twenty.

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Sgranai gli occhi, respirando irregolarmente.

La sveglia della camera a me sconosciuta segnava le quattro del mattino, e mi portai una mano sul viso dopo aver guardato la camera attorno a me.

Mensole con libri di scuola, peluche di pinguini o di altre cazzate varie e lenzuola blu chiaro. E sotto le lenzuola, accanto a me, un Luke Hemmings impegnato a dormire.

Cercai di riportare tutti i pensieri logici nella mia testa, per poi capire che non c'era bisogno di pensare molto sulla situazione.
Avevo fatto sesso con Hemmings, entrambi ovviamente ubriachi fradici per intendere qualcosa nel momento della scelta.

Ma come cazzo mi era passata una cosa del genere, per la testa?

Scivolai lentamente via dalle lenzuola, cercando di non svegliare il biondo che sembrava avere un sonno leggero.
Vidi i vestiti per terra e sbuffai, pensando a quanto io fossi stata stupida. Luke è un bel ragazzo e tutto, ma fino a questo dovevo arrivare? Fare sesso con il mio presunto ragazzo o quello che tutta la città crede che sia, ma che a me non interessa minimamente. Ma una domanda mi sorge spontanea: è davvero così?

Entrai dentro il vestito della sera prima, prendendo le scarpe con il tacco fra le mani pensando che se le avessi indossate, il ragazzo accanto a me si sarebbe svegliato.

Uscii dalla camera velocemente, per poi appoggiare la testa sulla porta di legno.

Ero davvero ubriaca per fare una cosa simile.

Cercai di ricordarmi qualche avvenimento della serata, ricordandomi solo io e Luke che parlavamo fuori dal Pub, per poi baciarci. E si, mi ricordavo il bacio. Lento ma veloce a far venire la tachicardia.

Mi misi le scarpe per poi scendere le scale di fretta, notando che fortunatamente non c'era nessuno della sua famiglia. Se solo sua madre mi avesse vista uscire dalla sua umile dimora alle quattro di notte, specialmente dalla camera del suo adorato bambino in queste condizioni, sarebbe finita per me.

Uscita dalla casa, camminai fino a casa mia sull'altro marciapiede. Nel silenzio del momento mi concentrai sul mal di testa lancinante che mi stava uccidendo, dovevo smetterla di bere ogni volta che andavo da qualche parte. Ma alla fine, non mi importava più di tanto.

Mi levai le scarpe, mettendole nella siepe sotto alla mia finestra sapendo che la mattina sarei uscita a riprenderle. Mi arrampicai sul tubo che ormai era un mio fidato amico ed entrai in camera mia, sospirando al contatto con il pavimento freddo e i miei piedi nudi.

Mi levai il tubino che stava diventando leggermente scomodo e andai a farmi una doccia per levarmi il profumo del ragazzo di dosso.
Muschio, odore tipico di ogni ragazzo che si voglia notare in questa maledetta città.
Tutti uguali, stesso profumo, stesso scopo.

Ed anche Luke Hemmings era diventato uguale, un altro profumo usato nella mia lista.

𝙗𝙡𝙖𝙘𝙠𝙢𝙖𝙞𝙡//𝙡𝙧𝙝. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora