eighteen.

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Mi misi seduta sulla sedia rivestita di soffice seta, prendendo posto accanto a Luke.

I miei genitori ormai sono dell'idea che Luke sia il ragazzo perfetto per la loro figlia che, per loro, non è da meno. Credo che se ci fosse ancora l'usanza dei matrimoni combinati, sarei fottuta.

Ma non è mai troppo tardi, possono sempre prenderla come un idea.

«Com'è andata oggi a lavoro, Lindemann?» Mio padre si sistemò la cravatta, mentre guardava fiero il capo famiglia degli Hemmings.

Mia sorella mi guardò, sorridendo.

Prese il suo bicchiere pieno di vino, portandolo alla bocca per poi farlo cadere "casualmente" sulla tovaglia bianca e di seta, come il rivestimento delle sedie.

«Oh merda!» Mia madre spalancò gli occhi, restando però sul suo posto. Mio padre fermò il suo monologo su quanto sia difficile stare seduto 11 ore di lavoro su una stupida sedia e guarda mia sorella, assottigliando gli occhi.

I coniugi Hemmings sorridevano caldamente, non dando cenno di cedere al gioco mio e di Juliet.

«Non fa niente cara, stai tranquilla.» Juliet sbuffa, sedendosi e stirandosi con le mani il vestito nero che indossava. La vedo portare una mano sulla fronte, teatralmente.

«E menomale che non mi si è sporcato il vestito! Perché non avrei avuto modo di cambiarmi, visto che ai piani bassi le mutandine non ci sono.» Mi strozzai con la mia stessa saliva alle parole di Juliet, cercando di non farmi vedere più del dovuto.

Se questo era un tentativo di far morire nostra madre di infarto, ci stava riuscendo.

Guardai le espressioni di tutti i presenti, notandole contrastanti tra loro.

Mio padre guardava un punto fisso e a noi ignoto, sconvolto.

Mia madre e Liz, si guardavano con una certa ed inquietante calma, una di quelle che quando finisce, finisce tutto.

Luke era sempre Luke, non si stupiva di niente ed infatti ridacchiava sotto i baffi.

Il padre invece, guardava sua moglie preoccupato come quando io, guardo Michael con in mano una piccola ciocca dei suoi stessi capelli, aspettando una crisi di Oscar.

E poi Jack.
Beh Jack non aveva una faccia che esprimeva disgusto oppure sdegno.  Ha una faccia di una persona che vorrebbe vedere se le parole di mia sorella siano vere, e il suo sorrisino non cenna a svanire quando con voce allegra esclama:

«Beh, buon appetito!»

[Mi prendo un piccolo spazio per dirvi buon anno!  Avete passato un buon 2016? Io non parlo, credo sia meglio. Inizio questo anno credo con un po di speranza in più di come ho finito il 2016, per il resto spero tutto vada per il meglio. Vi auguro tanta felicità (e tanto cibo.)
Mar.]

𝙗𝙡𝙖𝙘𝙠𝙢𝙖𝙞𝙡//𝙡𝙧𝙝. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora