Sentii dei rumori forti dalla mia finestra, ma cercai di non farci caso visto che erano le sei del mattino.
Mi sarei dovuta svegliare alle sette e quindi un'altra ora per dormire non mi dispiaceva.Sentii di nuovo quel rumore assordante al vetro della finestra ed esasperata, mi alzai per andare a vedere.
Assonnata aprii la finestra e quel rumore assordante capii subito che proveniva da dei sassi del mio giardino che venivano tirati alla finestra, perché proprio nell'istante in cui stavo aprendo il vetro, invece di scontrarsi con esso, lo aveva fatto con la mia faccia.
Ammaccata, presi una scarpa dal mio armadio e rabbiosamente guardai Luke.
«Caro Hemmings, io non so che problemi ti affliggano ma so quanto dolore potrebbe fare questa scarpa sulla tua faccia. Vuoi provare?» Ringhiai e lui rise, facendomi venire i nervi.
«Scusami non volevo prenderti in faccia, scusami davvero tanto.» Alzai le spalle.
«Resta comunque una domanda che mi sorge spontanea: che cazzo ci fai qui?» Assottigliai gli occhi e lui cercò di arrampicarsi sul tubo dell'acqua da dove scendevo ogni sera per andare con i miei migliori amici a far casino.
La mia vita era monotona: scuola, amici, Pub, droga, sesso. E poi? Poi si ripeteva. Però di questi tempi la cosa si era allargata e in uno spazio infinitamente piccolo compariva "Hemmings."
Persa nei miei pensieri non mi ero accorta che Luke era praticamente entrato camera, e che adesso si trovava sul mio letto.
«Buon giorno piccola.» Mi sdraiai accanto a lui, prendendo il mio cuscino e un lembo di coperta.
«Piccola è la cosa che hai tra le gambe, Hemmings. E adesso lasciami dormire.» Lui sbuffò, per poi prendermi il cuscino e metterselo sotto la sua testa.
«Amico, così me lo infetti.» Dissi ma lui non sembrava badare al suo gesto.
«Amico? Io sono il tuo ragazzo, altro che amico. Inoltre, non mi piace come eri avvinghiata a Clifford l'altra sera.» Cercai di trattenere una smorfia e falsamente mi misi sopra di lui.
Mi guardava, quasi imbarazzandomi. Mi avvicinai al suo orecchio.
«E quindi, cosa mi fai?» Sussurrai e lui si irriggidì mordendosi il labbro, e sentii una lieve pressione sulla gamba.
Mi mossi sopra di lui, giustificandomi con il "dovevo prendere gli occhiali sul comodino." e a quel gesto gemette, ed io risi.
Ero proprio una stronza, già.
«Biondino, ti ecciti con così poco?» Mi levai ancora ridendo e lui si guardò i pantaloni, per poi alzarsi.
«Devo andare in bagno.» Mormorò ed io feci una smorfia.
«Non andrai nel mio bagno.» Fece un verso di lamento non molto femminile per poi girarsi verso di me.
«Sei una stronza, Maggie.» Gli feci un occhiolino, per poi vestirmi.
Mi misi un cardigan, una maglietta aderente bianca, ed una gonna anch'essa aderente nera. Mi feci uno chignon e guardai Luke, che sorrideva.
Alzai gli occhi al cielo, e lui si riprese dal suo momento di trance.
Presi lo zaino che feci la sera prima e feci un cenno a Luke.
«Vai via.» Lui scosse la testa, ed io mi irritai.
«Di certo non puoi scendere di sotto con i miei che mi credono una santa, se ci vedessero insieme penserebbero che abbiamo fatto qualcosa.» Si avvicinò ed io alzai gli occhi al cielo, al suo sguardo ammiccante.
«E lasciaglielo credere no? E poi immagino che a tua madre io vada a genio, guarda che viso angelico che ho.» Si vantò ed io presi lo zaino, che aveva buttato per terra appena entrato, e glielo lanciai al volo.
«Prendi il tuo zaino e scendi da dove sei entrato, arrivo tra poco.» Dissi e lui mi sorrise radioso e cercai di non sorridere di rimando anche io.
Cosa mi stava succedendo?
Scesi con lo zaino di fretta, prendendo solo una mela, che non avrei mangiato. Troppo salutare, ero più una tipa da carboidrati.
«Vai di già, tesoro?» Annuii, dando un bacio sulla guancia sia ai miei genitori sia a mia sorella.
«Si, ho una simulazione del test di fisica e vorrei essere in anticipo per far buona impressione.» Inventai e mi stupii della credibilità della cosa.
«Va bene amore, fai la brava.» Uscii di casa e andai velocemente fuori dal cancello, e mi accesi una sigaretta velocemente.
«Vuoi?» Gli chiesi e lui fece una smorfia di disgusto, scuotendo la testa.
Dimenticavo, lui è il ragazzo popolare anti droga, anti sigarette e che ogni domenica gioca a flipper con il parroco della chiesa della città.
«Perché sei venuto a casa mia?» Chiesi e lui alzò le spalle.
«Beh ero nel mio letto e stavo pensando a quanto eri sexy nel vestito dell'altra sera al Pub, così mi sono chiesto: sarà sexy anche in pigiama? E ho avuto la mia risposta.» Ridacchiai, per poi passargli la sigaretta, mentre lui la guardava incerto.
«E quale sarebbe?» Chiesi mentre guardavo il suo profilo, mentre lui alzando le spalle provò a fare un tiro.
Se avevo detto che Luke era un bel ragazzo, mentre fumava era a dir poco spettacolare: la mascella, il piccolo naso alla francese e il fumo che usciva dalle sue labbra coperte da uno strato di lucido, causato dal suo passarci la lingue milioni di volte.
«Più che sexy.» Parlammo tra le sue battute perverse e le mie risposte acide per tutto il tragitto a scuola, e quando ci trovammo per il giardino mi prese la mano ed io lo guardai confusa.
«Cosa stai facendo?» Sussurrai, mentre la gente ci guardava curiosa e invidiosa.
Beh, come poterli biasimare. Luke era un ragazzo che qualunque ragazza si era sognata almeno una volta ed io, non ero da meno.
Quando si dice che l'autostima manca, la puoi trovare da me.Stavamo per entrare nel carridoio quando una voce da oca giuliva ci interruppe.
«Luke, oggi dovevi portarmi tu a scuola.»
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𝙗𝙡𝙖𝙘𝙠𝙢𝙖𝙞𝙡//𝙡𝙧𝙝.
Fanfiction«Sei una brava ragazza, cara Maggie. Ma si sa che le brave ragazze sono solo cattive ragazze che non sono ancora state scoperte. E chi sono io per non dare il piacere ai tuoi di farti scoprire?» Dove lei viene ricattata cercando di non essere messa...