Leggete vi prego. Come disse Gianluca in un concerto, mi scuso profondamente. Ultimamente non sono stati giorni facili e come avete notato mi sono totalmente eclissata da Wattpad. O dai social in generale. Ancora oggi non va tutto come dovrebbe, ma cerco di conciliare tutto. Insomma, spero non siate arrabbiati con me e non abbiate smesso di seguire il libro. Dette le mie scuse, spero di non avervi deluso dopo tutta questa assenza. ❤⭐💬
Anna's pov
Ho dormito per una buona mezz'ora. Infatti, appena mi sveglio, Piero sorride teneramente spostandomi una ciocca di capelli dalla fronte.
«Ma quanto ho dormito?», chiedo stiracchiandomi.
Piero:«Il tuo maritino ti ha contagiato la facile sonnolenza, eh? Comunque penso almeno tre quarti d'ora.»
«Ma impossibile, saranno stati 30 minuti! Non mi ricordo di aver dormito tutto questo tempo!»
Piero:«Scusa, non mi chiedere niente riguardo gli orari, perché ti ho guardato sempre e sinceramente ho perso anche la cognizione del tempo.»
«Ah sì? Davvero?», dico in tono provocatorio per vedere cosa mi risponderà.
Piero:«Si, puoi chiedere anche a Gianluca che, ogni volta che si voltava, vedeva me che ti guardavo e sbuffava perché evidentemente si stava annoiando.»
«E ha pure ragione, povero Gianluca...è da solo vicino quel vecchietto!»
Piero:«Ma devono sapere che quando guardo te non voglio essere disturbato!»
Lui si sta svegliando, così decido di non rispondere e sorridere semplicemente, per evitare che senta qualcosa di compromettente.
Piero si allontana subito da me, mentre io mi limito a guardare fuori dal finestrino il cielo blu con qualche nuvola sparsa qua e là.
All'improvviso mi sento abbracciare dal sedile a fianco.
Ovviamente, potevo aspettarmelo.Piero ci guarda, i suoi occhi esprimono tutto. Vorrebbe fare qualcosa, ma in una situazione come questa è impotente.
«Allora, amore, dormito bene?», dice dolcemente.
«Si,si.».
La mia freddezza non mi stupisce più. Però non posso dimostrare amore a qualcuno per cui provo semplicemente affetto.«Meglio così», e inizia a baciarmi il collo.
In tutto questo Piero ci guarda dall'alto per via dei sedili ancora abbassati. O meglio, tenta di distogliere lo sguardo e cercare una distrazione. Ogni tanto dà un'occhiata, però ha una faccia che non saprei descrivere.
È un misto tra tristezza e l'essere a conoscenza di non poter fare nulla, il non riuscire a fingere un sorriso e non volersi far vedere piangere anche se è l'unica cosa che vorrebbe fare.
Io però la sua debolezza ho avuto modo di vederla.
Eccome.Fa il duro, ma alla fine è debole. In questo siamo simili. Entrambi abbiamo questa tendenza a mascherare tutto. E funziona sempre perché nessuno si è mai preoccupato di come stavamo, infatti lui era l'unico che si preoccupava di me veramente. Come io con lui d'altra parte.
Ora quel periodo è passato e non so più come sta. Fino a pochi giorni fa non avevamo idea di che piega avessero preso le nostre vite. Ora invece ci ritroviamo qui, dopo una notte passionale e troppi segreti, a non avere la minima idea di come passare i giorni a seguire e se mai qualcuno scoprirà quello che nascondiamo.
«Amore mio, a cosa pensi?»
Mi chiama sempre così per sottolineare il fatto che io sia solo sua, essendo molto possessivo da buon siciliano.
«A niente. Cioè...a cosa faremo quando scenderemo...»
«Vedremo, dai», e mi sorride regalandomi una carezza sulla guancia.
In quel momento Ignazio prende parola:«Ragazzi, devo dirvi una cosa!»
Inutile dire che io e Piero abbiamo iniziato a sudare freddo. Nonostante ci fidavamo ciecamente di lui, Ignazio era imprevedibile e lo sapevamo entrambi.
E se si fosse dimenticato della promessa fatta a me?