26° Capitolo.

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"Tutto andrà bene alla fine,

se non accade significa che non è ancora la fine."


Benji mi viene incontro, non appena metto in moto l'auto. Sembra essere apparso tutto d'un tratto.

Mi apre lo sportello con violenza e mi tira fuori, afferrandomi per un braccio.

- Ti avevo detto di non venire, di aspettare me!

- Aspettare te per cosa? EH?

Mi getta con le spalle contro lo sportello posteriore dell'auto e mi si avvicina, minaccioso. Ancora non molla l'energetica presa sul mio braccio. Inizio ad accusare dolore, che esprimo in una smorfia.

- Iris, che hai combinato? Sei una cazzona! Ma ragioni mai prima di agire?

- Non c'era niente da ragionare!

Gli urlo contro, rispondendolo a tono. So che se avesse continuato per qualche secondo in più gli sarei saltata addosso per picchiarlo. Non mi interessava che le avrei prese di brutto, almeno avrei trovato una fonte di sfogo valida.

- Lo sai che è incinta?

Mi blocco, di colpo. Come se fossi stata fulminata tutto d'un tratto. Questo piccolo dettaglio lo avevo perso, proprio non me lo aspettavo. Il dolore fisico non lo percepisco neanche più tanto che la mia mente è concentrata su altro.

- In...incinta?

Balbetto, sbigottita, sputando fuori quella domanda come se fosse una parola che non mi appartenesse, che non è mai stata presente nel mio vocabolario.

Benji annuisce, e fa qualche passo indietro per darmi aria e metabolizzare il tutto. Al telefono non me l'aveva detto, mi aveva raccontato solo di quanto accaduto in passato, del fatto che lei avesse tradito Federico. Ma che era incinta no, non ne aveva fatto parola.

 Respiro, quando lui pare essersi calmato.

- Spiegati.

- E' tornata perché l'hanno cacciata di casa i genitori. E' tutto un casino, Iris. Anch'io la odio, anch'io la prenderei a calci in culo e la trascinerei fuori da lì, ma..

Cammina avanti ed indietro, agitato.

- Non le ho spaccato la faccia se è questo che ti stai chiedendo. E comunque che lei è incinta a voi non dovrebbe interessare un cazzo. A telefono mi hai detto che ormai si sono lasciati da mesi e non può tornare da Fede e dirgli che crede di amarlo ancora. Non può. 
Lei non fa più parte della sua vita!

- Si. Ma non ne abbiamo la certezza. Non sappiamo ciò che è successo realmente.

Ci guardiamo nello stesso momento, e probabilmente passa per la mente di entrambi la stessa identica cosa. Lo stesso mistero: il figlio potrebbe non essere di Tommaso, ma di Fede.

- Sali in macchina..

Mi fa cenno di salire e non so perché ubbidisco senza obiezioni. Probabilmente è solamente l'essere stufa di fare inutili lotte con la gente.

Salgo dal lato passeggero e mette in modo, per andare via da lì.

- Danielle sta davvero male.

- Anche Fede. Ma non vuole tirarci dentro. Soprattutto a Danielle. Non vuole che sappia...crede che per ora sia meglio tenerla lontana.

Sospiro, camminando nel buio della notte verso casa. Tutta questa situazione stava iniziando a farmi dare di matto.

Anch'io volevo proteggere Danielle, ma allo stesso tempo non mi sembrava giusto tenerle nascosto il tutto. Era totalmente sbagliato. Doveva sapere la verità ed aveva il diritto di comprendere il vero motivo dell'allontanamento di Fede.

Danielle non merita tutto ciò.

Fede

Non me ne va una buona ultimamente. Tutto quello che accade pare essere contro di me, ed Erica era proprio l'ultima persona che avrei voluto avere in casa. L'ultimo problema che avrei voluto affrontare.

- Federico Rossi, perché non mi fai un po' compagnia invece di restare ore ed ore a meditare?

Sono con lo sguardo rivolto alla finestra, quando sento la sua squillante voce penetrarmi per le orecchie. 

- Cosa vuoi, Erica? Non ti basta avermi rovinato la vita?

Sbuffa, come se la cosa neanche la toccasse. Anzi, quasi ne sembra soddisfatta.

- Ma quanto sei pesante, signorino. Rilassati...Dai, vieni qui..ti faccio un bel massaggio.

Mi si avvicina e poggia le sue delicate mani sulle mie spalle. Per qualche secondo mi sento sollevato a quel tocco rilassante e le concedo di proseguire, ma poi ritorno con i piedi sulla terra e ricordo chi è lei, cosa mi ha fatto. Tutte le parole di Benji si fanno spazio nella mia testa e mi danno la forza per reagire. La scosto di scatto, quasi con violenza.

- Non mi toccare, ok?

Porta le mani sui fianchi e mette su un'espressione imbronciata a cui io ormai non cedo più. Non cascherò anche questa volta tra le sue braccia. Non ha più lo stesso potere su di me.

- Non mi aspettavo quest'accoglienza. Sei proprio cattivo.

Apre il mobile della mia cucina e prende dall'interno il pacchetto di biscotti, che inizia a mangiare senza neanche chiedere il permesso. Non le faccio notare la cosa, basta che chiude quella boccaccia.

- Lo sai vero che questo figlio potrebbe essere tuo? Il tuo amichetto non aveva grande prestazione...

Evidentemente no. Neanche i biscotti ci riescono. Ma, quel tono di voce basta a farmi salire il nervoso fin dentro la testa. L'idea mi aveva sfiorato, questo è vero, ma avevo preferito sempre tenere lontana questa eventualità. Solo il pensiero mi mandava in escandescenza.

- Aveva ragione Iris.

Ammetto a denti stretti.

- Che c'è piccolino, adesso ti tiri indietro dalle tue responsabilità?

Corruga le labbra e fa qualche altro passo verso di me. Leggo la cattiveria nei suoi occhi. Non è più quella che conoscevo una volta, o semplicemente, sono io quello diverso. 

A volte, quando ci sei dentro a determinate situazioni non ti accorgi dei difetti, dei lati negativi. Non ti accorgi di quanto sbagliato c'è in tutto quello che stai vivendo. Cerchi di non badarci. E' come se mentissi perfino a te stesso. Ti soffermi sul positivo della cosa, anche se è di quantità minore.

Ma, è quando ci esci da quella situazione, quando ti guardi da fuori, quando lasci spazio alla ragione che capisci veramente a cosa stavi dando la possibilità di vivere. 

A cosa stavi concedendo di distruggerti.

Ed io l'ho capito solo ora.

- Non è mio. Non mi tirerai dentro questa volta, Erica.

La fisso negli occhi, a stento mantengo il contatto con il suo sguardo. Ha qualcosa di così potente e malvagio che tende ad abbattermi in un colpo. Eppure, non sono convinto neanche io stesso delle mie parole.

- Mio caro, ormai ci sei già dentro. Non hai via di scampo.

Fa una risatina malefica, approfittando della mia debolezza. Dove abbia intenzione di arrivare non lo so. Io, però, so bene ciò che ho intenzione di fare.


- to be continued.

Sometimes the hardest thing and the right thing are the same. || BenjieFede FF.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora