mi viene rigettata contro.

- E tu, invece? Sei con la tua amica?

La butta lì, ma mi da l'impressione di non voler sembrare troppo invadente. Scuoto appena la testa.

- Sono...sono con un ragazzo. Un ragazzo, sì.

Rispondo titubante, per qualche secondo mi da fastidio l'idea che lui possa pensare che sono impegnata o che possa vedermi con Bryan.

- Ah...

Pare scosso, così mi saluta. Nel passarmi vicino le nostre mani si sfiorano, in un contatto leggero ma che mi provoca un brivido lungo la schiena. Perdo il contatto con i suoi occhi.

- Allora ci si becca in giro, buon divertimento.

Lui pare non aver sentito niente, mentre io resto imbambolata, senza aprir bocca se non per incurvare un sorriso spento. Un breve incontro che mi scuote completamente. Avrei preferito restare a chiacchierare con lui piuttosto che tornare al tavolo da Bryan.

- to be continued.

Sometimes the hardest thing and the right thing are the same. || BenjieFede FF.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora