Erano passati ben due giorni da quando Stiles aveva parlato con Scott all'ospedale. Dopo quel momento se ne era andato a casa. Non voleva vedere nessuno tantomeno i suoi amici perché sapeva che non li avrebbe più rivisti e a quel pensiero gli si accapponò la pelle.
I segni sul petto e sulla schiena erano quasi del tutto scomparsi e il ragazzo sentiva già che lo spirito si stava di nuovo intrufolando nella sua testa, per controllare i suoi movimenti e per fare del male alle persone che Stiles amava. Specialmente Lydia, aveva una gran voglia di vederla ma, aveva paura di farle del male. E in più non riusciva a non pensare che presto sarebbe morto o che avrebbe ucciso qualcuno.
Per questo decise di dire a suo padre di riaccompagnarlo ad Eichen House. Era stufo di quella situazione, voleva solo andarsene. Era stanco di stare al mondo. Stanco di far male alle persone. E per ora, andare ad Eichen House, era la via più semplice.
Dopo vari minuti suo padre bussò alla porta. Pronto per accompagnarlo al manicomio.
<<Stiles io...>>
<<Papà non dire niente, va bene così.>>Arrivati davanti al cancello dell'ospedale psichiatrico a Stiles si accapponò la pelle. Quel posto gli dava i brividi anche di giorno.
Di colpo vari ricordi gli vennero alla mente. Il suo ex compagno di stanza, posseduto anche lui dal Nogitsune, che stava per uccidere Malia nel seminterrato.
Lydia sul punto di morte, stesa su un letto con un buco in testa.
A quel punto si chiese se fosse la cosa giusta andare lì dentro. Ma non aveva altra scelta.Una volta entrati, la stessa dottoressa dell'anno precedente, lo accompagnò nella stanza.
Stiles si sedette sul letto e si guardò intorno. Si trovava in una piccola camera con due letti, altrettanto piccoli, e infine una finestrella che dava sul giardino, se così si poteva chiamare.Era da un po' di giorni che non dormiva ma doveva rimanere sveglio, non poteva addormentarsi, per nessun motivo.
Le urla folli e le risate isteriche degli altri pazienti che arrivavano dalle altre stanze, di certo lo aiutarono a rimanere sveglio.
Più il tempo passava più capiva che stare lì era una vera follia, anche se tra non molto sarebbe diventato un killer psicopatico.
Ad un tratto un urlo agghiacciante fece venire a Stiles i brividi, nonostante facesse molto caldo.Andò verso la porta per aprirla ma era chiusa a chiave.
Picchiò con i pugni sulla porta, urlò, chiedeva aiuto e di tirarlo fuori da lì ma nessuno rispose.
Si piegò su sè stesso per guardare fuori dalla serratura. Una luce giallastra tendente al verde lo accecò.
Dopo pochi minuti provò a guardare di nuovo fuori e vide due sagome.
Una era fatta di plasma e l'altra la conosceva fin troppo bene.
Le bende che gli fasciavano il corpo, il giubbotto di pelle ormai ridotto a brandelli. E quei denti affilati come rasoi fatti di metallo.
Il ragazzo con il cuore in gola si mise con la schiena contro la porta, sperando che non lo trovassero.Passarono minuti.
Altre urla agghiaccianti, passi che si avvicinavano sempre di più.
L'oscurità della notte che lo minacciava e una voce nella sua testa che gli gridava di non addormentarsi.Una voce, la sua voce risuonò nel pianerottolo.
<<Dove sei Stiles? Fammi entrare.>>
Il ragazzo fece di tutto per calmare i battiti del suo cuore. Sapeva che lui poteva sentirli. Sapeva che non gli rimaneva molto tempo.
E quando le due figure si fermarono proprio davanti alla sua porta, capì che era spacciato.
Sperava solo che i suoi amici trovassero un modo per salvarlo o che Scott facesse quello che gli aveva chiesto all'ospedale.La porta si aprì lentamente, con uno scricchiolio. La luce verde della donna affianco allo spirito, illuminava metà della stanza.
<<fammi entrare Stiles.>>
Lui si sentiva come la scorsa volta. Non poteva gridare, non poteva muoversi, mentre i suoi occhi si stavano chiudendo lentamente. L'ultima cosa che vide fu la figura esile di Lydia che urlava. E infine lasciò che il Nogitsune entrasse nella sua mente.
Firmando la sua condanna a morte.
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Never trust a fox.|| Teen Wolf
FanfictionUrla agghiaccianti che provenivano da fuori, passi che si avvicinavano sempre di più. Ci fu un minuto di silenzio e poi, la porta si aprì con uno scricchiolio sinistro e una luce verde illuminava metà della stanza. Gli occhi si fecero pesanti e l'o...