10: Remember?

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Ricordi?
Ricordi quella sensaziome di libertá....dove nessuno ci comandava?
Dove la nostra fantasia andava oltre?
Quelle giornate insieme passate a giocare.
Quelle storie che raccontavamo, perchè la nostra doveva essere una favola?
Ricordi tutto ciò?

Punto di vista Giuliet
Guardavo fuori dalla finestra. Le goccie d'acqua che facevano a gara per arrivare al bordo della finestra...
Da piccola ero perennemente fissata su ciò.
Le goccie facevano a gara per arriavre fino in fondo.
Perchè quella era una bellissima cosa. Era una mia fantasia. Un mio gioco...ricordare quanto mi divertivo con cosí poco...

"Potrebbe prestarmi attenzione ?" Disse una voce.
Voltai il viso verso quell'uomo sulla sessantina di anni....
"Oh, certo. Mi scusi." Dissi abbassando la testa e standolo ad ascoltare.

Pochi minuti dopo sentii qualcosa alle mie spalle. Qualcosa che uratava contro la mia schiena.
Mi girai e di colpo mi trovai una pallina di carta in fronte.
Guardai male Nicholas, che si fermó vedendo la mia espressione.
Alzò le mani e mimó uno "scusa" con la bocca.
Feci per girarmi dalla parte del prof, quando Nicholas mimó tra le labbra: "guarda cosa c'è scritto", indicando la pallina che mi aveva lanciato poco prima.
Lo guardai un pó sbicottita e lui mi sorrise.
Al suo fianco, Lauren, guardava stranita tutti e due.
Mi faceva quasi ridere.

Presi la pallina e mi girai dalla parte del mio banco.
La aprii e trovai una scritta.
"Dopo scuola, ti devo far vedere una cosa."
Sorpresa e al tempo stesso confusa, per quella frase, mi rigirai dalla parte del ragazzo.
Mi guardó e con un sorriso mi salutó con la mano.
Ma che ha ?  Pensai.

Il resto della giornata, delle lezioni, passó così velocemente che non capii nulla.
Quando guardai lo schermo del mio telefono che segnava le 13:40.
Stavo scendendo le scale dell'istituto.
Mi appoggiai a un muretto e aspettai quel ragazzo.
Aspettai e aspettai.
E finalmente , ringraziando tutti i santi, lo vidi.
Mi guardó e si diresse verso di me.
Un sorriso a trentadue denti fece capolineo sul suo viso.
Ero sbigottita.

"Lalalal, tu non pensi che sia una bella giornata ?" Disse con aria sognante, prendendomi il braccio.
"Ha appena smesso di piovere, oggi sei strano..." dissi io strattonando un pó il braccio.
"Come non detto" disse rimettendosi le mani in tasca e assumendo la sua solita aria seria.
"Seguimi" disse poi, camminando avanti. In una parte indefinita.

Lo seguii stando in silenzio.
Passarono 10 minuti ed eravamo arrivati ad un arco...
Sembrava un porticato e aveva una campana al suo centro...non so.
"Allora, perchè mi hai portata qui?" Chiesi continuandomi a guardare in torno.
Lui mi guardó serio.
Prese dalla tasca un qualcosa e me lo fece vedere.
"È la mia stessa foto....cosa..." non sapevo che dire. Aveva in mano la foto che mi avevano scattato da piccola, con un bambino...
Era cosí...era tutto confuso.
"Ricordati..." disse lui guardando da tutt'altra parte.

E in quel momento capii perchè mi aveva portato lí.
Sotto quell'arco.
Rimasi con la mano a mezz'aria e con la bocca semi aperta.

Tutto aveva un senso.
Quelle grida.
Quell'arco...la campana....e quella frase....quella frase.
Dio, l'avevo sognata mille volte....ma non riuscivo a capire i collegamenti ad essa.
Nella mente, solo quella frase.

"Un giorno...mi sposerai come il principe azzurro...me lo prometti?"
"Lo farò...e poi non ti lascerò più. Mia bella principessa..."

Mi misi una mano sulla bocca, restando scioccata.
Lui era quel bambino. Colui che mi aveva fatto sorridere.
Mi aveva fatto divertire.
Il mio principe che di azzurro non ha proprio nulla.
Potrebbe essere il principe nero. Pensai.
nascondendo uno stupido sorriso.
Lui mi guardó.
"Ora sorridi pure." Disse mezzo divertito.
"A cosa pensavi?" Concluse.
"A una cosa." Dissi io lasciandolo in sospeso, ma ancora ridendo tra me e me.
"Dai! Dimmelo." Disse facendo la faccia da cucciolo.
"No no" dissi io.
"Allora ti faccio il solletico." Disse lui avvicinandosi a me...
"Oh, no. Te lo scordi caro." Dissi inziando a correre.

Mi stava inseguendo.
Si sentivano solo le nostre risate.
Il rimbombo dei ricordi che si facevano largo.
Tutto ,intorno a noi, si era fermato.
Sembravano i vecchi tempi.

Oh, cavolo. Dissi mentalmente, preparandomi al colpo.

Punto di vista Nicholas

La stavo inseguendo. Mi atavo divertendo cosí tanto...
La prima volta, dopo anni, che mi diverto in questo modo.
Come un bambino.
La guardai correre e ridere.
La inseguii ridendo.
A un certo punto mi ritrovai a tenerla per il braccio, per non farla cadere.

"Uh, grazie. Temevo che sarei caduta." Disse lei sollevata.
"Beh....menomale....e ora....TI HO PRESA!"
Dissi io iniziando a farle il solletico.

"Oh, ti prego, smettila. Ti prego." Disse lei tra le risate.
"MAI" dissi io, continuando a farle il solletico.

Eravamo diventati di nuovo dei bambini.
Era tutto bellissimo.

"Ti prego, smettila. Faccio quello che vuoi, ma smettila." Disse lei implorandomi.
"Tutto quello che voglio?" Dissi quasi fermandomi.
"Tutto qiello che vuoi, ma ovviamente nei..."
Non la feci smettere di parlare che mi fermai e con gli occhi luccicanti dissi semplicemente:
"Usciamo insieme."
Lei mi guardò stupita e poi le si acceseró gli occhi, anche a lei.
"Andiamo al cinema, mangiamo gelato, andiamo a pattinare, andiamo sulle montagne russe, popcorn...."
"SI!" Gridai io, come un bambino.
La parte più infantile di me si era svegliata.
Lei mi guardó e mi prese la mano.
Mi sorrise e...
"Affare fatto"

Quello sigilló il nostro patto.
Ci fece ritornare bambini. Felici e spensierati...
Senza tristezze.
Senza nulla a cui pensare.
Ridevamo come due idioti...dimenticandoci della nostra piccola maledizione.
Il nostro problema reale.

Spazio autrice
So che non è lunghissimo....ma se tutto va bene, continueró ad aggiornare a catena in questi giorni.
Grazie di aver letto questo capitolo...e fatemi saper come è stato.
Buona giornata.

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