12. Let me out.

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Silenzio. Tutto intorno a lui c'era solo un inspiegabile silenzio.
Non riusciva a vedere niente intorno a sé, solo la luce che filtrava dalle fessure.
Un armadietto, pensò.
Incominciò a mancargli il respiro e a sudare, non gli erano mai piaciuti gli spazi chiusi.
Tirò calci, pugni e urlò. Urlò più che poté, ma a quanto pareva, nessuno riusciva a sentirlo.

Così cercò di calmarsi.
Si passò una mano fra i capelli. Come faceva sempre quando era agitato. Era un vizio.
Inspira. Espira. Inspira. Espira.
Appoggiò la testa al muro dietro di sé.
Inspira. Espira. Inspira. Espira.
Chiuse gli occhi cercando di pensare a come avrebbe potuto uscire. Bastava tornare a riprendere il controllo di sé stesso.
Inspira. Espira. Inspira. Espira.
Il battito del cuore non era più irregolare, il respiro tornò ad essere normale.

Un rumore sordo lo distrasse ed ebbe di nuovo paura.
Unghie che sfregavano contro le porte degli armadietti e un respiro affannato, questi erano gli unici rumori che regnavano lì dentro, in quella stanza a lui sconosciuta.

Il respiro del ragazzo si fece più pesante, il cuore accelerò.
Calmati, calmati, calmati.
Si continuava a ripetere, invano.
Riprese a sbattere i pugni sulla porta davanti a sè, ora del tutto visibile ai suoi occhi ormai abituati all' oscurità.

<<Fammi uscire!!>>
Urlò con tutto sé stesso.
Un altro colpo alla porta.
<<Fammi uscire!!>>
Ma qualunque cosa ci fosse stata fuori sembrava non volesse sentirlo.
Poi quella "cosa", perché non si poteva definire "persona", si fermò davanti a quel armadietto.
Strisciò ancora le unghie su di esso e si mise ad osservare il ragazzo ormai distrutto, esausto e senza voce per le troppe urla.
<<Fammi uscire, ti prego. >>
Lo stava addirittura pregando. Stava pregando purché tutto quello finisse.
Poi, alzò la testa, guardò dalle piccole e sottili fessure, con le lacrime e il sudore che gli rigavano il viso e aggiunse.
<<Smetti di far loro del male.>>

Lydia, come tutte le notti, si svegliò con il respiro affannato e zuppa di sudore.
Si passò una mano sulla fronte per calmarsi.
Ormai erano giorni che faceva quell'incubo.

Guardò la sveglia sul suo comodino affianco al letto e vide che erano le
2.00 di notte.
Decise di andare a farsi una doccia, tanto non avrebbe più dormito.
Finita la doccia scese di sotto e bevve un bicchier d'acqua.
Poi con estrema lentezza andò verso il suo letto e si mise a leggere quel libro che le aveva regalato sua madre per il compleanno.

Era già arrivata alla ventesima pagina quando un rumore la distrasse.
Probabilmente una persona normale se ne sarebbe fregata e avrebbe continuato a leggere.
Ma lei era Lydia Martin e non era una persona normale.

Quindi si alzò dal letto e lentamente, si avvicinò alla porta che aveva dimenticato di chiudere del tutto.
Dall'altra parte l'oscurità regnava e forse si celava anche qualcos'altro o qualcuno.
Forse sapeva già cosa aspettarsi, forse avrebbe dovuto continuare a leggere quello stupido libro e forse avrebbe dovuto chiudere del tutto quella porta.

Degli occhi neri come la pece si presentarono dall'altra parte e una figura si celava nell'oscurità della casa.
Poi si decise a farsi avanti spingendo Lydia dentro camera sua. Chiudendo la porta.
Ed eccolo lì in piedi davanti a lei, con quel solito ghigno. Dovette ammettere Lydia che aveva una bellezza sinistra.

<<Che cosa vuoi?>>
Gli chiese la banshee in un sussurro conoscendo già la risposta.
Lui rise, la solita risata malata alla quale ormai si era abituata.
Si avvicinò di più a lei facendola sedere sul letto.
<<Vorresti che Stiles fosse qui non è vero?>>
Lei non disse niente si limitò a sorreggere il suo sguardo.
<<Beh eccomi qui.>>
Indicò sé stesso allargando le braccia.
Questa volta fu lei a ridere. Per poi ritornare seria e guardarlo negli occhi, con aria di sfida.
<<Tu non sei Stiles e non lo sarai mai.>>

<<Oh andiamo Lydia lo so che preferisci me a Stiles.
Mi è sembrato di capire che a te piacciono i cattivi ragazzi no?>>
<<Lo sai? L'aggettivo "cattivo" è ben diverso da "psicopatico".>>
Ad un tratto la fece alzare bruscamente prendendola da un braccio e la sbatté contro il muro.

<<Ho visto che hai parlato con Allison.
E ho sentito tutto. Non so chi sia questa Elodie di cui tanto parlate. Ma la troverò e la ucciderò.>>
Le vennero le lacrime agli occhi. No, non poteva permettere che lui la trovasse prima di loro. Non potevano lasciarsi scappare l'unica speranza che avevano per salvarlo.
<<Non so se lo hai capito Lydia.
Voi non vi libererete tanto facilmente di me.>>

Dopo quelle parole sussurrate all'orecchio della banshee si staccò da lei e scomparve nell'ombra.

Never trust a fox.|| Teen WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora