I suoi occhi erano ancora socchiusi, le sue labbra gonfie e la sensazione di smarrimento non lo aveva abbandonato neanche un secondo da quando si era svegliato.
Realizzò d'un tratto che si era addormentato ai piedi della scalinata, stanco e confuso. Le immagini della notte trascorsa scorrevano nella sua mente senza tregua, senza dargli tempo di pensare razionalmente.
Era successo per la seconda volta.
Cercava in tutti i modi di convincersi che fosse stato più per l'alcool e per tutto ciò che stava succedendo in quel periodo, ma ciò non lo convinceva: era stato un bacio colmo di desiderio e passione e questo non poteva di certo cambiarlo.
Ripensarci lo spaventava, forse perché lui sapeva perfettamente dentro di sé quello che aveva provato, ma aveva bisogno di capire quello che provava Harry. Quel ragazzo era sempre così misterioso e chiuso che non gli aveva mai permesso di capire che carattere avesse e questo era il momento giusto per parlare un po' con lui.
Harry, dal canto suo, aveva sempre pensato solo ed unicamente a se stesso e, in ogni caso, le uniche emozioni che credeva fosse in grado di provare erano odio e disprezzo.
Il giovane decise di fare una doccia calda e rimuovere tutte le sensazioni che aveva provato quella notte. A fatica si alzò dal letto e prese in fretta alcuni vestiti dall'armadio e un asciugamano.
Quando incrociò lo specchio del bagno si soffermò un attimo a guardarsi.
Non riusciva proprio a riconoscere il suo riflesso. Ciò che appariva fuori era in netto contrasto con ciò che aveva dentro. Anche se era restio ad ammetterlo, sapeva bene dentro di sé quello che aveva provato la sera prima. Non era gay e ne era sicuro, ma, forse, in questo caso, non c' entrava nulla.
Le sensazioni provate con quel bacio andavano oltre la sessualità. Nessuno era mai riuscito a farlo sentire così.
Appena aprì la porta del bagno, tutto il calore che si era accumulato si disperse, facendogli venire alcuni brividi di freddo. Scese le scale cautamente, ma non udì nessun rumore dalla cucina e neanche dal soggiorno. Louis era seduto al tavolo, in silenzio, a bere la sua tazza di caffè. Si risvegliò dai suoi pensieri quando vide Harry voltare l'angolo con solo i pantaloni della tuta addosso.
Era davvero bello, pensava.
Il giovane non disse nulla, non lo degnò nemmeno di uno sguardo e si diresse verso il frigorifero.
"La prima volta lo abbiamo semplicemente ignorato -iniziò Louis mentre Harry fissava il frigorifero senza cercare nulla realmente- hai intenzione di farlo di nuovo?" chiese cautamente aspettandosi qualche offesa in risposta.
Il giovane fissava un cartone di latte di fronte a lui, ascoltando l'uomo in silenzio. Alla fine prese il latte versandosene un po' in un bicchiere e voltandosi lentamente verso Louis.
Si accorse che l'uomo era decisamente imbarazzato quando lo vide girare il caffè nella tazza con la testa china.
"Guardami" disse soltanto.
L'uomo alzò lo sguardo molto lentamente e di colpo il blu si schiantò con violenza col verde. Lo sguardo di Harry era così intenso che non fece altro che incrementare il suo imbarazzo.
I suoi occhi scivolarono sulle sue labbra rosse facendo riaffiorare il pensiero della loro consistenza morbida e delicata.
"H-Harry,io.. senti, forse non avrei dovuto chiedertelo.. è ovvio che è stato un errore per entrambi.. i-ignoriamolo e basta, è ok" farfugliò Louis, balbettando leggermente a causa dell'imbarazzo che era cresciuto notevolmente.

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41 Days• l.s.
Fanfiction«Perché lo chiedi proprio a me?» chiese l'uomo con un sorrisetto malizioso. «Perché sembri l'unico qui dentro incasinato quanto me -il giovane si fermò, aspettando una risposta, ma Louis era intento ad accendersi un'altra sigaretta- allora è deciso...