CAP 4. Torna a casa, cazzo

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CHARLOTTE'S POV

Mi sveglio di soprassalto ritrovandomi completamente zuppa di sudore. Sono visibilmente impaurita mentre mi allungo verso l'altro lato del letto, tastando ovunque alla ricerca del corpo esile della mia coinquilina.

Non trovo nessuno sdraiato al mio fianco e intuisco il motivo solo quando mi costringo ad ignorare il forte mal di testa per riportare alla memoria gli avvenimenti di iera sera.

Ricordo il ragazzo dagli occhi scuri che mi ha spogliata. Nella mia mente solo immagini sfocate di lui che mi sfila la gonna togliendomi le scarpe alte.
Sono sul punto di piangere quando, impaurita, ipotizzo di essere andata a letto con lui.
<<Sono una troia.>>
<<Non può esser successo davvero...>>
È quello che sto pensando mentre mi aggiro nella penombra cercando i miei vestiti.

Una lucetta proveniente dal comodino attira la mia attenzione.
Sembrerebbe una sveglia.
5 a.m.

Devo fare piano.
Devo solo recuperare i miei vestiti ed andarmene di qua.
Non può volerci tant-
<<Porca puttana!>>

La mia imprecazione risulta come un urlo. Inciampo in quello che deve essere lo spigolo del letto su cui ho dormito e, nel tentativo di non cadere,
mi aggrappo al vuoto.
Riesco ad afferrare l'anta dell'armadio che sotto al mio peso scricchiola. Lo specchio lì appeso cade e si frantuma provocando un gran chiasso al quale segue il tonfo della mia conseguente caduta.

<<Cristo!>> sto tecnicamente arrancando mentre proseguo alla disperata ricerca della porta: devo uscire di qui.

Sento un dolore acuto al braccio destro ma decido di ignorarlo. Per quanto ne so in questo appartamento potrebbero viverci maniaci stupratori, drogati e solo Dio sa che cosa.
Decisa di non fare la loro conoscenza, riesco a raggiungere la porta della stanza. La spalanco e mi ritrovo in un corridoio completamente illuminato.
Di fronte a me, un ragazzo, il ragazzo.

Ha gli stessi occhi azzurri del ragazzo di ieri. Probabilmente è lui. Abbasso lo sguardo per evitare il suo e mi spavento alla vista della considerevole quantità di sangue che scorre sul mio braccio.

BRANDON'S POV

<<No Grace non me ne frega un cazzo! Ora tu lo chiami e gli dici che ho bisogno che lui ritorni a casa!>>

Sono sul punto di urlare nel ricevitore del mio telefono. Possibile che questa ragazza da ubriaca  sia tanto stupida?

<<Grace hai rotto il cazzo! Ho bisogno di lui ora! Non mi interessa se sta limonando con qualche tipa, trovate un cazzo di sobrio e fatevi riaccompagnare!>>

Sento Grace richiamare un tizio e parlarci animatamente con il suo tono di voce ammiccante e provocante.

<<Veniamo con Drew>>

Roteo gli occhi al cielo e proseguo nel mio tono duro. Questa sera Grace dormirà da me, non credo sia il caso di lasciare che un certo tizio a caso l'accompagni a casa.
Non sono geloso, solo preoccupato.
Credo.
No, deve esssere così per forza.

<<Vi voglio entrambi qui tra un quarto d'or->>
Sento un urlo provenire dall'altra stanza, un gridolino acuto e timido conseguente ad un suono frastornante che riconosco essere quello provocato da uno specchio che si frantuma. Abbandono con noncuranza il telefono, lanciandolo sul letto.

Mi affretto a raggiungere l'altra stanza e davanti alla porta vi trovo Charlotte che mi fissa esitante con gli occhi sbarrati.
La osservo per un secondo, il tempo che mi ci vuole per realizzare ciò che sta succedendo.
È visibilmente spaventata mentre continua ad osservare quasi impassibile le braccia ricoperte di sangue. Mi sporgo un po' prendendole i polsi e osservando più da vicino le ferite. Realizzo che deve aver rotto uno specchio poiché ha dei frammenti di vetro impiantati nel braccio.

Mi scosta e con una velocità incredibile cerca di raggiungere il bagno accanto.
Conati di vomito.
Ci mancava solo questa.
Mi avvicino lentamente al suo corpo esile e chino sul water.
Le reggo i capelli mentre espelle la quantità esagerata di alcol che ha in corpo. Sono realmente preoccupato per quei graffi. Sembrano profondi e il sangue continua a scendere come un fiume in piena.

Alla fine, quando credo abbia vomitato anche il pancreas, si volta a guardarmi con un mezzo sorriso stanco.
Alla vista del suo visino pallidissimo, gli occhi lucidi ed iniettati di sangue, mi affretto a raggiungere il comodino prendendo un panno e bagnandolo nell'acqua fredda come ho fatto la sera precedente.

Mi acciglio alla vista della sua indifferenza. È sdraiata inerme accanto al water, stanca e impassibile. Nessuna emozione trapela dal suo viso.
Il colore della sua carnagione mi spaventa ogni attimo di più. Apro l'armadietto dei medicinali e afferro il termometro. Faccio per passarglielo ma mi blocco appena vedo la sua aria assente.

Silenzio. Fino a quel momento nessuno dei due aveva proferito parola.

<<Brand>>
La sento sussurrare prima che chiuda gli occhi.

*****
HOOOLA. VI STA PIACENDO LA STORIA? NEL PROSSIMO CAPITOLO CAPIRETE MEGLIO CIÒ CHE STA SUCCEDENDO E CHI È CHARLOTTE... PERCHÉ I DUE SI CONOSCONO.
Votate e commentate :)

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