BRANDON'S POV
<<Non mi piace quel tipo>>
Le dico tra i denti mentre mi trascina su per le scale.
Grace mi fa un accenno di un sorriso e solo ora noto che ha gli occhi lucidi e sta tremando.<<Grace>>
Mi fermo, richiamandola.<<Dobbiamo trovare Ethan>>
Le trema la voce, sembra voler cambiare discorso... è così insicura di sé che sembra irriconoscibile.
<<Grace, hey, guardami>>
Dico avvicinandomi a lei che è ferma su un gradino, con le spalle al muro e lo sguardo fisso sul pavimento.<<Grace?>>
Finalmente mi guarda e quasi vorrei che non lo avesse fatto. Sembra spaventata, terrorizzata.
<<Hai paura di me? >>
Combatto una smorfia. Mi distrugge anche solo il pensiero che possa essere così.
Lei riabbassa lo sguardo.
<<Grace ti prego, guardami e dimmi che non è così>>
<<Brandon non mi piace questo lato di te.. non mi piace saperti aggressivo...io... scusami>>
GRACE'S POV
È così stupido... È così stupido il fatto che io abbia paura del mio migliore amico.
Perché è vero: ho paura.
Ho paura quando è talmente arrabbiato da non riuscire a ragionare razionalmente.
Ho paura quando assume quell'aria minacciosa.
Ho paura perché so che sarebbe capace di qualsiasi cosa pur di aiutare le persone a lui care.
Ho paura che lui un giorno possa finire nei guai per la sua troppa generosità.
Ho paura.
Ma non glielo dirò mai perché è qui, di fronte a me, ad implorarmi di dire che non sia così.<<Grace, cristo, non ti farei mai del male, lo sai vero?>>
Lo so, l'ho sempre saputo dentro di me però quella che mi sta parlando ora è la sua parte razionale.
Lo abbraccio e lui mi solleva, spingendomi ad allacciare le gambe alla sua vita.
Affondo il viso sulla sua clavicola e sento il suo profumo inebriarmi.
Lo sento accarezzarmi i capelli lisci e continuare a ripetere come se fosse una cantilena "non lo farei mai, mai."Lo guardo per un attimo e con aria ferita mi chiede se mi fido di lui.
E non posso trattenermi dal dargli un bacino leggero appena vicino alle labbra.
<<Mi fido di te>>
Annuncio con convinzione.
Mi fa scendere, appoggiandomi al pavimento con una delicatezza tale che mi viene da pensare che sia assolutamente convinto del fatto che io sia fatta di cristallo.Mi prende la mano e riprendiamo a salire di corsa le scale, lasciandoci alle spalle quel momento in cui l'ho sentito vicino come mai prima.
Mi veniva voglia di dirgli quanto gli voglio bene, ma non trovavo le parole per farlo perché effettivamente delle parole non ci sono.
Le parole non bastano.
Conosco Brandon da quando ho cinque anni, ne abbiamo passati insieme quattordici e il nostro rapporto è sempre stato spontano, vero.
Non ci sono mai stati molti momenti come questi durante la nostra amicizia perché effettivamente non abbiamo mai avvertito il bisogno di particolari manifestazioni di affetto.
Entrambi abbiamo sempre saputo che ognuno ci sarebbe stato per l'altra.Abbiamo sempre dimostrato il nostro affetto attraverso i fatti, i piccoli gesti.
A scuotermi dai miei pensieri è una sua affermazione che inizialmente non capisco.<<Non l'avrei toccato.>>
<<chi?>>
Mi sento un po' frastornata, sono trascorsi minuti di silenzio e ora se ne esce con questa semplice frase?
Finalmente si ferma e noto cje siamo davanti alle stanza 251, quella dove si trova Lottie.
La porta è chiusa e Brandon non sembra volerla aprire.Si ferma e ancora con la mano nella mia mia prosegue.
<<Quel dottore... non l'avrei toccato.>>
<<Davvero? Ti stavi avvicinando...>>
Serro la mascella.
È sempre stato sincero con me, non ho mai messo in dubbio nulla di ciò che diceva... eppure ora...<<Te lo giuro. Non l'avrei toccato.
Okay forse avrei cercato di intimidirlo un po' giusto per farmi dire ciò che volevo. Non avrei avuto motivo di fargli del male e...>>Alzai lo sguardo e lo vidi spostarsi a disagio come se stesse decidendo se fosse il caso di finire la frase oppure no.
<<E, voglio che tu sappia...>>
Incontra il mio sguardo ed esita ancora.<<Che nel momento in cui ti sei parata davanti a lui ho messo da parte tutto... >>
Le sue iridi erano diventate così scure che il castano dei suoi occhi sembrava di poco più chiaro del nero carbone.
Fissava i miei di occhi, con una tale intensità che pensai che il suo sguardo era più che sufficiente.
Le parole erano superflue perché mi stava guardando con una tale premura che non potei fare a meno di pensare a quanto potesse essere sincero.<<Non so spiegarlo però c'eri solo tu, okay? Non mi interessava più di quell'uomo... non so che cosa ti fosse passato per la testa ma non avrei mai, e dico mai cazzo, trasferito il nervosismo su di te.>>
Annuii un poco e mi venne voglia di baciarlo.
Ero completamente disorientata.Io volevo baciare Brandon Hooper e diamine, solo Dio sa quanto avrei voluto farlo.
Perché le sue labbra erano lì, a pochi centimetri dalle mie, le sue mani sul mio mento e i suoi occhi erano puntati sui miei.
Il suo castano scuro nel mio azzurro cielo.
Lui e io.E diamine se lo avrei baciato.
Sì, se c'è una cosa di cui sono certa è che lo avrei baciato.
Lo avrei baciato se la porta non si fosse aperta.
Se la porta della stanza 251 non si fosse aperta.
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