Capitolo 4. L'inizio.

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Quando entrammo nel locale l'agitazione era al massimo. Non si riuscivano a contare la quantità delle persone che c'erano, spettatori e non.
Il tavolo della giuria, davanti al palcoscenico, era ancora vuoto e non si sapeva con certezza chi ne facesse parte. Il mormorio della folla era assordante, tutti parlavano eccitati; molte persone erano in piedi, altre al bancone del bar ed alcune sedute ai loro tavoli prenotati.
Le band stavano in fila ed aspettavano di prendere il loro numero di sequenza.
L'adrenalina era alle stelle e sentivo che potevo esplodere da un momento all'altro.
<Trouble, guarda non credo ai miei occhi...> disse Chris ad occhi sgranati.
<Cosa Chris... Non può essere vero...>
<Trouble, ma quella è... tua madre?> incredulo mi domandò Rob.
Non poteva essere vero, mia madre nella giuria.
Che cosa ci faceva lei lì, non la vedevo da otto anni.
Speravo con tutta me stessa che non mi riconoscesse. Odiavo quella donna, tanto quanto lei disprezzava me.
Ci aveva abbandonati per rincorrere i suoi "Sogni", insieme ad un uomo più giovane di lei.
Ogni Natale mandava un regalo per Billy ed una cartolina del posto in cui si trovava. Aveva girato il mondo con la sua band, ma non mi sembrava che avesse raggiunto l'apice del successo.
Ogni tanto arrivavano sue lettere che dicevano che aveva bisogno di soldi, a cui io non avevo mai risposto.
Io ero il suo "guaio", l'impedimento della sua realizzazione, mentre Billy era il frutto del suo amore probabilmente con un altro uomo.
Ero sicura che io e mio fratello non avessimo lo stesso padre, ma non l'avevo mai voluto sapere più di tanto, non mi importava e non volevo che Bill se ne preoccupasse.
Rivederla dopo tutti quegli anni, mi fece uno strano effetto.
Sembrava che gli anni per lei non fossero passati: i capelli rosso fuoco lunghi fin sopra le spalle, gli occhi color ghiaccio e la pelle chiara.
Il viso sembrava essere ancora quello di una ragazzina ed il fisico perfettamente asciutto.
Tutto sembrava tranne che avesse avuto due figli, per giunta una di quasi 21 anni.
<Vi prego ragazzi, nascondetemi!!> dissi sconvolta.
Non avevo nessuna intenzione di salutarla, non volevo nemmeno continuare a guardarla.
Essere consapevole di essere molto simile a lei, mi rendeva isterica!!
<Trouble, stai tranquilla. Tieni fatti un goccio.> Chris mi passò un bicchierino di vodka liscia ed in un solo sorso lo mandai giù, mentre mi pizzicava la gola.
<Prendimene un altro!!> dissi al ragazzo, sperando che l'alcool mi desse più coraggio per affrontare la situazione.
Subito mi sentii meglio, l'effetto dell'alcool era un tocca sana contro i nervi.
Eravamo i primi ad esibirci. Mia madre mi avrebbe visto per la prima volta su quel palco e speravo con tutta me stessa che non si ricordasse di me.

<Signori e signore benvenuti alla quarta edizione di "Show Band Battle"!! Abbiamo molte novità quest'anno, molte nuove proposte.
Iniziamo proprio da una di queste, vengono dalla periferia di New York i "No Name"!!>
Gridò al microfono il presentatore.
Il nostro ingresso fu trionfale: i ragazzi avevano indossato delle maschere bianche e i cappucci delle felpe rosse. Io avevo tolto il giubbotto di pelle e avevo lasciato scoperta la schiena e la pancia, lasciando vedere i miei tatuaggi.
Mia madre sembrò non riconoscermi anche se io ero l'unica ad aver lasciato il viso scoperto.
Iniziai a cantare liberando finalmente la mia anima; mi lasciai trasportare tra le note di quella canzone che avevo scritto qualche anno prima.
Credo che fu in quel momento che mia madre si rese conto di chi aveva davanti.
La vidi alzarsi dal tavolo e scappò via, seguita da un giovane uomo vestito si nero.
Tutto sommato, però, l'esibizione andò una bomba. Quando finimmo, tutti sembrarono tremendamente colpiti dalle parole di quel testo e il pubblico liberò la sua approvazione in un lungo e interminabile applauso.
<Bene, bene. Signorina, lei è?> mi domandò il presentatore raggiante.
<Io sono Trouble.>
<La sua esibizione è stata pazzesca, complimenti a tutti e quattro!!>
E trionfanti, ancora frastornati dagli applausi, uscimmo dalla scena.
Dietro le quinte ad aspettarmi c'era lei.
< Non posso credere ai miei occhi...Trouble...> mi disse con le lacrime agli occhi.
<Non so lei chi sia, mi dispiace.> risposi fredda a testa bassa.
<Non essere sciocca, lo sai chi sono.>
<Si lo so, ma non ha importanza!!>
<Trouble!!> una voce da lontano mi chiamò.
<Heylà Mike!!> esclamai correndogli in contro.
Voltai le spalle a mia madre, lasciandola sola coi suoi rimorsi.
<Ciao, sei stata fantastica!> mi disse quando eravamo ormai faccia e faccia.
<Oh, grazie!> dissi imbarazzata.
I suoi occhi si specchiavano nei miei ed ogni cellula del mio corpo era attratta verso di lui.
<Tra quanto suonate?> domandai incantata dai suoi sguardi.
<Verso la fine... Sei... bellissima stasera!> un altro complimento.
Il mio cuore batteva forte e man mano che lui si avvicinava, accellerava sempre di più.
Mi posò una mano dietro la testa, fin quando le nostre bocche non furono lontane un millimetro l'una dall'altra.
Poi qualcuno rovinò quel momento.
<Michael, Michael!> una voce stridula gridò.
Gli diedi uno spintone che mancò poco che non cadesse.
Avevo riconosciuto quella voce, era di Jess la sua ragazza.
<Ah eccoti!> esclamò spazientita.
<Che ci fai coi bassifondi?>
<È mia amica Jess, che cosa urli?!>
Ringhiò Michael.
<Beh Mike, ci vediamo. Buona... fortuna!> dissi imbarazzata e corsi via desiderando con tutta me stessa di sparire.
Che cosa diavolo mi era preso, mi ero quasi lasciata baciare.
Il mio cuore batteva ancora forte e non riuscivo a capire il perché.
Tra me e Michael c'era sempre stata una forte attrazione, ma non mi ero mai sentita così impotente di fronte ad un uomo.
"Ok Trouble. Forse sei solo un po' scossa." Pensai tra me e me.
Sicuramente doveva essere così, avevo bisogno di rilassarmi.
Avevo bisogno di Chris e della sua "magia rilassante"

