20. Le giornate in ospedale

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Mi alzo con le lacrime agli occhi e il trucco sbavato.
Mi madre fa finta che la sera precedente non sia successo nulla.
Il negozio in cui lavora è in ferie, quindi devo starla ad ascoltare per tutto il giorno, mentre mio padre non l'ho visto è andato via stamattina presto per lavoro.

Passo la giornata senza parlare. E arrivate le 18:00 mi preparo e esco.
Indosso un gonna corta avanti e lunga dietro, top e tacchi.
Adrian mi ha chiesto di incontrarci al parco, quindi sto andando da lui e mentre percorro la strada ascolto "Ragazza magica" di Jovanotti.

Andiamo a cenare in un ristorante e dopo decidiamo di andare al bowling. Non ho mai giocato ha questo gioco, ma sembra molto bello, così mi insegna e passiamo un po' di tempo.
Vince sempre, solo una volta mi ha fatto vincere per compassione.
Quando sono con lui il tempo passa subito, mi diverto e non penso a niente.
Vorrei rimanere ancora un altro po', ma sono le 23:00, i miei genitori non mi hanno ancora chiamato per dirmi di muovermi a rientrare. È strano, dopo un litigio come ieri me lo sarei aspettato.
Così decido di tornare a casa, lui mi accompagna in macchina.
Sarà successo sicuramente qualcosa.

Suono il citofono, nessuno risponde. Oggi non ho portato le chiavi, poiché immaginavo che mi sarei ritirata presto.
Provo a chiamare mia madre, ma solo alla terza chiamata mi risponde.
"Mamma! Dove siete?"
"Siamo in ospedale, il nonno si è sentito male. Raggiungici qui."
ANSIA.
Adrian non era ancora andato via e chiedo di farmi un passaggio.
Lui ovviamente mi risponde di sì.
È anche un'opportunità per passere più tempo insieme, anche se è anche lui preoccupato.
Durante il tragitto inizio a farmi i complessi mentali, cosa sarà successo al mio povero nonnino?

Entro in ospedale e vado al terzo piano, ovvero dove hanno ricoverato mio nonno, Adrian mi accompagna.
Ci sono anche i miei genitori che ci accolgono e ci salutano.
"Cos'ha?"
"Devono ancora fare gli accertamenti, quindi per ora non si sa nulla di sicuro. Era a casa nostra ed è svenuto, una volta portato qui l'hanno rianimato ed hanno scoperto che molto probabilmente ha un tumore. Non dirgli niente, lui non sa nulla."
Ho gli occhi lucidi, Adrian mi abbraccia.

"Ciao nonno. Come va?"
"Si tira avanti. A te mia nipotina? C'è qualcuno che devo presentarmi?"
"Oh sì! Lui è il mio ragazzo Adrian."
colgo l'occasione per presentarlo anche a mia nonna, hai miei zii e a alle mie due cugine Francesca e Eleonora che sono appena arrivate.

Gli infermieri ci sollecitano ad andare via. Salutiamo mio nonno e saluto Adrian, poiché sarei tornata a casa con i miei genitori.

"Svegliaaaa! Dobbiamo andare dal nonno!" questo è il buongiorno di mia madre.
Ho trascorso tutto il giorno dal nonno con mia madre, mia sorella e mia nonna.
Arrivano gli accertamenti, ha un tumore al cervello e deve rimanere in ospedale sotto controllo. Non gli rimane molto.
Sono triste, lui è una persona importante per me, un punto di riferimento. Mi ha cresciuto come una principessa, da piccola mi riempiva sempre di cioccolate e ora non riesco a realizzare che lo sto perdendo.

A pranzo mangio un panino.
Alle 17:00 sono venuti a trovarci Adrian con i suoi fratelli e i genitori.
Sono rimasti fino alle 20:30, ovvero fino all'orario che si poteva rimanere.

Sono in camera, il mio iPhone vibra.
Jessica e Roberta cercano di tirarmi su di morale, conoscevano anche loro mio nonno ed erano legate a lui.
Spesso offriva a loro molte cioccolate.

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