XIV

335 24 15
                                    

Stupida.
Perché hai detto di sì?
Adesso ti innamorerai e soffrirai come un cane.
Ma Maya non si pentiva della sua scelta.
Voleva davvero conoscere Josh, sapere di più sul tenebroso ragazzo delle sigarette.
Ma era come fare un torto.
Il suo primo pensiero corse alla musica, alle sue cuffie.
Ma forse non è la risposta a tutto? Ci sono canzoni in cui ti rispecchi, altre che non ti servono a nulla. Ma quelle di cui hai bisogno devi trovarle.
Grandi artisti vengono apprezzati solo per il ritmo della melodia, non per il significato del testi, che spesso non scrivono nemmeno loro, (riferimenti puramente casuali agli one direction) spesso le canzoni più belle sono quelle dei cantautori meno conosciuti, che hanno molto talento ma vengono continuamente eclissati da questi cantanti senza alcun senso.
Ma era così che funzionava il mondo, la musica piace, sei famoso, altrimenti vieni accantonato, e almeno che non ti capiti un qualche incidente nessuno ti conoscerà mai. (riferimenti puramente casuali a cristina grimmie)

Josh le aveva dato appuntamento, o meglio, l'avrebbe prelevata da casa, alle diciannove e trenta di quella sera, per portarla a mangiare qualcosa e poi fare quello che si fa agli appuntamenti. Per Maya era il primo, ma non era spaventata.
Aveva la solita maschera, dietro alla quale non c'era nulla. La devastazione più totale.
Nella stanza accanto sua madre faceva il vegetale, come sempre; ma la biondina decise di andarle a chiedere qualche consiglio.
-"mi daresti dei consigli per un appuntamento?" domandò mentre entrava nella stanza.
-"romantico?" puntualizzò Katy.
Maya annuì sedendosi e aiutando la madre a tirarsi su.
-"intanto, chi è il ragazzo?" chiese un po' gelosa.
-"e te che importa?" disse con indifferenza la bionda.
-"sono tua madre. mi importa di te"
-"sai che non sembra? sei in questo letto da anni e non ti è mai importato della tu unica figlia che doveva crescere da sola, vedendo tutti gli altri bambini con una famiglia.
ma eri troppo presa ad autocommiserarti per pensare di crescere la bambina di 7 anni che viveva con te. e continui a farlo, aspettando il cibo che ti porto ogni giorno, senza il quale non vivresti.
non vedi neanche che sono cresciuta, secondo te sono ancora la bambina che sperava in qualcosa, che credeva che tutto si potesse aggiustare, e non so nemmeno se ora mi stai capendo o mi stai ascoltando; mamma, la Maya di prima non esiste più, ora c'è solo questo automa che ti chiede un fottuto consiglio su come vestirsi per un appuntamento con un ragazzo" la ragazza si tastò le guancie. Bagnate.
l'aveva tirata fuori, la verità. Quelle perole che doveva dire a sua madre da tempo erano uscite dalla sua bocca. E ora Katy la guardava fiera.
-"sei cresciuta, me ne accorgo solo ora" disse con le lacrime agli occhi. "sarò anche tua madre ma di te non so proprio nulla, sei una sconosciuta che vive a casa con me. e me ne pento amaramente."
-"adesso tu vorresti che io ti abbracciassi e dimenticassi questi anni di completa solitudine? ti piacerebbe, vero?" chiese Maya. La donna annuì, con le lacrime pronte ad uscire.
-"hai sbagliato persona Katy. non tutto si può aggiustare. e ora dimmi cosa mi dovrei mettere" disse la ragazza. Ma lei stette zitta, non riconosceva sua figlia in quella ragazza bionda. Era davvero cambiata. Non era più la bambina che rideva per tutto.
La donna si sentiva svuotata.
-"metti una maglia a maniche lunghe chiara con dei jeans scuri, e dei tacchi" disse stancamente. "ma appena torni devo parlare con te"
Katy le indicò l'armadio.
Maya lo aprì dentro c'erano un paio di tacchi color panna che la ragazza prese e si recò in camera, per seguire i consigli della madre.
Doveva ammettere che stava bene, in un modo o nell'altro. Era anche più alta grazie a quelle scarpe.
Passò in bagno dove stese il solito strato di fondotinta sulle lentiggini. Mise dell'ombretto rosa sulle palpebre, la matita e il rimmel.
Si sentiva un altra ragazza. Forse un pochino più vicina a sua madre.
Erano le diciannove e quaranta, orario perfetto, doveva farsi desiderare, almeno un pochino.
Mise il cellulare nella posteriore dei jeans mentre le cuffie e le chiavi nelle tasche davanti.
Decise, per precauzione di prendere anche dei vestiti di ricambio, visto che si sentiva un pochino a disagio con quelli addosso; prese dei jeans strappati e una maglia a caso, con le all star. mise tutto in una borsa grandicella ed indossò i tacchi.
-"vado" disse prima di aprire la porta e cominciare a scendere la scala.

Okay, solo perché è in ritardo di dodici minuti e trentaquattro secondi non significa che sia morta, pensò Josh, che non era in ansia per l'appuntamento.
È solo una tra le tante. Tu non sei in ansia.
Prese un respiro profondo e poi lo lasciò andare, pensando che non si era mai innamorato veramente e non sarebbe stata quella nanetta ad essere la prima.
Si era messo una semplice maglietta, con dei jeans e una giacca di stoffa, forse un po' freddo per il clima cittadino.
Appoggiò la schiena al muro e alzò lo sguardo al cielo scuro di New York, che prometteva pioggia a breve.
Dopo poco la porta sbattè e Maya, dopo tredici minuti e cinquantasei secondi, uscì nella penombra della strada.
L'unico lampione non bruciato era a cinquecento metri da loro, e la luce fioca della luna, schermata anche dalle nuvole, non permetteva di vedere il volto.
Ma Josh percepiva che era più alta del solito.
-"mi sento comunque più alto di te, anche se sei cresciuta" la prese in giro.
-"io più intelligente, anche se sono due anni più piccola"
-"touchè (ma come si scrive?) " si inchinò, poi le prese una mano e la portò verso la fermata della metropolitana.
-"dove mi porti?" chiese cercando dj stargli dietro mentre camminava spedito verso la metro.
-"al cinema" rispose.
-"il film lo scelgo io" sentenziò Maya.
Josh si limitò ad annuire. Aveva scelto proprio quella serata perché sapeva che trasmettevano solo horror.
Giusto per fare la figura del ragazzo premuroso e che non ha paura di nulla.

Il treno, o meglio la carrozza dove erano montati era praticamente vuota, c'era solamente una vecchietta, che dava l'idea di essere molto spaesata.
Si sedettero in due posti vicini, dove potevano chiacchierare tranquillamente.
Ma quando Josh la prese per mano fredda la vecchia prese come vita e si catapultò di fronte a loro.
-"ma siete bellissimi! da quanto state insieme? sei proprio un bel ragazzo eh! e lei, signorina è proprio una ragazza fortunata.." urlò.
-"aspetti un secondo. perché lei pensa che noi stiamo insieme?" la interruppe Josh.
-"ma è ovvio no? vi tenete per mano! su dai, ditemi come vi chiamate"
-"io son Josh, mentre lei.."
-"so presentarmi, grazie. Sono Maya" strinse la mano alla vecchia mentre l'altra mano era tenuta dal moro. 
-"dai, da quanto state insieme?" chiese eccitata. Sembrava una bambina a Natale.
-"non stiamo insieme, è il primo appuntamento" sorrise il moro.
Mentre Maya guardava altrove l'anziana donna si rivolse a Josh.
-"non fartela scappare, ragazze carine come lei se ne trovano poche, stai attento" poi si allontanò di colpo e scese dal treno.

-"incontro interessante" commentò Maya ridendo.
-"ma che carini che siete!" scimmiottò Josh.
La ragazza rise ancora, mentre camminavano verso il cinema.
-"stai attento. dopo avrò fame" lo avvertì la biondina entrando per vedere i film in programmazione.
-"solo horror.. strano no? tu ne sapevi qualcosa?" chiese Maya osservando i cartelloni.
The conjuring, Il caso Enfield; Lights out.. tutti horror, ma lei non aveva paura, li vedeva sin da piccola.
-"no" mentì Josh.
-"vediamo quello lì della suora, ho visto il trailer" (the conjuring o come si scrive)

-"due biglietti per The Conjuring, grazie" disse il ragazzo.
-"quanti anni ha lei?" chiese il commesso.
-"14, giusto?" Maya annuì.
Il dipendente stampò i biglietti e Josh pagò.
Poi si diressero nella sala, a distanza di sicurezza.

bewitched space
ho postato evolution, la storia su decendants. non vi metto la trama, ma andate a leggere.
eleo

on purpose Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora