XXIV

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se tutto va bene questo dovrebbe essere l'ultimo capitolo prima dell'epilogo.

canzone consigliata: talking 'bout the revolution di tracy chapman (1989 ??)

'e anche oggi si dorme domani..' pensò maya all'alba delle cinque del mattino di una nottata di marzo, con gli occhi blu puntati sulla città nascente.
non si sentiva stanca fisicamente, ormai aveva imparato a non farci più caso, ma era stanca psicologicamente, di tutti quella confusione che la sua misera vita conteneva, da un certo punto di vista si sentiva una di quelme star del cinema sempre piene di pettegolezzi.

nella sua testa aleggiava la confusione più totale, in quelle prime ore del mattino di una giornata che si sarebbe rivelata a dir poco incredibile e maya avrebbe rimpianto la notte insonne passata con le sue cuffie e le sue sigarette.

quando giunsero le sei e il sole era parzialmente sorto, la nostra protagonista bionda decise che era ora di cominciare a prepararsi per la scuola: ripescò un paio di jeans neri, una maglia bianca e il vecchio giubbotto di jeans appartenuto a suo padre.

quel giubbotto andava contro ogni suo singolo principio, lei odiava suo padre ma quella giacca le ricordava quel periodo della sua vita dove tutto andava relativamente bene. e poi ogni volta che infilava le maniche si sentiva al sicuro, nel vecchio profumo del padre.

maya si ributtò a letto e si rialzò mezz'ora dopo per andare in bagno a lavarsi la faccia e a fare cose del genere. da un armadietto sotto il lavandino recuperò una borsetta dove c'erano dei vecchi trucchi di sua madre. la ragazza voleva rendersi più bella, non sapeva perchè ma non sapeva neanche da dove cominciare.
il suo cervello approvò l'idea di chiamare la madre, anche se l'orario era assurdo e il bisogno era minimo. in qualche senso, voleva recuperare i rapporti con quella donna, con la quale non aveva contatti da troppo tempo.

con passo felpato si diresse verso la camera buia della madre e bussò leggermente. la signora hart dormiva piano, e dal suo giaciglio proveniva un lieve respiro. a maya quasi dispiaceva interrompere il suo sonno.
si avvicinò al suo letto e la scosse piano, chiamandola "mamma", cosa che di solito non faceva.

sua madre aprì gli occhi e la guardò sorpresa, come a chiedersi perchè sua figlia le stesse rivolgendo la parola.

-"c'è un incendio per caso?!" domandò la signora mettendosi seduta.

-"in verità no.." rispose maya, ma subito venne interrotta

-"qualche altro tipo di calamità naturale?!" chiese di nuovo la mamma.

-"no, ma.."

-"allora perchè mi stai parlando?"

la domanda della madre la lasciò senza parole. quindi si accorgeva che sua figlia la ignorava spudoratamente da mesi, e ci stava male. questo fu come un colpo nello stomaco per maya, che ormai considerava la madre come un vegetale. così abbassò lo sguardo, mortificata.
sua madre sollevò una mano e delicatamente le prese il mento e riportò gli occhi blu di maya nei suoi, della stessa tonalità di celeste.

-"non volevo offenderti, honey, semplicemente mi dispiaceva che tu ti vergognassi di avere una madre come me" le strinse le dita fredde, e maya si sentì più calda dentro.
-"comunque, perché mi hai svegliata all'alba?" domandò la madre.

-"perchè.." maya era imbarazzata "perchè non so truccarmi, e mi chiedevo se potessi aiutarmi".

così, madre e figlia, per la prima volta da mesi ebbero una conversazione e risero insieme.
maya le raccontò dei suoi problemi di cuore.
katy non poteva fare altro che darle consigli, ma dalla situazione doveva tirarsi fuori da sola, possibilmente ascoltandobil suo cuore, che sinceramente una scelta l'aveva anche fatta.

quando maya si guardò allo specchio del telefono, dopo il lavoro di sua madre, quasi non si riconosceva: le sue fastidiose lentiggini erano sparite, al posto di una pelle liscia e luminosa, le ciglia erano il doppio più lunghe e le labbra avevano un leggero colorito.
per una volta nella sua vita si sentiva bella, e felice di avere una madre.

katy però adocchiò il pacchetto di sigarette nel suo zaino semi-aperto sul pavimento del bagno e guardò sua figlia malamente.

-"tesoro," disse in tono complice "o facciamo metà di quel pacchetto, oppure me lo tengo tutto"

maya la guardò con tanto d'occhi, ma accettò di buon grado il patto e si rallegrò del fatto che sua madre non si fosse arrabbiata per la sua piccola dipendenza.

erano più o meno le sette e venti, quando lasciò casa sua e si diresse verso la metropolitana, dove l'aspettava riley, dalla quale attendeva una reazione enorme, per il suo trucco.

                              ***

dopo essere giunta a scuola, essersi subita le scenate varie della sua un po' stupida migliore amica, e essere sopravvissuta alle prima due ore di lezione (storia e latino), si trovava in cortile, appoggiata al suo muretto, con di fianco il ragazzo che la rendeva felice, più di chiunque altro sulla terra.

maya appoggiava la sua testa sulla spalla di lui mentre condividevano una camel e lui giocava con i suoi capelli.

maya lo guardò negli occhi e capì che era lui.

-"vedi josh.." disse la ragazza "con lucas non potrei mai fare cose del genere, non approverebbe, ma cristo, vuoi mettere una bottiglia di vodka ad una di succo di mela?"

josh rise, dolcemente la baciò in fronte e le strinse la piccola manina, di quella che era finalmente diventata la sua disperatamente voluta ragazza.

sono tornata
lo so, fa schifo, ma mi sentivo in colpa, non potete neanche immaginare quanto io sia cambiata in questi mesi. vi chiedo solo di perdonarmi, posterò l'epilogo tra poco.
scusatemi ancora
leo

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