Capitolo 32

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Lo so, adesso aspettate altre scuse da parte mia per l'assenza. Ma mi giustifico dicendo che: la page che abbiamo io e una mia amica sui ragazzi vorremmo chiuderla proprio per la scarsa attività e su Wattpad ci sto entrando pochissimo.
A me dispiace molto anche perché non sto riuscendo nemmeno a leggere tutti i libri.
Ah, e volevo anche dirvi che se avete delle immagini da consigliarmi da mettere come foto del capitolo le metterò e taggherò. L'importante è che non siano già presenti negli altri capitoli.
Detto questo, spero che il capitolo vi piaccia 😘. Come stanno andando le vacanze?❤⭐💬

Piero's pov

Ho sentito Anna salire fino alla sua camera e probabilmente c'era anche lui. Si saranno chiariti, forse, dato il silenzio che sento. Così vado fino alla loro camera e, quando apro la porta, mi vedo puntare una pistola contro. Realizzo la situazione: voleva sparare Anna, ecco che ora ci sono anch'io con lei.

«Decidete chi devo sparare dei due.»

«Anna, io. Non posso permettere che tu venga...Non voglio nemmeno dirlo.»

Anna:«Ma scherzi? Tu sei anche un cantante, non vorrai far star male le tue fan? E ricorda che anche io sono una tua fan.»

«Saprete che è stato per una buona causa!»

Anna:«Ma non ci pensare nemmeno!»

Lui sembra perdere la pazienza, così spara un colpo vuoto sul soffitto. 

Anna, per perdere tempo, chiede se può andare in bagno. Lui acconsente e continua a tenere la pistola puntata su di me. 

«Puoi abbassare quella pistola? Mi mette nervosismo e poi sono disarmato, non vedi?»

Sembra riflettere un momento, poi decide di riporla nella tasca. 

Allora chiedo:«Ma scusa, perché lo fai?»

«Perché il vostro amore deve finire, in un modo o nell'altro.»

«Sei geloso, quindi?»

«Si, perché tu hai portato via un pezzo di lei che avrei voluto scoprire. Okay, l'ho tradita. Okay,l'ho delusa...»

«E ora la stai anche per uccidere...»

«Questo perché hai portato via già il suo cuore. Cioè, con me non è felice come lo è con te. La notte la sentivo singhiozzare e, se sei felice, non lo fai. Il giorno guardava sempre fuori, nostalgica di qualcosa che non sono mai riuscito a capire. È una ragazza fantastica, però o è mia oppure non è di nessun altro!»

«Ma non puoi arrivare ad uccidere per questo! Sii ragionevole!»

Anna esce dal bagno e, guardandomi, si siede sul letto vicino a me, mentre lui estrae nuovamente la pistola. 

«Non vi chiedo di esprimere il vostro ultimo desiderio, perché già so qual'è.», e prende meglio la mira. 

In quel momento la porta si apre. Entrano tre poliziotti. Io e Anna tiriamo un sospiro di sollievo. Arrestano quel maniaco e gli sequestrano la pistola.

«So che non è il momento, ma...» e la bacio.

Lei sorride, anche se è un sorriso nervoso. Certo, le è rimasto l'ennesimo shock da parte di quel cafone. 

«Amore, non pensiamo a lui. Da oggi in poi non ci disturberà più.»

Anna:«E adesso? Ricominciamo tutto dall'inizio noi due?»

«Prima devo fare una cosa!»

Mi posiziono di fronte a lei e le canto:Io ti proteggerò dal male che vivrai, io per te ci sarò. 

Sorride e mi bacia. Ci stendiamo sul letto, quando ci uniamo in un bellissimo abbraccio. Lei mi lascia baci sul collo. 

Era tutto perfetto, quando entra Ignazio.

Ignazio:«Ma sempre su un letto stati?»

«Ma gli affari tuoi?»

Ignazio:«Se mi facevo gli affari miei, a questo punto eravate già in ospedale o, peggio ancora, al cimitero!»

Anna:«Vuoi dire che sei stato tu a chiamare la polizia?»

Ignazio:«Si, io ho chiamato la polizia e Gianluco l'ambulanza per qualsiasi evenienza.»

Anna:«Grazie, ragazzi.»

Ignazio:«Mi sa che dobbiamo far salire i dottori che stanno dentro l'ambulanza.»

Anna:«Perché? Chi sta male?»

Ignazio:«Tu! Non vedi che ti sanguina un braccio?»

Effettivamente aveva ragione ma, non so per quale ragione, prima non ce n'eravamo accorti. Abbiamo alzato la maglia e non c'era niente sulla pelle, solo un grosso livido violaceo dal quale usciva il rivolo di sangue.

I medici, appena sono entrati in camera, sono arrivati con una fasciatura. 

Dottore:«Cosa le è successo al braccio? Si ricorda qualcosa di importante?»

Anna:«Prima mi è stato stretto forte questo braccio. Cioè, entrambe le braccia però questo di più, non so come mai.»

Dottore:«Il braccio è stato stretto talmente tanto forte che una vena è scoppiata. Ora le mettiamo questa fasciatura, sperando che guarisca presto.»

Io, Anna e Ignazio ringraziamo i dottori, che lasciano la stanza. 

Ignazio:«Anna, tutto bene ora? Ricorda che stasera sei invitata ufficialmente al nostro concerto eh!»

Sorride e annuisce, chiedendoci se può venire con noi anche per le prove. 

«Ma certo! Io sarò sempre con te, tranquilla.»

Spero davvero che ora io e lei possiamo vivere serenamente. Lo spero tanto. Lei ha passato tanto, forse troppo, e non merita altro male.

Fottuta distanza 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora