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Wrist.
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Chiudo a chiave la porta della stanza di Allison, eseguendo diversi giri all'interno della serratura, infilo la chiave dorata nella tasca del miei pantaloni e subito nascondo anche la mano all'interno di essa.
Sono così nervoso. Non capisco la causa esatta di questa irritazione ma so solo una cosa: non tollero tutta questa merda.
David mi ha fatto esplodere per il suo modo psicopatico di desiderare una ragazza, in generale, oppure a causa della ragazza di cui stava parlando? Ho picchiato Harry con ferocia, senza pensarci due volte, perché avevamo stabilito di incontrarci in salotto per parlare dell'incontro oppure perché era chiuso in quella fottuta stanza?
Non voglio trovare nemmeno la risposta a queste domande.
Eh si, "la risposta" perché una piccolissima parte di me immagina già di cosa si tratta e che è una sola la risposta capace di accomunare entrambe le situazioni.
Allison.
No, non mi piace.
È una come le altre qui dentro dal punto di vista sentimentale: ovvero, non c'è assolutamente nulla.
Andiamo: chi si innamora di una bambola?
La risposta? Nessuno.
Dal punto di vista materiale, fisico, c'è qualcosa di più: non attrazione, per carità, ma semplice protezione da parte mia. Una come lei, una ragazza piccola ed ingenua come lei: non va avanti, se la mangiano a colazione, là fuori.
È diversa dalle altre. Si percepisce a pelle, la differenza. Allison ha ancora quel velo di innocenza che le altre hanno perso e stra perso con il tempo. Non voglio che lo perda, sinceramente, con uno come Harry o, peggio ancora, con un maniaco come David.
Lei ha completato la collezione, giusto? È il pezzo raro. Voglio che rimanga tale. Al massimo se c'è qualcuno con il diritto di farla diventare donna: quello sono io e basta.
Geloso? Non proprio, solo territoriale.
Si è gelosi quando qualcosa non ci appartiene ma lei mi appartiene, eccome. Io sono territoriale: difendo il mio territorio. Difendo ciò che già ho marchiato come mio. Non sarà di certo un riccio con quattro tatuaggi o un uomo schifoso a prendere ciò che mi appartiene.
Vengo distratto dai miei pensieri quando arrivo, non so nemmeno come, di fronte alla mia camera. Apro la porta ed incontro gli occhi azzurri di Perrie.
Non dico nulla.
Chiudo la porta dietro di me ed emetto un grugnito di nervosismo prima di aprire la bottiglia di vino che avevo chiesto di posizionare sulla mia scrivania al mio ritorno.
Sapevo già che mi sarebbe servita.
Serro la mascella mentre faccio scorrere le dita per il vetro freddo. Lancio un'occhiata alla bionda, che non smette di osservarmi, e la sento sussultare quando le porgo la bottiglia.
È intimorita.
"P-posso bere?" Sussurra piano con voce sorpresa ed io annuisco. Senza troppi complimenti, si azzittisce e ne beve quasi metà.
Un cammello.
La passa subito dopo a me ed io la ripongo di nuovo sul ripiano. "Cosa è successo?" La voce è dubitante.
"Nulla," dico, "mi fanno solo rimpiangere di non portare una pistola ad ogni incontro."
Schiude le labbra, turbata dalla mia risposta un po' psicopatica. "Di cosa avete parlato?"
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Collectors of Dolls. [z.m.] #wattys2017
FanfictionBasta osservare come un collezionista maneggia gli oggetti della sua vetrina. Non appena ne prende in mano uno, il suo sguardo ispirato sembra trapassare l'oggetto e perdersi nelle sue lontananze. Di qui il lato magico del collezionista.... E se la...