X

372 32 23
                                    

Si ritrovarono tutti in classe, Maya, Riley, Lucas, Farkle e Zay, con le sedie girate in modo da formare un cerchio.
Stavano giocando ad obbligo o verità.
-"genius" chiamò la moretta. "obbligo o verità?"
il ragazzo ci pensò su.
-"verità." rispose infine
-"insidioso" commentò Maya, sbuffando.
-"mhf.. chi trovi più carino/a, qui?" disse con un sorriso a quarantaquattro denti.
-"non voglio fare discriminazioni" aggiunse poi Riley mostrando le mani.
Zay, pensò Farkle.
-"tu" invece disse puntando un dito in mezzo, tra Maya e la mora.
La bionda scrollò le spalle e sbuffò.
-"okay" dissero entrambe.
-"lucas" continuò il ragazzo "obbli.."
Il moro fu interrotto dalle'entrata del professore, che  fece voltare tutti gli alunni verso la cattedra.
-"buongiorno ragazzi, scusate il ritardo" disse Cory Matthews, appoggiando la valigetta di pelle sula cattedra.
tutti si alzarono e poi si risedettero, alla vista del prof.

-"Bene, oggi parleremo di.." e Maya spense il cervello. Non avrebbe ascoltato nemmeno una parola di quelle spiegazioni inutili.
Prese un foglio e una matita e cominciò a scarabocchiare, seguendo il ritmo di Stiches, l'ultima canzone che aveva ascoltato prima di spegnere il telefono.
Ghirigori, complicati intrecci di linee e punti andarono a formare qualcosa sul foglio: centinaia di teschi neri.
In mezzo al foglio scrisse una frase: "Pull me under let me drown. Cause who needs air" (chi riconosce batta un colpo. tu alessia non puoi, ti proibisco di commentare)
Il professore ai avvicinò silenziosamente a Maya.
-"ma che bel disegno" disse strappandoglielo di mano. La ragazza lo fissò con occhi di fuoco, ma stette comunque in silenzio, per evitare un altra punizione. Pregò che Riley tacesse, perchè se avesse osato parlare le avrebbe messi in punizione insieme, di nuovo.
Nessuno parlò per qualche istante poi Cory prese il disegno e lo appoggiò sulla cattedra e riprese a fare lezione.

-"...e sarà un progetto a gruppi" Maya si era addormentata.
Un progetto? Cosa?
E così perse anche metà della frase successiva.
-"...i gruppi" sentì soltanto.
Cory cominciò a scrivere delle cose sulla lavagna nera. Dopo un paio di minuti si spostò e fece vedere quello che aveva scritto.
Gruppo 1:
Hart,
Matthews,
Friar,
Minkus,
Babineaux.
In quel momento suonò la campana e la bionda schizzò fuori.
Aspettò gli altri appogiata alla porta di legno, e usciti tutti li fermò.
-"dove ci vediamo?" chiese Riley.
-"a casa mia.. meglio di no" disse Farkle.
-"io non posso invitare nessuno, con mia zia, meglio di no" dissentì Zay.
Lucas scosse la testa. Riley lo seguì.
Tutti guardavano Maya.
-"okay, a casa mia."
Il biondo guardava gli armadietti con uno sguardo strano.
-"perché non mangiamo fuori e poi prendiamo la metro per andare a casa tua?" propose.
-"NO" disse subito Maya
-"si" fece Riley. "dai, per una volta potresti divertirti."
-"ehi pancake, forza accett.." provò a dire Lucas, ma la bionda gli prese il collo della maglia e portò il suo viso a pochi centimetri dal suo.
-"non dirlo mai più, cowboy" gli sibilò, e mollò spingendolo il più lontano da sè.
-"okay, ma sai almeno perché pancake?"
Maya scosse la testa.
-"perchè sei alta quanto una pila di quelli"
-"ecco, bravo, vatti a mangiare i pancake invece di venire a casa mia" gli sputò in faccia la ragazza.
Poi voltò loro le spalle e andò a rifugiarsi in bagno.
Io lo sapevo. Non devi affezionarmi a nessuno, altrimenti finisce così, si disse quando le lacrime cominciarono a premere per uscire.
Si chiuse in una stanzetta e chiuse a chiave, quindi tirò sui i piedi e si sedette sul water, ovviamente chiuso.
Una sola lacrima scese dai suoi occhi, una lacrima amara che Maya raccolse e poi asciugò con della carta igenica.
Infine buttò tutto nel water e tirò l'acqua.
-"questa è la prova definitiva, non proverò mai più emozioni" sussurrò.
La ragazza tornò a sedersi e cominciò a disegnare. Solo muovere la penna sul foglio la faceva stare meglio, la liberava.
Trascorse così circa tre minuti, perchè  poi, scoprì che i suoi "amici" l'avevano trovata.
-"MAYA, VIENI FUORI!" urlò Lucas.
-"LUCAS, SPARISCI" urlò di rimando.
-"OKAY, SONO UNA TESTA DI MINCHIA, MI DISPIACE, SONO UNO STUPIDO.."
-"sei uno stupido cowboy" disse la bionda aprendo la porta.
-"mi hai perdonato?"
-"no. questo mai"
-"quindi oggi si va fuori a mangiare?" chiese Zay.
-"si, e poi a casa mia." assentì Maya, "ma lui resta fuori"
Gli altri risero, e cominciarono a pensare di ragiungere la classe, lasciando Lucas indetro.
-"questo secondo te..." mormorò con un sorriso e li raggiunse.

Maya stava fingendo.
Non poteva permettersi un'altra reazione del genere. Stava facendo finta di essere simpatica e solare. La vera Maya era un mostro, un uragano che distruggeva tutto ciò che incontrava.
Ma c'era un problema. Lucas sapeva, lui la conosceva per quello che era. E questo non andava bene.
Ma un altro punto a favore della bionda era il fatto che anche lei conosceva Lucas veramente. E quindi erano pari, di nuovo.
-"dove andiamo a mangiare?" domandò Zay, il ragazzo dalla pelle scura.
Maya aveva scoperto, parlando un po' con lui, che anche il nero aveva delle ombre negli occhi, dei segreti da nascondere.
La bionda si tenne ben lontana di mostrare anche solo una piccola insicurezza nella voce o nello sguardo.
-"andiamo al Mc?" aveva proposto Riley. Tutti avevano detto che andava bene.
Maya chiamò sua madre, sperando che ripondesse. Il cellulare squillava libero, per poi passare alla segreteria telefonica.
Ma chi è che me lo fa fare? E rimise il telefono in tasca.
Cercò di insersirsi nella conversazione.
-"scusate ma su che cosa lo dobbiamo fare il progetto?" domandò.
-"scusa, ma non hai ascoltato il prof?" replicò Lucas.
Maya lo guardò con un un interrogativo sul volto. Sul serio? chiedeva.
-"o ma è possibile? che tu non ascolti mai nulla?"
-"cosa?" chiese con finta confusione. "no, scherzo, ma cosa ti aspetti da me?" chiese indicandosi.
Lucas la guardò, i vestiti vecchi, i jeans logori. Davvero, cosa si aspettava da lei?
-"molte cose" disse con gli occhi puntati a terra.

Arrivarono di fronte al locale e Maya fece fermare tutti.
-"piccolo avviso. non ho soldi" un coro di sospiri generali. "chi mi offre il pranzo?"
-"vieni qua, biondina" la chiamò Zay. La ragazza si avvicinò. Lui le prese una mano e ci poggiò sopra 10$. "solo perché ti voglio bene."
-"di già? pensavo mi odiassi."
-"anche io." risero tutti insieme ed entrarono e mangiarono.

Verso le due del pomeriggio lasciarono il locale per andare a prendere la metropolitana.
-"che linea è?" domandò Riley.
-"la Central" rispose Maya.
-"i miei dicono che ha sempre guasti. è vero?" chiese Farkle.
-"si. e se non vuoi che ne capiti uno sulla nostra metro spera e taci" disse di nuovo la bionda, acidamente.
Entrarono nela stazione e passarono le metrocard negli appositi spazi, poi si fecero trasportare verso le scale mobili, ognuno immero nei propri pensieri.
-"la prossima volta prendi dello zucchero in più nel caffè. ti farà bene" disse sarcasticamente Lucas, mentre scendevano dalle scale mobili
-"ma come sei simpatico, cowboy!"
-"non chiamarmi così."
-"va bene...cowboy."
-"anche tu non scherzi in fatto di simpatia"
-"lo so di essere simpaticissima" il vento caldo la investì. Maya tossì, odiava quell'odore.
Montarono nella carrozza strapiena come al solito e Riley e la bionda si misero in un angolo, a scattarsi selfie.
La ragazza sembrava felice. Infatti. Sembrava. O forse era felice davvero?
Queste domande frullavano nella mente di Lucas, guardando Maya che scattava le foto.
Dopo circa cinque fermate, la carrozza era praticamente vuota. Tranne loro.
-"questo è il punto dove di solito il treno si guasta. preghiamo per la metro" disse la bionda congiungendo le mani e chiudendo gli occhi.
Sembrava tutto passato, quando si cominciarono a sentire rumori strani.
-"no, cazzo, no" mormorò Maya tra i denti.
-"siamo fermi" osservò Lucas.
-"mh, sei perspicace, Huckleberry"
-"e questo da dove l'hai preso?"
La bionda lo fulminò con lo sguardo
-"lo vuoi davvero sapere?"
-"no, no" si affrettò a rispondere lui.

-"bene, staremo qui un po, che si fa?" domandò Riley ai suoi compagni.
Maya tirò fuori il cellulare.
-"non prende" affermò guardando lo schermo.
Erano bloccati.

bewitched space
odio questo capitolo.

on purpose Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora