31° Capitolo.

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"- sei diversa dagli altri. Almeno tu ci provi. Almeno tu capisci.

- capisco cosa?

- cosa si prova ad essere soli. Capisci il dolore, vuoi proteggere gli altri dal dolore"


Benji.

Sono davvero molto preoccupato per Iris. Non so mai qual è il giusto comportamento con lei. E' lunatica, è stronza, è intrattabile. Anche se a tratti è così dolce e fragile da riuscire a far sciogliere il cuore a chiunque.
Ci sono momenti in cui pare voglia stare sola, in cui manda via qualsiasi persona che tenta l'approccio con lei;  in altri, invece, è come se volesse qualcuno accanto a lei, come se avesse bisogno di essere avvolta e protetta in un abbraccio, ma non ha mai il coraggio di chiedere.

Tutti siamo consapevoli che dobbiamo starle vicino, ma nessuno riesce a controllarla.
Dopotutto è grande, indipendente, sa quello che vuole e be', noi non possiamo fare molto per cambiarla. 

Da quando è accaduto ciò che tutti sappiamo ho paura di sembrare troppo ossessivo nei suoi confronti, paura di infastidirla, paura di qualsiasi cosa. Agisco cauto, pensandoci su trentamila volte, riflettendoci bene prima di porle una domanda. E' che a lei tengo, molto. Forse come ho tenuto a poche persone nel corso della mia vita e...niente, non riesco neanche lontanamente ad immaginare che qualcuno possa farle del male o che, ancora peggio, lei stessa continui ad autodistruggersi da sola.

Oggi non ha risposto neanche ad uno dei miei messaggi, né delle mie chiamate ed ho iniziato seriamente ad allarmarmi.

E' da stamattina che non effettua l'accesso su whatsapp e so che è rimasta a casa da sola perché Fede aveva appuntamento con Danielle. A meno che non sia uscita, cosa su cui dubito fortemente. 
Iris è imprevedibile, potrebbe essere successo di tutto.

Questa cosa mi sta uccidendo.

Decido di andare a trovarla.

Busso alla porta ripetute volte, ma nessuna risposta. Inizio a dubitare sul fatto che sia in casa, eppure è così strano che abbia lasciato casa da sola a quest'ora di sera.
Provo a chiamare Danielle, magari lei sa qualcosa in più di me.

- Danielle scusami, sai se per caso Iris è a casa?

- Credo di si, non mi aveva avvisata che sarebbe uscita. Forse dorme?

A quanto pare no, ne sa almeno quanto me.

- Si, è probabile. Me ne torno a casa...non vorrei disturbarla.

- No, Ben..per favore, potresti controllare?

Mi supplica, in preda alla preoccupazione. Non so perché ma ho come l'impressione che questa telefonata ha solo alimentato il timore che possa esserle successo qualcosa durante la sua assenza.

- V-va bene, ma come faccio? Qui è tutto chiuso.

Mantengo la calma, volgendo lo sguardo un po' ovunque. Se trovassi una finestra aperta non esiterei ad entrare da lì.

- Ci sono le chiavi di casa nella mia auto, dovresti trovarla aperta dallo sportello posteriore. Sai, è rotto e non si chiude più...per fortuna.

Le ultime parole le escono rauche, intimorite.
Riaggancio ed in men che non si dica recupero le chiavi di casa ed entro. Non vorrei spaventare Iris nel caso fosse a letto a dormire, così cammino piano, provando a non fare rumori strani o sospetti. Poi, penso sia meglio chiamarla, almeno riconoscerebbe la mia voce e non le prenderebbe un colpo nel vedermi comparire tutto d'un tratto in casa.

- Iris? Iris ci sei? 

Provo a controllare prima al piano di sotto, in cucina per poi passare in un secondo momento alla sua stanza, nel caso ce ne fosse bisogno.

- Cavolo sei una dormigliona, sapevo di trov...

Mi blocco, con il cuore in gola. E' stesa a terra, priva di sensi e sul tavolo in cucina noto qualcosa di sospetto: polvere bianca. Mi basta fare il 2 + 2, dalla storia che mi aveva raccontato a ciò che stava passando, al fatto che aveva trascorso la giornata sola in casa e...

- CAZZO IRIS! Iris svegliati! 

Mi inginocchio a terra accanto a lei e la sollevo un po', poggiandola sulle mie gambe. Faccio tutto in modo calmo, delicatamente, nonostante sia agitato più di quanto possa descrivere. Non so cosa fare, non so se chiamare un'ambulanza o cercare di rianimarla da me. 

Cosa succede in casi come questi? Cosa si fa? Come si agisce?

Sono in preda al panico, ma non posso chiamare nessuno, nessuno sa. Nessuno può sapere. Aveva confessato quelle cose a me e solo a me, non potevo tradire la sua fiducia ma allo stesso tempo dovevo salvarla.

Il mio corpo vibra sotto al suo capo, la mia testa è come se volesse ribellarsi alla situazione, ma provo a restare lucido. Provo a fare la cosa che mi sembra più giusta fare al momento e con la mano tremante cerco ad afferrare il telefono e comporre il numero per chiamare i soccorsi.

Forse portarla in ospedale è la soluzione migliore, anche se sarà quella che porterà allo scoperto ogni cosa.

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Benji.

- Come sta tua madre?

E' la prima cosa che mi dice da quanto si è risvegliata. Non mi ha rivolto parola per quasi un'ora ed io non ho voluto disturbarla scuotendola da quello strano stato di trance. I medici mi hanno detto che era normale, che aveva bisogno di smaltire e poi si sarebbe ripresa del tutto. Avrebbe riacquistato conoscenza in men che non si dica.
Ha ancora i due tubicini che le escono dalle narici e la flebo attaccata al braccio. Non ha un bell'aspetto, ma suppongo neanch'io dato che sono stato a vegliarla vicino al suo letto per tutto il tempo.

Le sue parole mi scuotono, ma continua a fissarmi e lo ripete, agitando le palpebre, seppure non abbia poi così tanta forza per far uscire la domanda  con il tono autoritario che spera di recapitarmi.

- Non è cambiato nulla. Tu come stai?

- Che ti frega.

Volge lo sguardo dall'altro lato, voltando il capo sul cuscino. 

E' strana. Non saprei definire i suoi comportamenti. Mi fa davvero perdere il senno.

- Perchè ti sei drogata di nuovo? Dove hai trovato quella roba?

Mi chino su di lei, stesa nel letto, e provo a mantenere la calma ed un tono di voce pacato solo perché in stanza sono presenti anche altre persone. Credo sia inutile continuare a nascondere la verità che entrambi conosciamo, inutile glissare sull'argomento. Dobbiamo parlarne, devo capirla. 

Devo salvarla, ancora ed ancora. E fin quando ce ne sarà bisogno.

- Fatti gli affari tuoi! Anzi, vattene a casa. Perché mi hai portata qui? Perchè? Chi te l'ha chiesto?

- Eri andata in overdose, Iris. Sei per caso impazzita?

Le lacrime le si fermano agli angoli degli occhi, pronti a scivolare via. Il suo sguardo è così freddo da agghiacciarmi completamente. Anche questa volta riesce a distruggermi semplicemente con quegli occhi. 

Cazzo, ma come fai? 

- Si, sono pazza. Lasciatemi in pace.


- to be continued.

Sometimes the hardest thing and the right thing are the same. || BenjieFede FF.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora