Sembrava una mattina come tutte le altre: il sole stava sorgendo, dando spettacolo ad un cielo azzurro e pulito; i rumori erano pochi e soffocati. La città dormiva ancora, eccetto per i mattinieri, la gente che lavorava ed Harry.
Ricordava di essersi addormentato sulle gambe di Louis la sera prima e adesso si ritrovava con il viso sotto il suo collo. La sua pelle aveva un odore buonissimo e tutto quello che desiderava in quel momento era bearsi ancora per un po' di quella tranquillità, ma subito si accorse che l'uomo stava per svegliarsi; così si ritirò, simulando un leggero sbadiglio.
"Cosa c'è per colazione?" domandò Louis con la voce ancora roca per via del sonno, strofinandosi gli occhi. Era così tenero che Harry non poté fare a meno di pensare a quanto avrebbe voluto baciarlo di nuovo.
Riaffiorarono le immagini dell'ultima volta che si erano baciati, di come aveva spinto la sua lingua con forza in quella dell'uomo per il desiderio che provava di assaggiarlo ancora, di sentirlo suo.
"Buongiorno anche a te!" rispose ironico, mentre si dirigeva verso la cucina. Si sentiva felice come non lo era mai stato.
Louis si alzò dal divano, ancora sbadigliando, e lo raggiunse per poi sedersi su uno sgabello vicino al tavolo. Harry gli rivolse uno dei suoi sorrisi migliori e Louis ebbe quasi un capogiro.
Era semplicemente delizioso.
Aveva tutti i ricci fuori posto ed i suoi occhi verdi erano lucidi e leggermente socchiusi. Stava preparando la colazione, ma all'uomo non interessava affatto la colazione: avrebbe volentieri mangiato lui.
"Hai sempre vissuto da solo qui Harry?" disse, mentre assaporava un mirtillo.
"Certo che no, prima di entrare in comunità avevo una gatta -sorrise a quel pensiero- Era la mia fidanzata, a lei riservavo trattamenti speciali e la amavo da impazzire, l'unica per cui il mio cuoricino batteva. -i suoi occhi si rabbuiarono in un istante e il suo tono scherzoso scomparì del tutto- Mi manca terribilmente."
Louis non poteva credere di aver sentito quelle parole uscire dalla bocca di Harry, forse dal suo cuore.
Quindi aveva davvero dei sentimenti come tutti gli esseri umani?
"E adesso dov'è? Non l'ho mai vista in giro." chiese Louis curioso.
"Beh, non l'avrei di certo data ai miei. Lei era solo ed unicamente mia e nessuno che io conoscessi avrebbe potuto averla. L'ho portata al gattile qui vicino. -si fermò un attimo a guardare Louis perplesso- So che è un ragionamento contorto, ma almeno così posso far finta che non ci sia più e aggiungere alla lista delle cose per cui mi odio anche questo." aggiunse.
Era diventato freddo di colpo, come se si fosse ricordato la ragione per cui aveva dimenticato di sorridere, differentemente da quanto accaduto negli ultimi giorni. Lui pensava di non meritarsi la felicità. Se la sua vita fosse stata solo un cumulo di macerie e disastri, avrebbe certamente potuto gestirli meglio.
Louis si rese conto sempre di più di quanto Harry fosse contorto e complesso.
Forse, la comunità era riuscita a farlo smettere di usare stupefacenti, ma la sua mente rimaneva da guarire con cure che non si possono trovare in nessuna terapia, ma solo mediante il contatto di due menti tanto opposte quanto simili.
"Anche se potrei metterci una vita, so per certo che riuscirò a comprenderti prima o poi.. -disse Louis serio con un tono di malizia- Cucini da Dio, Harry" aggiunse velocemente per non dargli il tempo di rispondere, intensificando leggermente il suo tono sul suo nome.
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41 Days• l.s.
Fanfiction«Perché lo chiedi proprio a me?» chiese l'uomo con un sorrisetto malizioso. «Perché sembri l'unico qui dentro incasinato quanto me -il giovane si fermò, aspettando una risposta, ma Louis era intento ad accendersi un'altra sigaretta- allora è deciso...