38° Capitolo.

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" Il passato non passa mai. 

Ormai lo so. Perché l'inconscio non conosce il tempo. 

E si insinua ovunque, quando meno te lo aspetti. "


Danielle.

Un aereo.

Amo gli aerei. Portano con sé bagagli di sogni lasciando dietro scie di ricordi. Trasportano emozioni, senza aver paura di intraprendere il percorso sbagliato o di restarne feriti.

Hanno sempre una meta da raggiungere, che non è mai una fine, bensì un nuovo inizio. Per la maggior parte delle volte.

Volano, possono volare per ore ed ore senza stancarsi mai e senza mai avere la voglia di rinunciare. Loro volano spediti, dritti al punto. 

Non esitano, non si fermano, non si nascondono.

Sono così imponenti. Sembrano così forti, indistruttibili.

Ogni volta che ne vedo uno immagino di esserci sopra, perdendomi a guardare le nuvole fuori dal finestrino speranzosa, con la voglia di scoprire al più presto il nuovo posto in cui atterrerò. Con il desiderio di conoscere l'altrove. Lontano dalla mia usuale vita, ma sempre vicina.

- Danielle? Danielle, ma mi stai ascoltando?

La voce di mia madre all'altro capo del telefono mi rimprovera, riportandomi alla realtà. 
L'amara realtà.

- Si mamma, scusami...

Mi allontano dalla finestra e vago per la cucina, terminando la conversazione. Ed è dopo aver salutato mia madre che sprofondo nel divano e mi abbraccio al cuscino. Il tempo sembra non scorrere mai questa mattina, come se da un momento all'altro avesse deciso di fermarsi e spremermi sempre di più per farmi star male. Fino all'ultima goccia.
Ho deciso di invitare Lisa a casa in serata per una pizza ma non ho neanche tanta voglia di vederla.

Sono apatica quando voglio. Eppure consapevole che un po' di compagnia mi farebbe proprio bene.

Se non fosse che l'unica cosa che vorrei è restare sola.

Fede.

Mi rigiro più e più volte tra le lenzuola. Mi sono svegliato abbastanza irrequieto oggi, non so perché. Apro un attimino gli occhi per controllare il cellulare e scopro che è già mezzogiorno. Cavolo, ma come faccio a dormire così tanto?

Benji è già fuori, mi ha avvisato con un sms, mentre io venivo beatamente cullato dalle braccia di Morfeo. Mi stropiccio gli occhi, altri cinque minuti tra le coperte non uccideranno nessuno.

Il tonfo alla porta mi costringe ad alzarmi.

Barcollo sulle mie gambe per raggiungerla, per poi aprirla non curante del fatto che sono senza maglietta.

Davanti a me si presenta Benji, mezzo bagnato e con un'aria abbastanza sconvolta. La sua espressione è alquanto indecifrabile. Mi passo una mano tra i capelli e tento di mettere a fuoco la figura al suo fianco, ma sono ancora fin troppo stordito per parlare.

Mi devia, facendosi spazio nella camera e procedo nel chiudere la porta non appena anche lei è dentro. Guardo entrambi, smarrito.

Lo lascio fare approfittando per andare un secondo in bagno a sciacquarmi il viso e coprirmi il dorso nudo.

- Chi è lei?

Finalmente mi decido a parlare, dato che lui non lo fa nonostante siano passati ben 5 minuti da quando è entrato in camera. Speravo che potesse spiegarmi di sua spontanea volontà, ma non è servito.

Incrocia il mio sguardo per qualche secondo, poi lo smarrisce nel vuoto. Io, invece, mi soffermo a ben osservare questa ragazza. Sto iniziando a preoccuparmi seriamente, ora che le sue condizioni sembrano perfino assurde ed inspiegabili. Perché nessuno mi parla?

- Ben! Non ti senti bene?

Lo scuoto per la spalla, ma è quell'essere che fino ad ora è stato abbastanza insignificante e poco utile a farsi avanti per spiegare.

- Credo abbia preso un brutto colpo, è scivolato sulla strada bagnata. Volevo portarlo in ospedale ma si è rifiutato, così ho insistito per accompagnarlo da qualcuno che lo conoscesse. Ha un brutto caratterino, ma....se lo può permettere insomma.

Termina con un malizioso sorrisetto, e tento di mantenere la calma per poi congedarla con tutta la falsa gentilezza di questo mondo. Richiudo la porta alle mie spalle e mi avvicino al mio amico, vorrei capirci qualcosa ora che siamo soli, ma in questo momento sembra la cosa più complicata di questo mondo.

Finché non proferisce parola.

- Io l'ho...l'ho....l'ho incontrata.

Benji trattiene il respiro, incredulo anche sulle parole che ha appena pronunciato. Lo guardo interrogativo, continuando a non capire.


- to be continued.

Sometimes the hardest thing and the right thing are the same. || BenjieFede FF.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora