42° Capitolo.

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Forse non l'ho ancora fatto, ma voglio ringraziare tutte le persone che stanno seguendo questa storia. Le letture continuano ad aumentare, e ne sono davvero molto ma molto felice, perché adoro scrivere questa storia e mi state spronando a farlo sempre di più. 

Grazie anche a chi ha trovato un minuto per commentare. <3


"Vai nella direzione contraria ai tuoi veri desideri, alla fine.

Eppure i tuoi veri desideri sono come il mare. 

Quando credi di averli finalmente lasciati sedimentare sotto il peso del tempo, 

il mare non solo li fa riaffiorare ma te li restituisce intatti e più forti di prima."


Non so come abbia fatto, ma ha trovato la mia attuale abitazione, ed io che credevo di essere al sicuro e lontana dal mondo. L'ho fatto salire in camera, non ho potuto fare altrimenti. Anche perché non era affatto intenzionato ad andare via. E, per evitare di far rumore ed infastidire i coinquilini, ho preferito trascinarlo sopra.

- Cosa ci fai qui?

Gli chiedo sottovoce, sedendomi a gambe incrociate sul letto. Poco bado al mio aspetto in questo momento, mi interessa tutt'altro. Mi interessa lui. Del perché sia venuto fin qui, cosa ha intenzione di dirmi e soprattutto cosa vuole fare.

- Non mi è piaciuto per niente come ci siamo lasciati.

Diretto, risponde. Fa un sospiro, vaga per la camera stretta quanto un bunker, avanti ed indietro. Evita il mio sguardo. Lo so che lo evita. Non l'ho certo conosciuto 5 minuti fa, so individuare determinati comportamenti. Lascio per qualche secondo che scenda il silenzio tra noi, che si calmi e che mi dica perché è qui da me. Perché mi ha cercata.

Ho imparato a conoscerlo, dopotutto.

- Devi smetterla di fuggire, Iris. Tu devi urlare, devi incazzarti, devi anche picchiarmi se vuoi...ma devi smetterla di andare via. Devi restare con me. Non ne posso più di questo tuo comportamento ma...ma...sono innamorato di te e non posso più negarlo a me stesso né a nessun altro. Voglio essere diverso da te, voglio essere diverso da chiunque altro lì fuori. Ma soprattutto voglio essere diverso da ciò che io ero qualche tempo fa. Basta con quest'orgoglio del cazzo che mi arriva alla testa, basta con quest'aria fredda, basta con le distanze. Basta con tutto ciò che ci tiene lontani.

Le sue parole bloccano le mie. Mi fissa negli occhi adesso. Anzi no, fa qualcosa di più.
Adesso realizzo che è qui, accanto a me seduto sul letto mi tiene le mani e continua a guardarmi come se fossi l'ottava meraviglia del mondo, come se potessi però sfumare da un momento all'altro.

Gli stringo le mani più forte, e trattengo il suo sguardo su di me. Così come trattengo lui con me con la paura che possa sfuggirmi via.

- Hai ragione. Devo smetterla. Ero tornata da te, ma avevo così tanta paura di essere respinta, perché sapevo che sarei stata respinta, che niente...sono scappata al primo intoppo. Ed ho sbagliato. Ed ho sperato fino alla fine che tu facessi qualcosa per trattenermi, che tu mi tenessi le mani e prendessi con te. Ma ho preteso troppo, perché ti avevo fatto già fin troppo male.

Faccio una piccola pausa, sto per aggiungere dell'altro, ma lui mi zittisce puntandomi l'indice sulle labbra. Prende poi il mio viso tra le mani, e delicatamente insinua le sue dita tra i miei capelli avvicinandomi a sé e baciandomi con tutto il desiderio che avevamo tenuto fermo fino ad ora. Mi bacia travolgendomi, assaggiando le mie labbra, ricordando il sapore che avevano un tempo. Mi bacia gettando via le mie paure, facendo sfumare i miei dubbi e cancellando ogni timore. Mi bacia sapendo che non sarà l'ultima volta, o almeno sperandoci. Mi bacia come non aveva mai fatto prima, come non avevamo mai avuto occasione di fare: con la consapevolezza che i nostri sentimenti sono ricambiati.

E posso giurare di aver toccato il cielo con un dito in quel momento di ricongiunzione totale.

Trascorriamo la notte insieme, stretti l'uno all'altro, nel mio letto che non è poi così grande, ma ci tiene caldi. E vicini, soprattutto. Al mattino ci svegliamo quasi di soprassalto. Uno dei coinquilini ha iniziato a bestemmiare in aramaico antico perché non ha trovato il latte in frigorifero.

- Devo averlo bevuto io ieri mattina, credo.

Bisbiglio tra le labbra, facendo spallucce, come se fossi innocente dopotutto.

- Ma tu sei pessima, e non l'hai ricomprato!

Benji vorrebbe rimproverarmi, ma è troppo divertito per trattenere le risate.

- Ero... ero impegnata...scusa...

Scoppio a ridere anch'io, ma forse è meglio non rivelare la realtà delle cose a José, il bestemmiatore professionista.

- Vuoi accompagnarmi a prendere Fede alla stazione?

- Certo

Non aggiungo altro. Stendo un sorriso, consapevole che con lui possa essere arrivata anche un'altra compagnia. Non sono certa che Danielle abbia accettato la proposta di Federico, ma credo sia giunto il momento per me di affrontare anche lei. 

Prima o dopo.

Entro in macchina e raggiungiamo la stazione. Ho un'ansia che mi taglia il respiro.


- to be continued.

Sometimes the hardest thing and the right thing are the same. || BenjieFede FF.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora