Quando Riley giunse a scuola si accorse subito dell'assenza di Maya e si preoccupò.
Josh l'aveva informata che erano usciti insieme e come era andata a finire.
Poi della ragazza bionda si erano perse totalmente le traccie.Riley, aveva attraversato il cortile pieno di studenti velocemente, quasi di corsa, per paura di essere fermata da coloro che la scuola la dominavano, l'alcool e il fumo era il regime regnante a New York.
Appena entrata a scuola, notò Farkle e Zay in un angolo (Elisalamezzosangue) che ridevano.
La ragazzina si avvicinò saltellando e sfoggiando il suo sorriso più, per lei bello, per gli altri più stupido ed infantile.
Ma Riley non poteva pensarlo, non le passava nemmeno per l'anticamera del cervello.
Nessuno nella sua vita le aveva insegnato a crescere: era sempre stata tenuta allo scuro da genitori troppo protettivi.
E ora si ritrovava a saltellare, a saltellare, in un corridoio del liceo. Del liceo.
-"riley? ma che fai?" le chiese Farkle, vedendola venire verso di loro.
-"vi vengo a salutare" cinguettò la moretta abbracciando i due ragazzi, che ricambiarono freddamente.
-"che cosa succede?" domandò Riley notando la reazione congelata.
Zay abbassò lo sguardo mentre l'altro ragazzo si grattava la nuca.
I due si scambiarono un'occhiata fugace.
Forse però, prima di dire una cosa tanto grande avrebbero dovuto consultare Maya, che non compariva sulla soglia.
-"niente" borbottò Farkle scrollando le spalle secche e appoggiandosi agli armadietti rossi.
-"ci vediamo in classe" disse civettuola Riley, riprendendo a saltellare verso il suo armadietto.Ma mentre camminava sulle piastrelle giallo scuro si sentì osservata. Tutte le pupille di tutti i ragazzi erano puntate su di lei, sulla sua camminata poco consona, sui suoi vestiti da bambina e sulle sue forme da bambina.
Rallentò lentamente il ritmo dei saltelli, fin quando si trovò a strisciare con le piante dei piedi incollate al terreno.
Riley sentiva che se l'imbarazzo fosse stata una persona, sarebbe stata lei, e a questo pensiero diventò ancora più viola, mentre le guancie si coloravano di rosso.
Il familiare pizzichio alle palpebre preannunciò che le lacrime volevano uscire dal loro nascondiglio in fondo agli occhi.
"Tu sei forte Riley, raggiungi l'armadietto e quindi la classe" Riuscì a darsi degli obbiettivi, durante la lunga strada verso la classe, evitando di crollare in mezzo al corridoio, e quando fu da sola in classe si accasciò sulla cattedra e si trascinò fino al suo banco, dove finalmente prese un respiro.Riley passò la giornata a nascondersi, passando da un bagno alla classe e quindi dentro un'armadietto.
Faceva di tutto per non farsi vedere dalle persone.
"Le persone sono una razza strana, vivono come controllate da qualcuno che dice loro come vestirsi"
Ma la ragazzina non si sentiva controllata. Lei non era sotto il controllo di "Qualcuno".Alla fine delle lezione, appena suonata la campanella corse più veloce che potè verso la metropolitana, doveva assolutamente vedere Maya. Lei l'avrebbe aiutata.
Saltò sulla carrozza mentre le porte si stavano chiudendo. Si appoggiò sulle porte e sospirò di sollievo.
Riley si ricordava chiaramente la fermata dove erano scesi la volta precedente e quindi aspettò che si liberassero dei posti per sedersi.
La ragazzina sospirò di nuovo, ma questa volta l'aria finì in un rantolo, i suoi genitori non volevano che lei prendesse la metro.Che avrebbe detto Cory se l'avesse scoperta sulla Central? Riley non voleva nemmeno pensarci.
Prima di sentirsi troppo in colpa recuperò un libro dallo zaino.
Aveva portato, come tutti i giorni, "Cercando Alaska" di Jonh Green, il suo libro preferito.La fermata di Maya era l'ultima di tutta corsa e la moretta fece con calma, poi, appena uscita alla luce del sole cominciò a correre all'impazzata.
La zona non era fatta per ammirare il paesaggio.
Riley si ricordava distintamente la casa di Maya e si diresse molto velocemente verso i campanelli, appena fu in vista dell'edificio.
Quando fu sulla porta, il suo sguardo cominciò a scivolare sui nomi incisi nel metallo, ordinati e così contemporanei.
Ma la mora era più che sicura che almeno metà di quegli appartamenti fosse disabitata da fin troppo tempo.
Riley ricordò che Maya faceva di cognome "Hart" e cercò disperatamente quel nome nell'elenco, mentre si voltava continuamente verso la strada, timorosa di essere sorpresa da dietro da qualche malvivente o chi altro Dio sa solo.
Mentre ansimava trovò il campanello e pigiò più forte che potè.
Un suono lugubre risuonò nelle stradine deserte e Rikey ebbe la terribile percezione del fatto che qualcuno potesse sbucare da una delle tante vie laterali.
Al campanello però continuava a non rispondere nessuno.
Allora Riley, vide una finestra aperta poco sopra la sua testa.
Sapeva che forse era un pochino illegale, ma scrollò le spalle e si diede la spinta.
Aveva appena fatto invasione in casa altrui.
Secondo i suoi genitori sarebbe potuta restare in punizione per l'eternità.
Riley uscì dall'appartamento dove sbucava la finestra, ricordava che la casa di Maya era all'ultimo piano.
Fece i gradini due a due e quando fu di fronte alla porta cominciò a battere le nocche violentemente contro i legno rovinato.
Poi scoppiò in un pianto disperato e si abbandonò sul pavimento.
Era evidente che in casa non c'era proprio nessuno, che lei aveva preso la metro per nulla, per la prima volta aveva trasgredito alle regole ferree imposte dai genitori.
Se i suoi ne fossero venuti a conoscenza?
Sarebbe finita malissimo.
I miei non lo verranno a sapere, si decise e si mise nella posizione più comoda che si può avere su una scala e cominciò ad aspettare Maya.
bewitched space
ok. uno più schifoso dell'altro.
eleo
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on purpose
Fanfiction"all this days i never thought that i would need someone so much, who knew?" completo. [highest rank: #834 in fanfiction]