9: Dimmi una bugia

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Avviso.
Avevo giá pubblicato questa parte...ma non la dava tutta. Quindi l'ho ripubblicata...e adesso dovrebbe uscirvi tutto il capitolo. Buona lettura

Punto di vista Giuliet
Tenere sott'occhio quel orologio, e continuare a sperare che tutto quello che stia accadendo non sia solo uno stupido sogno o un terrificante incubo....

Guardai l'orologio attaccato al muro.
Erano le 16:00.
Mi alzai dalla sedia e uscii di casa sbattendo la porta.
Pensai.
Pensai.
Iniziai a correre, senza nessuna meta.
Sapevo solo...che bisognava correre per risparmiare tempo...
O almeno così era la mia teoria.

Presi il telefono e controllai i messaggi.
Mi appoggiai al muro e ripresi fiato, facendomi cadere a terra.
Continuai a guardare lo schermo finchè una mano non prese la mia.
Voltai la testa e guardai il ragazzo con il cappello...
"Tu...sei?" Chiesi.
Alzó lo sguardo e si tolse il cappuccio.
"Chi sono?" Chiese ridendo.
Risi anche io dandogli uno schiaffo dentro la nuca.
"Ahi!" Disse lui, ancora ridendo.
"Nicholas, smettila. Ora dimmi...cosa ci fai qui?"
"Cosa ci fai tu, qui!" Disse puntandomi il dito contro
Mi alzai di scatto e guardai avanti.
Mi girai e vidi che mi stava ancora guardando.
Li porsi la mano...
"Vuoi stare ancora seduto qua...o vieni con me ?"
Mi sorrise, prese la mia mano e si alzò.

"Allora, dove andiamo?" domandò sempre sorridendo.
"Non so, dimmelo tu" dissi continuando a camminare.
"Credo che cammineremo senza una meta..." disse con fare ovvio.
Abbassai la testa e continuai a camminare.

Sentivo solo il rumore dei miei passi...guardai l'ora che segnava le 17:00.
Continuavo a ripensare solo a quello...solo a lui.
Non riuscivo a smettere di pensare....
E a un certo punto....

Punto di vista Nicholas

Guardai Giuliet...
Sembrava pensierosa, triste.
Aveva quegli occhi che trasmettevano malinconia...
Occhi troppo lucidi per una ragazza che sorride sempre.
Le toccai la spalla e la feci girare dalla mia parte. Aveva il vuoto negli occhi.
Mi uscì solo un sussurrò...
"Che succede?"
La sua unica risposta fu un abbraccio...ehy, come siamo arrivati a ciò?
Le accarezzai i capelli, stringendola in un abbraccio.
Appoggiai il mento sulla sua testa.
"Vuoi spiegarmi ora ?" Le chiesi.
"Non ho nulla" disse lei, nascondendosi di più sul mio petto.
Hahhaha questa è buona. Non mi abbraccia mai così. Non mi abbraccia mai e basta. Ci sarà un motivo.
"Vuoi farmi ridere, Giuliet?" Chiesi quasi mettendomi a ridere.
Si allontanó un pó e mi guardó negli occhi.
Sorrise.
"E tu? Tu che ci facevi lá? Io rispondo se tu rispondi."
Disse con ancora il sorriso sulle labbra.
"Facciamo che tu mi dici quello che hai, e io sto qui ad ascoltarti, buono buono."
Si giró da una parte indefinita e sbuffò.
"Ma scusa tu non vai più al Black and White ?"
"Di certo non sono affar..."
Non mi fece finire di pronunciare la frase che disse:
"Con Lauren?"
La feci girare di scatto dalla mia parte.
"Cosa centra adesso Lauren?!" Esclamai.
Era cosí seria. Fredda direi...
"Nulla. Perchè non vai da lei ?"
Chiese di nuovo girando la testa.
"Perchè dovrei? Voglio stare qui!"
Dissi esasperato.
"Devi smetterla di dire bugie...devi smetterla."
Disse mettendosi le mani nei capelli.
"Io non sto dicendo bugie." Dissi serio.

"Bene." Detto questo mi lasciò lì, solo. Come aveva fatto la metá della gente che mi conosceva. Anche lei mi lasciò solo.

18:30...
Quella era l'ora in cui finii di fare le mie esigenze.
"È stato fantastico!" Esclamó ,come una cornacchia, Lauren.
Si appoggiò al mio petto.
"Da quanto tempo è che non venivi qui? Sará un mese ?"
Chiese lei estremamente curiosa...troppo.
"Affar miei."
Dissi freddo...
"Okay...ma non incazzarti" disse lei.
"Non mi sono incazzato. Anzi, adesso dovrei andare. Quindi se non ti dispiace...dovresti andartene."
Detto questo mi alzai.
"Okay...ma dammi tempo." Starnazzó lei.
Io non ho tempo. Non ne ho. Non ne ho mai avuto.
Mi vestii in fretta e usci dalla porta sbattendola.
Tenni le chiavi strette nella mia mano, scesi le scale, lanciai le chiavi al mio amico...
"Appena scende potresti chiudere la porta a chiave, io devo andare"
Senti solo un "okay" da parte sua.
Poco importava....

Camminai fino il parco abbandonato e mi sedetti sulle scalette della fortezza...
Iniziai a pensare, come sono arrivato al questo punto?
Come sono arrivato al punto che una sua frase mi avrebbe trafitto....e per ripicca...fare tutto ciò.

Come?

Punto di viata Giuliet
Era seduto sul muretto del parco.
Mi guardava come fosse un avvoltoio.
"È da due ore che siamo qui...e ancora non mi hai detto il motivo." Dissi scrutandolo.
Si alzò e si avvicinò sempre di più a me.
Eravamo faccia a faccia...o quasi.
Mi sorrise.
"Simo, cosa vuoi?"
"Voglio qualcosa che ho sempre voluto ma, che non ho mai avuto." Disse guardandomi negli occhi.
"E cioè?" Chiesi.
Rise.
Si avvicinò al mio orecchio e sussurrò:
"Te."
Lo guardai con gli occhi spalancati....
Mi prese le mani e le intrecciò con le sue.
Mi guardó dall'alto.
I suoi occhi grigi si stavano avvicinando al mio viso...le sue labbra erano a due millimetri dalle mie.
Ero pronta ad allontanarlo ma, quello che fece mi stupì.
A due millimetri dalle mie labbra, con i suoi occhi che penetravano i miei...

"Dimmi quello che vorrei sentirmi dire. Dimmi quello che per te è una bugia..." sussurrò.
Chiusi gli occhi e poi li aprii di scatto.
"Ti amo." dissi flebilmente.
"Sarebbe stata una bella realtá quella...invece mi trovo in bilico. Tra il sognare e vedere la ragazza che amo...non appartenermi." Sussurrò al mio orecchio.
"Una ragazza non si appartiene. Si scopre. La si tratta alla pari. La si tiene testa...La si ama." Dissi decisa.
Mi sorriese e si avvicinó alle mie labbra.
"Ti amo." Sussurrò flebilmente.
Si allontanò velocemente e continuò a sorridermi.
Si girò e continuó a camminare.
Rimasi li, ferma.
Lo guardai mentre se ne andava...
Si girò e disse:
"Cenerentola non perdere la scarpetta."
Disse ridendo, mentre si voltó di nuovo e continuó a camminare.

Guardai l'ora...
23:00
....

"Vieni e basta. Non farmi domande. Vieni alla fontana e basta."
Conclusi la telefonata così.
Mi sedetti sulla fontana e aspettai.
.....

Lo guardai mentre si avvicinava a me. Era serissimo.
Si sedette sulla fontana e continuó a guardare davanti a se.
Spezzai quel doloroso silenzio.
"A volte penso che tu mi menta..."
Lui mi guardó e disse:
"Non ti ho mai mentito. Non ne avrei bisogno. Ti potrei ferire anche senza nessuna bugia."
"Giá..." dissi persa.
"Però mi piace."disse lui, senza guardarmi.
"Cosa?" Chiesi.
"Il modo in cui menti...o meglio, cerchi di nascondere le cose che per me sono evidenti.."
Risi e voltai la testa.
"In poche parole vorresti dirmi che non so mentire?"
"Hai centrato." Disse lui ridendo.
Guardó l'orologio...
"Ho un pó di tempo..." mi prese per mano.
"Ti accompagno a casa."
Sorrisi...

C'era lei....che mentiva, ma non lo sapeva fare.
Nascondere di stare bene quando per lui era evidente che stava cadendo...
Cadendo negli abissi?
Semplicemente cadevano nella maledizione...
Dove lui sembrava il più forte...
Sembrava...
E lei sapeva che doveva starli accanto.
E sapeva che una sua piccola bugia, avrebbe fatto crollare tutto.

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