First chapter

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1.

HPOV
Imprecai mentre inciampai nel mio abito da sposa, concentrata sui numeri che scorrevano sul display dello smartphone. Avevo detto che non avrei lavorato oggi, ma avevo mentito. La Borsa era chiusa, però avevo una transazione che dovevo concludere prima di pronunciare i voti: c'erano dei clienti che dipendevano da me, e poi lui non l'avrebbe mai saputo. Salii, nella limousine, raccogliendo l'abito in una palla di seta prima di chiudere con forza la portiera.

«Stai andando a sposarti?»

Gelai, il sangue che si trasformava in ghiaccio mentre la limo si avviava nel traffico di Barcellona. Quella voce. La conoscevo. Restai con gli occhi ancora incollati al cellulare, ma strinsi le dita sulla stoffa dell'abito mentre prendevo fiato. Trovai la forza alzando lo sguardo allo specchietto retrovisore e sussultai: nessuno aveva occhi così ambrati e intensi.

Conoscevo anche quelli. Sembravano trapassarmi, e possedevano la perversa abilità di vedere i miei segreti più nascosti. Erano capaci di flirtare e disprezzare con un singolo sguardo. A volte, vedevo ancora quegli occhi nei miei sogni. Spesso nei miei incubi. Justin Drew Bieber. Uno dei miei tanti scheletri nell'armadio. Solo che questo non se ne stava chiuso dentro.

«Sì, sto andando a sposarmi» gli dissi succinta. Non ero intimidita. Ero io che intimidivo. Quando stavo a New York, avevo più attributi di qualsiasi altro uomo che lavorasse in Borsa. Avevo conquistato Wall Street con le mie capacità, e oramai ero riconosciuta da tutti nel mondo finanziario come una forza. Non avevo alcun timore.

«Oh, io non credo. Hannah. Non oggi. A meno che tu non voglia correre il rischio di essere arrestata per bigamia.»

Feci un aspro respiro. «Non sono bigama.»

«Non sei libera.»

«Sì che lo sono. I documenti sono stati...»

«Mai compilati. Se non mi credi, fai qualche ricerca in materia.»

Mi si strizzò lo stomaco, il mondo che si capovolgeva. «Che cosa hai fatto, Justin?» Il nome suonava così strano sulla mia lingua. Ma, del resto, non mi era mai stato familiare. Lui era il mio sconosciuto ex marito. Non lo avevo mai conosciuto. Non davvero.

Avevamo vissuto insieme, in un certo senso. Io avevo occupato la camera degli ospiti nel suo lussuoso attico per sei mesi. Ma non avevamo mangiato insieme, a parte nel weekend, quando andavamo a trovare i genitori di lui. Non avevamo diviso il letto, non ci eravamo detti più che un ciao quando ci incrociavamo nella grande casa. Era solo in pubblico che lui mi parlava... E mi toccava. Era un tipo scaltro, ricco, con una mente strategica e un'assoluta mancanza di riguardo nei confronti della proprietà. Non avevo mai incontrato un uomo come lui, prima o dopo. Naturalmente, non ero neppure mai stata costretta a sposarmi per ricatto, prima o dopo.

«Io?» I suoi occhi ambra incontrarono di nuovo i miei nello specchietto, mentre un sorriso gli curvava le labbra. «Niente.»

Risi. «Questo è divertente. Non ti credo. Ricordo bene di aver firmato le carte.»

«E avresti saputo che non erano mai state presentate, se avessi lasciato almeno un indirizzo e-mail. Ma non è questo il tuo modo di comportarti, vero? Dimmi, stai ancora scappando, Hannah?»

«Che cosa hai fatto?» ripetei, ignorando la sua ultima domanda. Non gli dovevo alcuna risposta. Non dovevo rispondere a nessuno. E, decisamente, non dovevo più scappare. Incontrai di nuovo i suoi occhi e avvertii un fiotto di emozione che irradiava i miei ultimi pensieri. Perché era riapparso proprio adesso? Mi sarei sposata entro un'ora. Con Zack Parsone, l'uomo migliore che avessi mai conosciuto. Era una persona onorevole e rispettabile. Riservato. In grado di aiutarmi nella mia carriera. Lui era tutto quello che volevo, tutto ciò di qui avevo bisogno.

A game of vows. ↠ Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora