''Vado.''
''Ciao..'' rispose Louis meccanicamente ad Harry che, come ogni giorno, lo lasciava chiudendo la porta alle sue spalle, freddamente. Ormai gli sentiva dire solo quella parola.
La giornata a casa di Anne alla fine andò molto bene, riuscirono a convincerla. Stava andando come previsto, presto avrebbero ricevuto i soldi e sarebbe finito tutto bene. Louis, però, si sentiva tanto sporco per quello che stava facendo, i sensi di colpa lo stavano divorando. In quei giorni riusciva a sentire solo tristezza poiché, il gesto che fece nel labirinto, aveva fatto allontanare ancora di più Harry, causando il gelo fra i due.
Gelo che Louis poteva sentire ogni volta che Harry gli passava accanto. Un gelo pesante che comprimeva il suo cuore in modo doloroso. Eppure, quel bacio, gli era sembrato così sincero. Lo aveva fatto sentire bene, come non si sentiva da tempo ormai. Era come se il suo corpo e le sue labbra fossero stati creati solo per essere toccati da lui.
Al contrario, Harry, faceva di tutto per cancellare il tocco di Louis dal suo corpo, portando a casa ancora più ragazze, aumentando le distanze tra di loro e cercando di evitare anche un suo semplice sguardo. Ad Harry, mancavano gli occhi -bellissimi- di Louis, ma questo non lo avrebbe mai confessato.
Ciò che, però, turbava Louis più di tutto era lo strano comportamento del giovane. Negli ultimi giorni, infatti, portava a casa sempre la stessa ragazza che poi andava via durante la notte, sbuffando nervosamente. Così Louis si ritrovò a maledirsi, ancora una volta, per ciò che Harry provocava nella sua mente. Si odiava quando provava gelosia. Si odiava quando provava desiderio. Ma, sopratutto, si odiava perché, in fondo, non voleva fare altro che prendersi cura di Harry e vedere più spesso il fantastico sorriso che possedeva.
In quel momento era preoccupato dal fatto che la stessa ragazza che vedeva da ormai tre notti usciva dalla porta sempre un po' infastidita. Era arrivato a pensare qualsiasi cosa.
'Se non fosse la sua ragazza, ma un corriere? E se Harry ci fosse ricaduto?' pensava.
Non poteva credere di essere davvero preoccupato per un ragazzo che conosceva così poco, che non voleva farsi conoscere e che non mostrava nessun interesse nei suoi confronti. Non avrebbe dovuto interessargli di lui, ma solo dei suoi soldi.
Eppure, anche quella notte, si ritrovò sotto la scalinata della grande villa di Harry cercando di capire cosa stesse accadendo al piano superiore. Si spaventò quando sentì dei passi frenetici e il tonfo della porta.
''Ora basta, questo è troppo!'' gridò la ragazza evidentemente infastidita.
''Calmati dai, torna qui, p-posso fare di meglio'' disse con una nota di delusione.
''Ma sta zitto, io vado via'' concluse scendendo le scale e chiudendo la porta d'entrata inseguita da Harry che -con solo i boxer addosso- le chiedeva di rimanere. Louis uscì dal suo 'nascondiglio' ammirando il corpo del giovane.
''Cazzo!'' disse Harry tirando un pugno alla porta prima di girarsi verso l'uomo che lo guardava dubbioso.
''Cosa è successo?'' gli chiese semplicemente.
Harry scosse la testa, senza dire nulla, evidentemente non aveva nessuna intenzione di parlare con lui.
Non sapeva come avrebbe potuto farlo stare meglio, ma sapeva che l'unica cosa che voleva fare in quel momento era non vederlo in quel modo. Un viso così bello non poteva far trasparire delle brutte emozioni, pensava. Così, Louis, cercò di recuperare la situazione. Andò in cucina e, aprendo la antica vetrina, prese due bicchieri e la bottiglia di scotch che aveva adocchiato già da qualche giorno e tornò in salotto. Harry seguì con lo sguardo ogni suo movimento.
STAI LEGGENDO
41 Days• l.s.
Fanfiction«Perché lo chiedi proprio a me?» chiese l'uomo con un sorrisetto malizioso. «Perché sembri l'unico qui dentro incasinato quanto me -il giovane si fermò, aspettando una risposta, ma Louis era intento ad accendersi un'altra sigaretta- allora è deciso...