Louis guardò, per quella che sperava fosse l'ultima volta, la stanza che lo aveva ospitato per quegli ultimi lunghi 3 mesi. Quella stanza che, all'inizio, gli era sembrata così piccola e fin troppo soleggiata, ora gli sembrava quasi grande e vuota.
Gli sarebbe mancata almeno un po'?
Si ricordò della prima volta che entrò nella sua stanza, spinto con forza dagli infermieri della clinica. I suoi amici lo avevano fatto ricoverare contro la sua volontà, per questo gli addetti dovettero trascinarlo per tutta la struttura mentre lui urlava pateticamente sempre la solita frase: "Lasciatemi, non ho nessun problema,posso smettere quando voglio".
Lui pensava fosse veramente così, solo dopo qualche giorno chiuso là dentro, senza giocare neanche un centesimo, si cominciò a rendere conto di quanto gli mancasse, di quanto ne sentisse il bisogno, di quanto il gioco occupasse perennemente i suoi pensieri, costringendolo a non pensare ad altro. Niente gli procurava così tante emozioni, anche contrastanti, come una partita a poker o anche una semplice schedina da grattare. Un miscuglio di emozioni tra cui ansia, gioia, delusione..emozioni che lo facevano sentire così vivo.
Come poteva rinunciare a tutto ciò che lo faceva sentire, non bene, ma semplicemente in vita?
Eppure in quei 3 mesi ebbe l'opportunità di conoscersi meglio, non era più se stesso da anni e i suoi amici avevano proprio ragione: non poteva più continuare in quel modo.
Ma la contentezza di lasciare finalmente quella camera venne messa in secondo piano dalla paura e dalla preoccupazione.
Dove sarebbe andato?
Cosa avrebbe fatto?
Ma sopratutto: dove sarebbe stato al sicuro?
Non aveva più una casa, un lavoro, aveva perso tutto, tutto ciò che aveva.
Lui non era come Harry.
Lui, a differenza di Louis, aveva numerosi posti in cui andare, aveva una bella famiglia ricca che si preoccupava per lui, di certo non lo avrebbero fatto rimanere in mezzo a una strada, in oltre aveva molte case, alcune anche di sua proprietà, sparse per tutta la città. I soldi non gli mancavano di certo. Lui, una volta uscito, sarebbe andato a rilassarsi nella sua enorme villa, ma solo.
Nuovamente solo.
Dopo 3 mesi passati a condividere la quotidianità con più di 50 persone, si sarebbe ritrovato di nuovo da solo a combattere i suoi mostri..ma almeno lui sapeva dove rifugiarsi.
Louis, per qualche notte, invece, sarebbe rimasto in Hotel, la camera era stata pagata dai suoi amici, in una bella zona della città, una zona calma e leggermente isolata dal centro. Era un regalo per la sua uscita da uomo libero.
"Uscirai di qui da uomo libero, libero dalle sue dipendenze" lo salutarono così i suoi amici, quando lo lasciarono tra urla strazianti nella clinica.
Ed era così, davvero. Louis non sentiva più il bisogno di spendere soldi in slot o in partite a carte, aveva solo 10£ in tasca e nessuna voglia di giocarseli. Questo pensiero lo fece sentire meglio, l'aveva superata e anche piuttosto in fretta.
Ma aveva comunque paura. Paura dell'ignoto che lo stava aspettando fuori il cancello della clinica. Non aveva neanche più una routine fuori da lì. Dopo il lavoro, prima di perderlo, si dirigeva sempre al casinò nel suo quartiere, dove incontrava sempre numerose persone, alcune cordiali e amichevoli, altre scortesi e maligne, ma si sentiva comunque in una grande famiglia, quella che lui non aveva da tanto.
I suoi genitori morirono quando lui era solo un adolescente, così dovette lasciare la scuola e darsi da fare per poter continuare a vivere, da solo. La gioia di una famiglia, quindi, era solo un lontano ricordo che rifioriva ogni volta che metteva piede in quel casinò.
C'era sempre lo stesso cameriere che lo accoglieva con parole gentili tutte le sere, metteva a posto il suo cappotto, lo incoraggiava quando giocava e lo consolava quando perdeva, si sentiva davvero in una famiglia. Solo ora si rendeva conto di quanto fosse tutto solo un'illusione, a nessuno importava di lui, della sua salute, di come era andata la giornata, a tutti in quel posto importava solo dei suoi soldi ed essere cordiali e gentili era doveroso, faceva parte del loro lavoro.
Una voce familiare lo risvegliò dal suo pensare, notò che il biondino alla sua porta lo stava guardando dolcemente.
"È ora.." Disse abbracciandolo.
Niall fu la persona che lo aiutò più di tutti in quel posto. Gli era stato vicino nei momenti più bui, lo aveva aiutato, spronato, incoraggiato, senza mai arrendersi con lui.
"Già..forse mi mancherà questo lurido postaccio" disse Louis con un sorriso malinconico.
"A questo lurido postaccio mancherai tu, Louis" ribatté, aiutandolo con le borse.
Lo accompagnò fino alla soglia della porta.
Niall metteva davvero passione in quello che faceva, si affezionava spesso ai pazienti, gli stavano a cuore tutti ed era sempre fiero di loro quando uscivano puliti.
"Comportati bene, non voglio vederti mai più!" Gli disse il biondino mettendogli la borsa sulla spalla e aprendogli la grande porta d'entrata.
"Io non so come esprimere tutta la mia gratitudine...sei stato come un fratello Niall, grazie, per tutto!" disse abbracciandolo nuovamente e subito dopo aver sciolto l'abbraccio il biondino estrasse dalla sua tasca un biglietto, bianco e un po' stropicciato. Porgendoglielo lo guardò come se ci fosse ancora qualcosa in sospeso. Louis lo prese incuriosito, ma fu subito distratto dal grande sorrido del ragazzo di fronte a lui.
"A mai più, Louis" gli disse infine con una piccola lacrima di commozione sul viso.
Louis uscì dalla porta percorrendo il vialetto, ripensando a tutti i momenti passati in quella clinica, l'aveva odiata, si sentiva soffocare da quelle mura, eppure, ora, gli era solo immensamente grato.
Uscì anche dal cancello e, guardando la struttura un'ultima volta, ripeté "a mai più" quasi sotto voce.
Poi andò via, dirigendosi al suo hotel.
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Angolo Autrici:
Hiii :D
Per prima cosa vorremmo ringraziare tutti quelli che hanno letto il nostro primo capitolo, noi siamo Jin e Alex le autrici di questa storia, è la prima che scriviamo quindi ci dispiace se trovate alcuni errori..
Siamo molto emozionate per le belle cose che ci avete detto, ci incoraggiano molto.
Che altro dire? Questo è il secondo capitolo e speriamo che vi sia piaciuto, fateci sapere cosa ne pensate.
Vi abbracciamo tutti!
Pace, amore e sesso gay. xx.
Jin&Alex
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41 Days• l.s.
Fanfiction«Perché lo chiedi proprio a me?» chiese l'uomo con un sorrisetto malizioso. «Perché sembri l'unico qui dentro incasinato quanto me -il giovane si fermò, aspettando una risposta, ma Louis era intento ad accendersi un'altra sigaretta- allora è deciso...