Epilogo.

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"Che cosa è successo dopo, Louis? Non sei più ritornato?" mi chiede la nuova dottoressa, appuntando qualcosa sul blocchetto che tiene sulle gambe

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"Che cosa è successo dopo, Louis? Non sei più ritornato?" mi chiede la nuova dottoressa, appuntando qualcosa sul blocchetto che tiene sulle gambe.

Quella che mi è stata vicina fino ad ora è stata trasferita e il giorno in cui se n'è andata non ho versato neanche una lacrima, ma i giorni dopo non ho fatto altro. Ho alternato giorni di apatia a giorni di isteria.

Sposto lo sguardo sulle mie mani scorgendo qualche ruga in più, che mi ricorda il tempo che passa ogni giorno; il tempo che passa senza il mio Harry.

Rimpiango tutti i giorni felici che ho passato con lui. Vorrei stringerlo ancora per risentire il suo profumo e il calore del suo corpo, ma non potrò più farlo e ne sono consapevole. Lo sono stato per gli ultimi quarantacinque anni passati senza di lui e questo mi ha reso più debole di quanto facesse il mio vizio.

Lui. Quel maledetto vizio. Quel maledettissimo vizio.

Avrei voluto passarli con la consapevolezza di avere la mafia alle calcagna, questi quarantacinque anni, piuttosto che con la consapevolezza di aver ucciso l'unica persona che mi ha fatto sentire maledettamente vivo.

Mi alzo dalla sedia dove sono stato seduto per due ore di fila a raccontare di Harry come fossi un narratore e mi dirigo verso il letto.

''Ho bisogno di sdraiarmi'' dico ansimando quando piego una gamba.

La dottoressa mi aiuta a distendermi e si siede sulla sedia vicino al mio letto, con le gambe incrociate e lo sguardo chino sulle sue mani.

Per tutto il tempo in cui ho parlato senza sosta, ha semplicemente scritto qualcosa sul suo blocchetto ed ha ascoltato senza fare domande.

''Se sono tornato? -dico sorridendo e chiudendo gli occhi, abbandonando la testa sul cuscino- Beh, forse sarebbe stato meglio se fossi rimasto dove mi trovavo, continuando a vivere con i miei fottuti sensi di colpa -alzo un pò la voce- così a quest'ora non mi troverei qui.'' faccio una piccola pausa e bevo un sorso d'acqua.

''Vuole davvero sapere come è andata a finire questa storia?'' chiedo retoricamente, senza aspettare risposta.

''Sono tornato una settimana dopo e l'ho fatto solo ed unicamente per me stesso. Sentivo un vuoto alla bocca dello stomaco e non riuscivo ad immaginare una vita senza la mia metà. Puro egoismo, capisce? -rido- Sono solo un fottuto, vecchio egoista. Mi faccio talmente schifo da non riuscire più a guardarmi allo specchio. Il giorno in cui sono tornato, mi fermai difronte la porta di casa sua e scoppiai a piangere come un bambino. Spiai all'interno, dal vetro della finestra ed ebbi un colpo al cuore. Tutto mi ricordava lui. Ogni minima cosa mi legava a lui. Harry mi è entrato dentro e non ne è più uscito, non ha voluto saperne. Io lo sento ancora, è come se fosse qui. Forse lo sentivo anche prima di conoscerlo; infondo lui mi appartiene. Suonai al campanello più e più volte, ma non scorsi nessun movimento o rumore all'interno, così iniziai a capire. Mi creda, ero completamente distrutto. In casa non c'era nessuno e mi convinsi che avrei potuto aspettarlo finché non fosse ritornato.Perché lui doveva ritornare e mi rifiutavo categoricamente di credere che fosse accaduto il peggio.'' dico torturandomi il polso con l'elastico che, ormai dopo anni, è scolorito e scucito, ma ancora resiste forte.

41 Days• l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora