Povero Jesse

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VINCENT POV
Io e Jacopo provammo a fare qualche battuta per alleggerire la situazione che si era venuta a creare ma niente funzionò, anzi la madre di Jesse sembra ancora più arrabbiata e Jesse sempre più impaurito da quello che sarebbe potuto succedere.

"Jesse ma come ti viene in mente di fare certe cose?" dice lei, Jesse voleva risponderle ma non ci riuscì, così Christina vedendoci nascondere oggetti inizia a cercarli: vede sotto al letto, nei cassetti, dietro la tv e in altri vari posti insomma mette sottosopra la camera di Jesse, ovviamente ci trova di tutto, precisamente TUTTO.

Slap, slap, slap.

Volano schiaffi a Jesse, povero, ne avrà presi una centinaia, poi Christina si rivolge a me "Tu! Tu hai rovinato mio figlio, non me lo aspettavo da te, Vincent. E voi, voi andatevene da casa mia! Vincent anche tu! Con te riprenderemo la questione un altro giorno" queste sono le ultime parole che riesce a dire con il viso pieno di dolore, di furia, di lacrime.

Tutti tranne Jesse veniamo presi per capelli e accompagnati alla porta di casa molto velocemente.
Ci butta fuori e chiude la porta bruscamente.
Io e gli altri restiamo basiti, e decidiamo di origliare alla porta, gridi e schiaffi si sentono, ma Jesse non parla, "cazzo Jesse difenditi, dì che anche lei non è la madre perfetta, dì che ci sono problemi in quella famiglia, dì che è per colpa del rapimento di Louisa, dillo cazzo! dillo!" penso.

Tiro pugni alla porta, suono più volte il campanello "Jesse! Jesse dillo!" grido con tutta la voce che ho, ma lui non apre bocca.

Rimasi ad ascoltare quelle grida per quasi un ora, gli altri intanto se n'erano andati.
Io ero seduto sugli scalini del porticato fin quando a un certo punto vedo una macchina arrivare, è Richard, il padre di Jesse! Di scatto mi alzai e andai a nascondermi dietro la siepe.
Il padre sentendo le urla aprì la porta affrettato, la madre gli spiegò tutto quello che era successo e anche lui si mise a gridare.
Dopo un po' sentì un urlo da parte di Jesse, più che altro un lamento, lo stava picchiando: "basta, basta, aah, ti prego" supplica Jesse.
Mi spostai vicino la finestra della sua camera per vedere quello che stava succedendo, ma c'era la tenda, così mi sposto vicino l'infisso del bagno, dove riuscì a vedere quello che stava succedendo, i pugni che dava il padre nello stomaco di Jesse li sentivo anch'io, "papà basta" prova a dire Jesse ma non riesce a finire la frase che il padre lo scaraventa al muro, lo prende per il collo, lo alza da terra e dice:"da ora in poi non dovrai più chiamarmi papà, sei la mia vergogna" Jesse si mette le mani al collo ma non risce a dire niente perché non ce la fa a respirare e agita i piedi dando calci al muro, dopodiché Richard diede il colpo di grazia a Jesse che lo fece svenire e cadere a terra.

"È tutta colpa mia, non avrei dovuto trascinarlo fino a quel punto".
La mia mano sulla finestra pian piano scese giù e io mi sedetti accovacciato a terra; dopo qualche minuto me ne andai.

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Fine capitolo 13
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Be che dire, questo è un bel capitolo abbastanza pesante per Jesse, spero vi sia piaciuto.
Lasciate un voto e un commento.
~ Enjoy~

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