Capitolo 9

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Plans and strategies

Halooceena percepì un abbassamento della temperatura interna ed esterna entrando nel dormiveglia, se così si può definire in un robot, successivo al termine della carica. Dischiuse gli occhi e notò che Xavier non era più sul letto accanto a lei, bensì stava armeggiando al PC. "Ehi Xav, che ci fai già sveglio al computer?" "Rispolveravo vecchie cartelle". Lei zoommò sullo schermo e notò la planimetria del palazzo che fino a poco tempo fa era la sua casa. "Ma come hai fatto ad avere la piantina dell'I-Tower396? Non è mai stata messa online, l'unico posto dove si può trovare è nel cervello dei robot di ogni piano: ciascuno ha solo il proprio pezzo, e nessuno è autorizzato a stare o sorvegliare la parte del capo, solo un robot di piacere senza cervello positronico con cui mi ha rimpiazzato può accedervi. Ma non ha la memoria sufficiente per ricordarlo, lo vede e basta; il minimo di RAM in suo possesso serve esclusivamente per far girare i circuiti necessari per dar forma alle varie posizioni e l'atto in sé." "Beh, ce le ho da tempo, guadagnate faticosamente e lentamente, in attesa del momento giusto per sfoderarle. Sapevo che un giorno mi sarebbero servite. Le ho ottenute grazie a dei dati che mi venivano forniti da dei sensori-scanner di mia invenzione posizionati fuori dalla torre, piccoli, non visibili e irrintracciabili. Questi funzionavano da sorta di antenne e contemporaneamente ripetitori, e grazie al loro ampio raggio prendevano il segnale dei file di ogni robot a catena, partendo dai livelli più bassi dell'edificio. All'ultimo piano, dove appunto vi è il robot di piacere, sono attivate le telecamere degli occhi, il microfono e i sensori di movimento. Ho hackerato ogni meccanismo e marchingegno di quel luogo, ed ecco il risultato. Una mappatura completa. Un lavoro minuzioso a tempo perso, per un qualcosa di, finalmente, utile per davvero." "Perfetto, sapremo come intrufolarci, ma, come eludere le guardie?" "Si può creare un distorci-segnale da attaccare nel quadro generale della costruzione, situato alla base, nascosta da tutti quei grovigli di cavi. Con la tua velocità lo posizionerai lì, cosicché potremo salire indisturbati." "Ma... Come facciamo a colpire Internet... è indistruttibile e labile, è ovunque, non c'è modo..." "Hal, calma, Hal! Ascoltami. Fai un attimo mente locale. Penso ricordi il suo studio, no? Beh, focalizzati sulla scrivania. Anzi, non c'è bisogno. Guarda un po' le riprese dagli occhi di quella. Deduco dall'angolazione della visuale sia a 90 sul tavolo." . La cyborg si avvicinò dietro di lui e guardò nel punto esatto dove indicava il ragazzo. Una scatolina nera accanto a un PC. Un router, le diceva il cervello. Esisteva nell'epoca pre-catastrofe. Era quello l'epicentro. L'alimentazione della Rete. Distrutto quello, distrutto tutto. Ma poi gli altri robot? Si sarebbe riusciti a riprogrammarli in tempo o sarebbero stati distrutti prima dalla popolazione? Questi e altri dubbi dilagavano nella mente della ragazza, insieme a percentuali ed eventualità varie. Lui notava la sua assenza, sentiva che da un momento all'altro poteva esplodere il suo cervello. Le prese la testa tra le mani e la baciò all'improvviso per farla sbollire e smettere di fumare i suoi circuiti. "Ti scongiuro, scusami se ti ho interrotto ma condividi i tuoi pensieri con me, te ne prego, non lasciarmi sulle spine e tantomeno solo, se esplodi non c'è un'altra te e non saresti affatto riparabile in quel caso. Parlami piccola." . Così lei gli espose i suoi timori, e giunsero a un compromesso.
Il tramonto di un'altra era buia si stava avvicinando, e tutto dipendeva da loro, due ragazzi bisognosi di un cambiamento.

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