Il corridoio era brulicante della maggior l'arte di gente che mi detestava, ed io sorrisi ad ognuna di loro.
Andai verso il mio armadietto, stufa già delle lezioni.
Era ancora mercoledì e non vedevo l'ora venisse il benedetto fine settimana, veneratl dalle scuole di tutto il mondo.
Ma, nel mio caso, alcune cose non cambiavano neanche il venerdì, e una di queste era la presenza di Luke Hemmings. Me lo ritrovato ovunque ormai: sotto casa, alle feste, e ovviamente a scuola. Non mi sarei sorpresa di trovarmelo in camera, o persino in bagno.
«Maggie!» Alzai gli occhi al cielo, appoggiando la mia fronte contro l'armadietto, disperata. Chiusi gli occhi, cercando di togliere la sua voce fastidiosa dai miei pensieri.
«Dimmi, mia cara palla al piede.» Risposi e lui fece una smorfia, per poi avvicinarmi a lui.
Mi abbracciò, per poi scompigliarmi i capelli.
«Non fare così piccola, lo so che mi ami.» Disse ed io feci un verso di disappunto, totalmente di disappunto.
«Come le felpe in piena estate, come amo il figlio dei miei vicini, ed io lo odio.» Lui mi guardò, confuso.
«Ma sono io il figlio dei vicini.» Mormorò ed io gli diedi una carezza in testa, confortandolo falsamente.
«Appunto.» Cercai di andarmene da lui ma mi prese il polso, e mi girò di nuovo verso di lui.
Certe volte lo ammiro: ce ne vuole di pazienza per rompere le palle ogni giorno dell'anno.
«Hemmings, devi smetterla di toccarmi così tante volte in un giorno. E poi, cosa vuoi ancora?» Mi guardò con occhi dolci ed io quasi lo guardai confusa, non abituata a questo sguardo.
Aveva degli occhi davvero stupendi, di quell'azzuro tra il ghiaccio e il cielo, freddi ma che ti incendiavano allo stesso tempo. Non so come descriverli, ma di certo non erano banali occhi. Erano come un lago ghiacciato, potevi immaginare cosa ci fosse sotto ma non ne saresti stato mai certo. Chissà cosa c'era dietro gli occhi di Luke.
«Mi dispiace per ieri sera.» A quel punto lo guardai ancora più confusa.
«Per cosa, esattamente?» Mise una mano tra i capelli ed io mi girai attorno nervosa, cercando di notare se la gente ci stesse guardando o meno.
Non volevo che la gente sapesse di questo noi, perché io non ero veramente a favore. Anzi, non lo ero per niente, e mi faceva rabbia che mi vedessero con il ragazzo tutto perfetto e popolare della scuola, mentre io ero quella misteriosa e troppo pericolosa per avvicinare qualcuno lì dentro. O almeno, questo credevano da queste parti.
«Non intendevo dirti, anche se indirettamente, che il mio scopo è di entrarti nei pantaloni.» Mormorò, ed io ridacchiai.
«Anche se non fosse vera quest'affermazione, non ci avevo fatto caso ieri sera. Sai, ero ubriaca marcia e c'era la musica dentro il locale ed io non capivo niente.» Si morse il labbro ed io per qualche istante mi soffermai sulle sue labbra, e pensai che fossero davvero soffici alla vista.
Che lo fossero state veramente? In quel momento non potevo saperlo.
«Quindi mi perdoni?» Scossi la testa.
«Che io ti parli, non vuol dire che non sappia che tu voglia veramente fottermi. Lo vuoi, lo vuoi profondamente ma io sarò sempre una stronza, come sempre del resto. Non mi faccio abbindolare dal tuo finto amore.» Lui sbuffò, per poi avvicinarsi a me così tanto che i nostri nasi si toccavano.
Trattenni il respiro, ed era già la seconda volta che succedeva. Mi lasciava senza fiato, come in trappola. Non mi piaceva questa sensazione, era come essere preda e non predatore. Come essere animale da caccia e non un cacciatore, come essere una gazzella contro un leone. E nella vita, di solito io ero il dominatrice.
«Lo vuoi capire che a me piaci, sul serio? Non voglio solo questo, io voglio di più. Voglio che un giorno tu sia la mia ragazza per davvero, e non per una scommessa.» Lo guardai, dritto negli occhi.
Sapeva chi ero io, sapeva quello che era in grado di fare e quello che non potevo fare. E una delle cose che non era nel repertorio al momento, era amare. Non sapevo amare, almeno non come voleva lui. Ero solo un pezzo di ghiaccio, che non si sarebbe di certo sciolto così in fretta, con un fiammifero come lui.
«Non chiedere cose che non puoi avere, Hemmings.»
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𝙗𝙡𝙖𝙘𝙠𝙢𝙖𝙞𝙡//𝙡𝙧𝙝.
Fanfiction«Sei una brava ragazza, cara Maggie. Ma si sa che le brave ragazze sono solo cattive ragazze che non sono ancora state scoperte. E chi sono io per non dare il piacere ai tuoi di farti scoprire?» Dove lei viene ricattata cercando di non essere messa...