Pochi minuti dopo eravamo sulle scale dell'uscita d'emergenza a fumarci uno "spinello terapeutico", così lo chimavano Lee e Chris, per scaricare l'adrenalina che avevamo accumulato.
Faceva molto freddo fuori, ma il sangue mi si era gelato nelle vene già prima di uscire.
<Io credo che la vittoria è nostra!!> esclamò Rob trionfante.
<Non dobbiamo sottovalutare i Red Devils, l'anno scorso hanno quasi vinto.> ribatté Lee.
<Io... ho visto James!!> disse tutto d'un fiato Chris.
<Cosa?!> urlai subito.
<Ci ha visti suonare ed è andato via. Aveva una pessima cera.> continuò il biondo.
<Credi si sia pentito?> mi domandò Rob.
<Non lo so...> risposi, dopotutto provavo pena per lui e per la sua situazione.
<Spero solo che smetta di farsi del male.> continuai.
Quando tornammo dentro i Red Davils erano pronti per suonare.
Dietro alle quinte li vedevo alla perfezione.
Michael al centro del palco era splendido; i capelli ricci erano illuminati dal riflettore che risaltava i riflessi blu; gli occhi verdi splendevano di luce propria e l'energia che emanava il suo corpo era sorprendente.
La sua voce era profonda e suadente e trasmetteva un misto di emozioni incontrollabili.
Michael era esattamente come me, viveva di musica ed era questo che fondamentalmente ci univa.
Quando finirono di suonare, la sala si scatenò in un interminabile applauso.
Il sorriso e la gioia dei ragazzi era alle stelle. Quando entrarono dietro alle quinte tutti e cinque i ragazzi esultavano e gridavano.
Michael mi vide e mi prese in braccio facendomi volteggiare. La sua felicità era coinvolgente. Gli strinsi le braccia al collo, mentre lui continuava a farmi girare.
<Basta Mike, mi gira la testa. Fermati!> esclamai gioendo.
Finalmente smise di girare, ma mi teneva ancora stretta a lui.
<Avevo dimenticato come fosse bella la tua risata.> mi sussurrò all'orecchio.
<Mettimi giù!> ordinai scherzosamente, dentro di me fremevo dalla voglia di baciarlo.
<Solo se mi prometti che questo abbraccio non sarà l'ultimo.> continuò a dirmi a voce bassissima.
<Promesso.> ribattei guardandolo fisso negli occhi.
Era già la seconda volta in un'unica sera che eravamo faccia a faccia separati da un alito di fiato, ma nemmeno quella volta riuscimmo a baciarci.
Mi rimise a terra e si allontanò col resto della band.
Quanta chimica c'era tra me e lui, non avevo mai desiderato, prima di quel momento, di baciare qualcuno e di possederlo.
Non capivo bene cosa sentivo dentro di me, ma sicuramente tenevo tanto a Michael e questo non lo potevo certo negare.

Un'ora dopo eravamo tutti in attesa della decisione finale dei giudici.
<Allora, finalmente abbiamo il verdetto finale...> annunciò al microfono il presentatore.
<Vincono la quarta edizione dello "Show Band Battle" i...>
Il cuore pompava forte il sangue che arrivava pulsante alla testa.
Mi sentivo ribollire tutta e mi ero pietrificata, stringendo forte la mano a Chris e a Lee, che erano in piedi al mio fianco.
<Vincono i Red Devils, avanti salite sul palco!>

Vidi Michael a pochi centimetri di distanza da me, saltare quando sentì il nome della sua band.
Lui mi guardò negli occhi. Avrei voluto corrergli incontro per esultare con lui. Per me non aveva importanza se avevamo perso, lui se lo meritava, ma il mio pensiero fu infranto quando vidi Jess saltargli addosso e baciarlo avidamente.
Fu in quel momento che realizzai che Mike già era di qualcun altro e che proprio con quella brutta strega della sua ragazza non avrei mai voluto avere nessun tipo di problema.

<Va bene lo stesso ragazzi...> dissi notando nei loro occhi la delusione di aver perso.
<Abbraccio di gruppo!!>
Ci avevamo provato e quella perdita non ci avrebbe fermato.
Quello per noi era solo l'inizio.

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