Capitolo 1

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Anna's pov

Sono passati ben 8 anni. Otto anni da quando ci siamo fidanzati io e Piero. Siamo stati felici per quattro anni e tre mesi quando...

Flashback

Domani compiamo quattro anni e tre mesi di fidanzamento. Mi addormento con il sorriso accanto a lui. Si, abbiamo una casa insieme. La nostra casa.

Penso ancora a come sia stato tutto così facile. Facile adeguarsi. Io nella famiglia Barone e lui nella mia. Sin da subito si è creato un legame indissolubile. Tra noi come anche tra le nostre famiglie.

È da circa un anno che abbiamo deciso di convivere, quindi eccoci qua. Insieme, nel letto, pronti ad abbandonarci al sonno.

Ci diamo un ultimo bacio prima di addormentarci entrambi.

L'indomani mi sveglio di buon'ora, saranno state le otto e mezza. Non vedo Piero nel letto. Mi inizio a preoccupare, così raggiungo la cucina per prendere il cellulare e comporre il suo numero. Ma, appena raggiungo il tavolo dove ho lasciato il cellulare la sera precedente, noto un bigliettino.

Lo leggo:AMORE MIO, CHIAMAMI. TUO, PIERO.

Compongo il suo numero fino a quando, dopo due squilli, mi risponde.

«Piè, ti stavo per chiamare»

Piero:«Si, senti devo dirti una cosa. Innanzitutto, sono con i ragazzi perché Michele doveva comunicarci nuove date del tour»

«Va bene, come sempre in questi quattro anni verrò anche io in tour insieme a te»

Piero:«Ecco, il punto è questo...»

«Qualche problema?»

Piero:«Non puoi venire...»

«E come mai?»

Piero:«Beh, semplicemente non mi sembra giusto che ogni volta devi viaggiare con me»

«Ma sai quanto adoro viaggiare con te»

Piero:«Mi dispiace, ma per stavolta e per le volte successive non potrai»

«Facevi prima a dirmi che avevi un'altra»

Piero:«No, Anna, ma...»

«In questi quattro anni è sempre andato tutto a meraviglia e ora te ne esci con questo? Sei fortunato perché probabilmente avrei anche acconsentito se fossi stato di fronte a me. Sai che potere hanno i tuoi occhi e la tua voce su di me e nonostante questo non te ne importi»

Piero:«Anna, io ti amo e lo sai»

«Se mi ami perché stai facendo così?»

Piero:«L'unico modo per non soffrire è lasciarci...»

«Non solo inventi la scusa del tour, ma mi proponi anche di lasciarci?»

Piero:«Anna,non ho altra scelta mi dispiace...»

«Va bene, se è questa la tua decisione la accetto, Piero Barone.»

Piero:«Scusa...»

«Addio, è stata decisione tua»

Attacco la chiamata. Ci siamo lasciati. Dopo tutto questo tempo. E così, senza una spiegazione. Probabilmente si è stancato di me, ovvio.

Prendo la valigia perché non voglio più rimanere in questa casa e trovo l'ennesimo bigliettino:SE SEI IN CERCA DI CASA, HO PROVVEDUTO A FARTENE AVERE UNA. CHIEDI ALLA SIGNORA A FIANCO CHE CASA HO PENSATO PER TE.

Penso che per farmi trovare il bigliettino sulla valigia ha dovuto intuire la mia reazione. Ha dovuto pensare che me ne sarei andata. Inizio a fare il giro di tutta la casa, l'ultimo giro.

Il magazzino, dove facevamo i nostri 'concerti'. Lui suonava il piano e io la chitarra, cantavamo insieme e a volte venivano anche i vicini per ascoltarci.

Una stanza per gli ospiti, che sarebbe diventata la stanzetta per un piccolo Barone. Già l'avevamo messo in programma ma ancora non ci sentivamo pronti.

Il bagno, dove facevamo la doccia insieme. Oppure quando diceva di andare a dormire e, sapendo che andavo a farmi la doccia, si faceva trovare già nel box. I massaggi con oli profumati e quando fingevamo di essere in un centro benessere. Lui il mio estetista personale e io la sua "bellissima estetista" come diceva lui.

La camera da letto. La prima volta che abbiamo fatto l'amore, le battaglie di cuscini, le pareti tappezzate di foto nostre e lo specchio con cornice rossa a forma di cuore. Sopra il letto un nostro ritratto insieme fatto da un artista a Marsala.

Il salotto. Divani in pelle rossi dove abbiamo passato le serate più belle a guardare film. Commedie, per ridere insieme, horror per tenerci stretti e film romantici per sottolineare che "coppie come la nostra non esistevano".

La cucina. Avevamo fatto non so quante battaglie di farina, provato a fare torte, ma alla fine ne usciva solo un impasto gommoso e pizze buonissime ben riuscite che condividevamo a volte con le famiglie, a volte con Ignazio e Gianluca.

E ora la porta.
La porta dalla quale sono entrata quattro anni fa.
Ora, a distanza di quattro anni, non credo che rientrerò più da quella porta.

Esco di casa con mille pensieri e le lacrime agli occhi. Alla fine scopro che la casa che ha pensato per me era quella di fronte alla sua. Ma perché? Non ha senso tutto questo.

Fine flashback

'Certo che eravamo proprio una bella coppia ' penso tra me e me.

Ed eccomi tornata con il sequel di 'Fottuta distanza'. In molte me l'avevate chiesto ed eccovi accontentate! Spero intanto che vi piaccia e che non vi abbia deluso! ❤💬⭐

Fottuta distanza 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora